CAPITOLO 4

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Quando misi piede nella carrozza bianca sentì la mia vecchia vita scivolarmi via per lasciare spazio a quella nuova.
Cayden si sedette davanti a me, non riuscivo a guardarlo in faccia.
Strinsi la gabbietta della mia cocorita avvicinandola maggiormente a me.
Era tutto ciò che mi restava.
Il ragazzo bussò sulla parete della carrozza e il cocchiere partì.
Io mi sporsi dalla finestrella per guardare la mia famiglia un'ultima volta.
Feci un debole sorriso a Clara e la osservai finché non sparì dalla mia visuale.
Mi voltai verso Cayden che si era già appisolato.
Scossi la testa, sapevo che non avrei chiuso occhi per tutto il tragitto.
Intorno a noi vi era il buio più totale, l'alba sarebbe sorta fra almeno quattro ore.
Sapevo che Willem sarebbe impazzito una volta appresa la notizia.
Per me provava un amore così profondo che mai avrebbe rinunciato a me, lo sapevo o almeno speravo fosse così.
Non mi avrebbe mai rimpiazzata con Clara, né con qualsiasi altra ragazza.
Era rimasto nubile per quattro anni pur di aspettare me.
Speravo che un giorno sarebbe venuto a salvarmi e a portarmi via con sé, al sicuro.
Ma ciò che speravo più di ogni altra cosa era che lui proteggesse Clara, doveva tenerla al sicuro per me.
Mi ero sempre comportata come una sorella maggiore con lei essendo più grande di lei di cinque anni.
Era la persona più importante della mia vita e senza di lei mi sentivo già persa.
Mi sarei dovuta ambientare in un regno gelido a cui non appartenevo neppure.
Le ore passarono rapidamente e finalmente, quando un raggio di sole si schiantò sul suo viso, Cayden si svegliò sbadigliando.
Lui si sgranchì tranquillamente sotto il mio sguardo indagatore.
Lo osservai attentamente, la sua bellezza era pungente, insolita.
Cayden mi osservò a sua volta confuso.

«Qualche problema?»

«Più di uno, ma per cominciare avreste potuto farmi un po' di compagnia durante il viaggio.» risposi a tono «Mi è sembrato molto scortese da parte vostra.»

«Non avete dormito?» domandò sgranando gli occhi.

«No, stavo organizzando un piano per sbarazzarmi di voi.» replicai sarcastica.

Lui rimase impassibile, sul suo volto fece largo un'espressione preoccupata.

«Stavo scherzando, semplicemente non mi fido.»

Cayden sembrò rilassarsi sebbene si sforzasse di mantenere una postura estremamente rigida e composta, neanche Willem si comportava così.

«Non preoccupatevi, non vi toccherei per nulla al mondo...ci tengo alle mie mani.» disse in sua difesa.

Quella volta fui io a sgranare gli occhi.
Il re l'avrebbe fatto davvero?
Gli avrebbe tagliato le mani solo per essersi permesso di toccarmi?
Holly iniziò a cinguettare ed io sobbalzai, solitamente si svegliava più tardi.
Probabilmente aveva avvertito il cambio del clima intorno a noi.
Avevamo attraversato la foresta di Rielza, che divideva i quattro regni l'uno dall'altro, in poche ore.
Eravamo spuntati su una strada sferragliata e si era subito avvertito un freddo pungente, glaciale.
Incrociai le braccia al petto e le sfregai per tentare di riscaldarmi.
Mi sporsi curiosa dalla finestrella e notai che le stradine erano innevate.
Non avevo mai visto la neve prima di quel giorno, sembrava candida, morbida.
Sarei voluta scendere per poterla toccare, o almeno sfiorare, con le dita.
Il Regno d'Inverno era diverso da come avevo immaginato.
Temevo di trovare nient'altro che povertà, eppure le strade pullulavano di bambini che giocavano allegri a lanciarsi le palle di neve.
I genitori li guardavano sereni mentre chiacchieravano l'uno con l'altro.
Non sembrava neppure esserci una divisione basata sui ceti.
Le case erano tutte di mattoni per placare il freddo acuto, dai camini uscivano nuvole di fumo grigiastro che
si sperdevano nel cielo celeste.
I tetti erano completamente imbiancati dalla neve.
I negozianti urlavano per attirare clienti.
I bambini osservavano incantati la vetrina di un piccolo negozietto di dolciumi.
La mia pancia brontolò alla vista di quelle delizie: ero riuscita a scorgere delle mele caramellate, dei popcorn ricoperti di caramello, dei bastoncini di zucchero blu e argento e, infine, degli omini di pan di zenzero che per bottoni avevano delle caramelle gommose.
I miei genitori mi avevano sempre raccontato leggende oscure su questo posto.
Mi avevano intimato di starne alla larga e di non osare attraversare per nulla al mondo il confine che separava il Regno d'Estate da quello d'Inverno.
Dicevano che il re Malvagio mi avrebbe uccisa per aver osato varcare le porte del suo regno.
Dicevano che nel regno regnava il caos.
Eppure, in quell'istante, in preda ad un momento di euforia, avrei giurato di non aver mai visto un posto in cui regnava una tale pace.
Sembrava tutto così perfetto, ma ero ancora ignara di ciò che mi sarebbe accaduto.
La carrozza proseguì lentamente per una lunga salita, non era così ripida come quella che aveva percorso per arrivare al palazzo di Willem.
Il cocchiere proseguiva con cautela con la paura di finire giù dal dirupo per colpa del terreno ghiacciato.
Sentivo le dita intorpidite per il freddo così mi alitai nelle mani per scaldarle.
Cayden scosse la testa divertito e mi porse la sua giacca imbottita.
La presi titubante.

The Cursed King - Il Re MaledettoWhere stories live. Discover now