Capitolo 36

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Era passato già qualche giorno da quando mi avevano dimessa dall'ospedale, non ero ancora tornata a scuola, i medici avevano preferito così. Non mi era dispiaciuto affatto, infatti finalmente ero tornata nel pieno delle mie forze.

Era sabato mattina ed ero stanca di stare a casa, così avevo proposto a mia madre di fare una bella passeggiata a piedi, ma purtroppo aveva da sbrigare del lavoro da casa. Avevo proprio bisogno di prendere una boccata d'aria e tornare alla vita di tutti i giorni così decisi di andare da sola; non sono mai stata un tipo da palestra o da corsa mattutina, ma quel giorno, avevo deciso di mettere una tuta, così se anziché passeggiare avessi voluto correre sarei stata libera di farlo.

Dopo aver raccolto i capelli con un elastico mi avviai verso la porta.

Sapevo che le vie vicino casa fossero esattamente uguali a sempre, ma era come se i miei occhi le vedessero per la prima volta, come una bambina che inizia ad avere memoria per ricordare i primi posti che visita; scrutavo tutto, ogni angolo, persino i negozi da cui passavo.

Adoravo una caffetteria vicino casa, ogni volta che io e le mie amiche passavamo di lì, dicevamo sempre che un giorno o l'altro, saremmo entrate anche solo per prendere un caffè. Sembrava uno di quei posti che si vedono nelle serie tv, dove occupi sempre lo stesso tavolo, un po' come se fosse prenotato. Aveva dei tavolini in legno e un bancone sempre pieno di torte e pasticcini; anche le persone che lavorano lì sembravano felici.

Ero rimasta davanti la vetrina per un po', affascinata da tutto. D'un tratto, accanto a me, si era fermato qualcuno che stava proprio per entrare.

Oh no, era Riccardo con la sua ragazza, ovviamente come nei miei sogni era fidanzato. Come potevo pensare che non lo fosse? Pensai stupidamente.

<<Andy?>> mi disse lui.

<<Ciao Riccardo>> risposi con la testa bassa, ero in imbarazzo, la sua fidanzata era accanto a lui con il viso contrariato.

<<Lei è Elisa>> continuò.

<<Piacere, Andy>> non mi aveva neanche fatto finire che interrompendomi rispose:

<<So chi sei, Riccardo mi ha parlato di te, in realtà ne parla con tutti, mancano soltanto i manifesti in città su di te>>. Era antipatica proprio come nel mio sogno. Riccardo era arrossito, forse per la risposta di lei, ma non volevo rovinarmi la giornata, così le dissi:

<<Scusate, adesso vado, buona giornata>> non avevo neanche dato il tempo a tutti e due di rispondere che iniziai a correre, quella ragazza aveva il potere di mettere a dura prova i miei nervi.

Dopo dieci minuti di corsa ero stanchissima, forse l'idea non era stata proprio delle migliori, così mi fermai in una panchina per riprendere fiato; presi il cellulare per controllare di non aver perso qualche chiamata da mia madre, invece, quello che trovai, fu un messaggio proprio di Riccardo con scritto:

"Scusami per Elisa, non doveva trattarti in quel modo".

Era stato carino a scrivermi, in quel momento però non mi andava di rispondergli, ero ancora un po' nervosa per quell'insulto gratuito.

La mia passeggiata era proseguita tranquillamente, ero riuscita anche a calmarmi; camminare mi faceva stare meglio e mi faceva riflettere. Si dice che la notte porta consiglio, io invece le decisioni migliori le avevo sempre prese dopo una lunga passeggiata.

Tornata a casa, avevo trovato le mie amiche sedute in salone ad aspettarmi.

<<Cosa ci fate qui?>>

<<Volevamo stare un po' con te, se ti va>> mi rispose Rebe.

Non avevo ancora raccontato nulla dei miei sogni, ma credo che fosse arrivato il momento, avevo bisogno di loro per capire come comportarmi. Dopo essere andate in camera mia, avevo iniziato a raccontare tutto.

Elena era rimasta a bocca aperta, non riusciva a credere che io avessi potuto vivere tutto questo in un semplice sogno.

<<É come se avessi vissuto un mondo parallelo>> mi interruppe Rebe.

<<Beh, diciamo che è un po' diverso>> risposi

<<Io credo che dovresti parlare con lui>> disse Rebe, ma Elena l'aveva subito interrotta bruscamente, dicendole che non aveva alcun senso raccontargli tutto questo, per poi magari essere considerata una sciocca.

Aveva ragione, in fin dei conti cosa avrei potuto dirgli? "Sai Riccardo, per tutto il tempo in cui sono stata in coma ti ho sognato, e sai abbiamo anche fatto l'amore". Non era una cosa possibile, non avrei mai trovato il coraggio e probabilmente, se lo avessi fatto, mi avrebbe riso in faccia.

<<Io credo che dovresti dimenticare tutto quello che hai sognato e andare avanti, non ha senso pensare ad una cosa che, in realtà, non è mai successa.>> Elena mi aveva messa davanti alla realtà, forse dentro di me speravo che non fossero stati soltanto dei sogni e che un giorno io e Riccardo saremmo diventati una coppia, ma non era così, la sua vita era accanto ad Elisa. Adesso anche l'idea di prendere un caffè insieme a lui era diventata stupida.

Dopo aver salutato le mie amiche, ero tornata in camera mia, un po' triste, ma avevo deciso che era giunto il momento di chiudere, una volta e per tutte, il capitolo Riccardo.

Gli scrissi un messaggio abbastanza diretto:

stata giusta la reazione della tua ragazza, anche io probabilmente avrei reagito così.Ti scrivo anche per dirti che preferisco non prendere quel caffè con te, non voglio creare altri problemi.Ti faccio un grande in bocca al lupo per la tua vita e ti sarò debitrice per sempre... grazie per tutto."

Era giusto così, dovevo tornare a scuola e concentrarmi sullo studio, non potevo più permettermi distrazioni. Non sapevo se sperare in una sua risposta, ma dopo qualche minuto il mio cellulare mi avvertiva di un messaggio. Era lui.

"Mi dispiace che la pensi così. Buona vita a te Andy..."

Adesso dovevo solo dimenticarlo, anche se non era facile ma dovevo assolutamente farlo.

Ti Ho Già Incontrato &quot; La Realtà Dentro Di Me&quot;Onde histórias criam vida. Descubra agora