Aprì quello subito sopra al lavello per estrarne una tazza e richiudendolo si morse un labbro nel tentativo di trattenere un sorriso. Sull'anta vi erano ancora i segni della prima volta che Nineve aveva tentato di fare una ricetta flambé. Era stato lo stesso giorno in cui aveva saputo di essere stata ammessa all'università di Aberdeen.

Un pressante magone le strinse la gola. Si sforzò di cacciare indietro le lacrime e tirando un pesante sospiro tentò di sorridere come le aveva promesso. Voleva ricordarla solo con gioia, ma pur cercando disperatamente di farlo, le lacrime a volte la coglievano di sorpresa, sommergendola nella più amara delle malinconie.

Con gesti meccanici e familiari, pose il bollitore sul fuoco e aggiunse i profumati fiori di camomilla nella tisaniera. Poi, nell'attesa, portò lo sguardo sull'esterno, oltre le graziose tende ricamate, tuffando lo sguardo nella notte innevata. Era la prima nevicata dell'anno. Sul terreno si erano depositati già diversi centimetri e cercò di ricordare dove aveva lasciato la pala l'inverno prima. Inoltre, si appuntò mentalmente di far scorta di sale il giorno seguente, non vi erano scale in quella casetta, ma il piccolo viottolo che conduceva all'ingresso sarebbe diventato piuttosto scivoloso se non avesse prese le giuste precauzioni.

Il fischio del bollitore la riportò alla realtà. Con un panno afferrò il manico bollente e con attenzione riempì la tisaniera, lasciando che i profumati vapori dell'infuso si disperdessero nell'aria. Lei non percepiva nemmeno lontanamente gli effetti del fiore, avrebbe preferito di gran lunga della valeriana, ma si era dimenticata di farne scorta ed ora si vedeva costretta a sperare almeno in un effetto placebo. Soffiando sul liquido dorato ne prese un lungo sorso. La dolcezza della bevanda la tranquillizzò e il calore l'aiutò a distendere i muscoli indolenziti del collo. Odiava quelle notti insonni. La notte poteva essere la sua più grande alleata come la sua più grande nemica. Di notte i pensieri sembrano prendere vita e i ricordi si fanno fin troppo vividi nella mente. No, quella non era decisamente la sua notte.

Bevuta anche l'ultimo sorso, depositò la tazza nel lavello e trascinando i piedi si avviò di nuovo a letto. Passando per il piccolo soggiorno, lanciò uno sguardo alle timide braci nel camino. Si avvicinò aprendo la cassa in cui riponeva i ciocchi di legna, ma ne trovò ben pochi. Aggiunti gli ultimi rimasti, si sfregò le mani per ripulirsi e svogliata si spostò sul retro. Fece scattare la serratura ed uscì sul portico in cemento che avevano fatto costruire diversi anni prima. Lì accanto, subito sulla sinistra, sotto una tettoia vi era accatastata la legna per tutto l'inverno. Cercando di evitare i piccoli cumuli di neve che si erano creati, si avvicinò e tendendosi per non bagnarsi i piedi, iniziò ad accatastarne alcuni sulle braccia. Quando si ritenne soddisfatta, li sistemò meglio contro il petto e rabbrividendo per il gelo si affrettò a rientrare, ma quando girò sui tacchi qualcosa la trattenne.

Era solo un'ombra che aveva intravisto con la coda dell'occhio. Un piccolo movimento che con ogni probabilità era dovuto alla sua mente stanca, ma che comunque l'aveva attratta come una falena alla fiamma. Strinse gli occhi e fece vagare lo sguardo tra gli alberi. Sapeva che tra quegli imponenti tronchi si nascondevano creature ben al di sopra di tassi e cervi, ma non aveva mai avuto nessun timore. O almeno non ne aveva mai avuto fino a quel momento, perché proprio mentre si diede della sciocca per essersi fatta influenzare dalla sua mente, l'ombra che le era parso di vedere si mosse.

Trattenne il respiro. Istintivamente si strinse la legna al petto, facendo un passo indietro. Non distolse lo sguardo che, dopo il primo attimo di sgomento, si era fatto ancora più sottile nel tentativo di mostrarsi più fredda e minacciosa possibile.

La grande figura nera si muoveva lenta, come se si stesse trascinando nella neve appoggiandosi ai tronchi. Dalla corporatura dedusse che aveva a che fare con un uomo. E dall'andatura doveva essere allo stremo delle forze.

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