Capitolo 25

11 7 1
                                    

La mia valigia era quasi pronta, l'avevo preparata in videochiamata con le mie amiche; mi avevano consigliato quali vestiti portare, anche se avevo dovuto rinunciare ad alcune cose. Dodici paia di scarpe per due giorni, forse, erano un po' troppe!

Ogni tanto mia madre faceva capolino in camera mia ma andava via subito dopo, non riusciva a tollerare che l'armadio si fosse trasferito sul mio letto.

<<Andy, se non sistemi tutto, domani non parti>> mi aveva detto provando a fare la mamma severa, ma ne era uscita fuori una risata.

<<Rachele sei fantastica, riesci a rimproverarla divertendoti>> aveva detto Elena. Mia madre aveva fatto un inchino davanti la telecamera del cellulare, come se avesse appena finito uno spettacolo, facendoci ridere ancora di più.

<<Ok, finito. Ce l'abbiamo fatta ragazze!>> ero soddisfatta di essere riuscita a chiudere il trolley senza dovermici sedere sopra.

<<Domani partite subito dopo la scuola?>> mi aveva chiesto Rebe.

<<Si, ma prima passa da casa mia per prendere la valigia>> non potevo presentarmi a scuola con il trolley al posto dello zaino, avrei dato troppo nell'occhio. Non mi piaceva avere i riflettori puntati addosso o sentire le domande curiose dei miei compagni.

<<Quindi, pensi di farcelo conoscere?>> anche se abbiamo la stessa età, Elena si è sempre sentita in dovere di proteggermi. È fatta così, come se fossi la sua sorellina e mi sentivo protetta anche da lei.

<<Certo "mammina">> risposi ridendo. Ero emozionatissima all'idea di fare le presentazioni, le mie amiche per me sono famiglia e il loro parere conta tantissimo.

Quella sera ero crollata subito, non mi succedeva da giorni, credo di esserci riuscita perché finalmente il giorno dopo avrei avuto Riccardo tutto per me.

Ero arrivata a scuola molto presto, come al mio solito e le mie amiche mi stavano già aspettando dietro la palestra; avevano preso caffè e cornetti per fare colazione insieme.

<<Pensi che in questi tre giorni succederà qualcosa tra di voi?>> mi chiese Rebe curiosa della mia risposta, <<non voglio progettare nulla, credo che ogni cosa debba venire da sé>> volevo godermi ogni istante insieme a lui, senza pianificare nulla. Fino a qualche settimana prima, ero con loro a piangermi addosso per lui, senza immaginare quello che sarebbe successo da lì a poco.

Avevo aspettato questo fine settimana per troppo tempo, non mi andava di pensare a cosa sarebbe potuto accadere, non volevo stare in ansia a sognare qualcosa, che poi, magari, non sarebbe successo, quindi che tutto vada come deve andare.

Era suonata la campanella ed io e le mie amiche eravamo entrate in classe. Il professore di geografia ci stava spiegando la parte fisica dell'Africa, era abbastanza interessante e avevo anche fatto delle domande in merito; le prime due ore erano passate in fretta e stranamente quella giornata scolastica non mi stava pesando affatto, anche se non toglievo gli occhi dall'orologio appeso in classe. Adesso che ci pensavo, la parete, accanto alla lavagna, era sempre stata vuota. Chissà, magari, non lo avevo mai notato.

<<Sta arrivando Federico, ho dimenticato le chiavi di casa, mi fate compagnia?>> aveva detto Elena, alla ricreazione, sbuffando. Neanche a me andava di vederlo, avrebbe iniziato a prenderci in giro, e proprio quel giorno, non volevo rovinarmelo.

All'ingresso della scuola, Federico, la stava aspettando fumando una sigaretta.

<<Il trio al completo>> disse con il suo solito tono odioso,

<<È sempre un piacere vederti>> avevo detto credendo di ignorarlo il più possibile, ma lui continuava a stuzzicarmi dicendo:

<<Quindi passerai il fine settimana fuori?>> Perché gli interessava così tanto? Mi infastidiva ogni sua parola. Stavo per rispondere di farsi gli affari suoi, ma mi limitai semplicemente a dire:

Ti Ho Già Incontrato &quot; La Realtà Dentro Di Me&quot;Where stories live. Discover now