CAPITOLO 9

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Il tragitto per il ritorno al castello non fu imbarazzante come pensavo.
Cayden non parlava come al solito, era concentrato sul paesaggio introno a noi.
Io ero intenta a mordicchiarmi le pellicine delle unghie. Sebbene volessi essere spensierata come il ragazzo che avevo davanti non riuscivo a fare a meno di pensare a Rysal.
Non mi sembrava di essere stata via troppo a lungo perché lui si accorgesse della mia mancanza ma allo stesso tempo sentivo le viscere contorcersi al solo pensiero che lui l'avesse scoperto.
Sapevo che non si sarebbe limitato a farmi frustare le mani in quel caso, avrebbe fatto molto peggio.
Forse tentare la fuga e morire per il freddo non sarebbe stata una cattiva opzione.
Mi strinsi nel giubbotto, avevo i brividi.
Cayden mi lanciò un'occhiata rassicurante.

«Non può averlo scoperto.»

Non credeva neanche lui a quelle parole.
Me lo sentivo.
Rysal lo sapeva.
La carrozza si fermò e rapidamente scesi.
Io e Cayden rientrammo furtivi.
Nel castello regnava il silenzio come al solito.
Mentre stavamo salendo le scale per raggiungere il piano superiore sentì una forte pressione sul cappotto.
Mi voltai ritrovando Maya con le lacrime agli occhi, stringeva il tessuto blu tra le mani.
Sembrava spaventata.
Cayden le rivolse uno sguardo truce, lei tremò.
La feci rialzare e la trattenni per le braccia.

«Maya adesso calmati» le disse dolcemente «Va tutto bene?»

Lei scosse la testa e rincominciò a piangere.
Cayden me la strappò dalle mani e le tirò una sberla sulla guancia.
Io sobbalzai mentre Maya ricadde sugli scalini con le ginocchia.
Guardai il ragazzo al mio fianco con gli occhi sgranati, indietreggiai leggermente da lui.

«Riprenditi!» le ordinò lui con voce severa.

Maya annuì lentamente, la guancia era rossa.
Non mi sarei stupita se nei giorni seguenti le fosse spuntato un livido.
Mi sembrava assurdo che Cayden si fosse davvero permesso di toccarla.
Forse non era tanto diverso da Rysal ma il mio cuore si rifiutava di pensarlo.

«Mi dispiace signorina Brielle, ho dovuto dirglielo» disse coprendosi il volto con le mani per la vergogna.

Strinsi le spalle terrorizzata, sentivo il fiato mancare.

«No, non dovevi» esclamò Cayden a denti stretti.

Quando il ragazzo alzò il braccio per mollarle un altro schiaffo glielo bloccai.
Lo guardai disgustata.

«Non toccarla mai più» gli imposi.

«Ti stai esercitando per quando diventerai regina?» mi schernì per poi andarsene.

Porsi una mano a Maya per aiutarla a rialzarsi e lei la strinse.

«Vi ringrazio per avermi difesa, non me lo merito.»

«Non dire così, anche io avrei avuto paura del re.»

Lei scosse la testa e poi si asciugò le lacrime.

«Non è di lui che dovete avere paura» mi avviso per poi andarsene di corsa.

Non riuscii a capire cosa intendesse con quella frase ma avevo il netto presentimento che l'avrei scoperto molto presto.
Mi diressi verso la mia stanza quasi strisciando le gambe, ero decisamente troppo stanca.
Una volta entrata mi sfilai il cappotto lasciandolo cadere a terra e poi feci lo stesso con gli stivali.
Le calze erano zuppe.
Feci una smorfia disgustata e mi diressi in bagno per buttarle nel cestino dei panni sporchi.
Avevo una voglia matta di buttarmi sul letto.
Sobbalzai quando mi accorsi che era già occupato da una figura bianca come la neve.
Mi rivolse a malapena uno sguardo, sul suo volto spuntò un sorriso sornione.
Mi appoggiai al muro per costringermi a non avvicinarmi a lui.

«Vi siete divertita, mia cara?» domandò rigirandosi le maniche della camicia.

«Più del solito devo dire» risposi sarcastica.

Lui scosse la testa e si alzò per avvicinarsi a me.
Sentivo il suo respiro sulle labbra.
Passò un dito sulla mia clavicola, il fiatò mi si bloccò.
Il suo tocco era gelido come mi ricordavo, anche questa volta non indossava i guanti per quanto avrei voluto si fosse ricordato di metterli.
Sentivo la pelle andare a fuoco.

«Cos'è che non vi era chiaro rispetto a ciò che vi avevo detto?» disse sulle mie labbra.

Mi strinse il fianco e si avvicinò al mio orecchio.

«Voi siete mia» mi sussurrò a denti stretti.

Riuscivo a percepire la sua rabbia in quella calma apparente.

«Diventerete mia moglie.»

Gli misi le mani sul petto e lo spinsi leggermente.
Necessitavo mettere distanza tra di noi.
La sua presenza iniziava ad essere soffocante.

«Allora dovreste iniziarmi a trattare come tale, non come una serva.»

Lui sogghignò passandosi una mano tra i capelli.

«Una brava moglie deve servire il proprio marito, portarmi la colazione mi sembra il minimo» replicò scrollando le spalle «Inoltre, mi pare di aver compreso che per voi avere dei domestici è alquanto inutile dato che credete di poter fare tutto da sola, non è così?»

Non sapevo come controbattere perché fondamentalmente aveva ragione.
Ero io che mi ostinavo sempre a ribadire che fossi in grado di cavarmela da sola.

«Mi sbaglio forse?»

Scossi la testa incapace di parlare, lui rise.
Il suono della sua risata mi pervase le orecchie.
Era una risata dolce e sincera, quasi contagiosa.
Non l'avevo mai sentito ridere fino a quel momento, ne rimasi piacevolmente sorpresa.
Abbozzai un sorriso e lo osservai.
Sembrava un'altra persona.
Per una volta nei suoi occhi color miele non leggevo la solita tristezza a cui ero abituata.

«Mi piace quando mi date ragione senza controbattere» ammise senza smettere di sorridere.

«A me piace quando ridete, dovreste farlo più spesso.»

Lui sgranò gli occhi sorpreso dalla mia confessione.
Mi morsi la guancia, il sorriso sulle sue labbra svanì.

«Giusto...la mia opinione non è richiesta» esclamai mostrandogli un sorriso sghembo.

«Non è questo» replicò pensieroso, lo sguardo cupo.

Aspettai che dicesse qualcosa ma la sua bocca non si aprì e tantomeno il suo sguardo non si posò su di me.

«Beh, vorrei fare un bagno» lo avvisai.

Lui annuì e, senza dire nulla, uscì dalla mia stanza.
Lo guardai andare via.
C'era evidentemente qualcosa di sbagliato in lui ma non riuscivo a frenare i miei pensieri più profondi: Rysal era tremendamente ammaliante.

The Cursed King - Il Re MaledettoWhere stories live. Discover now