33. Promesse

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Martina

«Certo che sei impazzito a fare a botte con Tobias!» esclamo, uscendo dal bagno con una boccetta di disinfettante e un po' di cotone in mano, «Per giunta in corridoio!»

«E' stato divertente» risponde Draco guardandosi le nocche insanguinate.

Mi siedo sul letto accanto a lui per esaminare il labbro un po' gonfio.

Vi chiederete come mai sono qui.
Come mai siamo qui.

Ebbene, non so se sia un pregio o un difetto, ma quando mi metto qualcosa in testa non lascio perdere facilmente.

L'ho seguito, e l'ho costretto a venire in dormitorio con me.

Ha sorriso quando, mentre discutevamo sul suo gesto irreparabile in Sala Comune, gli ho detto che lo amavo e che se non voleva parlarmi o perdonarmi almeno doveva farsi medicare le lievi ferite.

«Sei un incosciente, Draco!» inizio a rimproverarlo, costringendolo a darmi la mano.

«Io non sono un incosciente.»

«Oh, si che lo sei.»

Prendo il cotone in mano e inizio a bagnarlo con un po' di disinfettante.

«Questo fa male» fa una smorfia di dolore ancor prima che io possa sfiorarlo.

«Non ti lamentare» lo ammonisco, «Te la sei cercata»

Inizio a poggiare delicatamente il cotone sulla sua mano, dove vedo dei tagli.

«AHIA!» piagnucola Draco dopo nemmeno cinque secondi.

«Devi farti medicare, Dra!» continuo a tamponare la mano.

«Ma fai male!» si lamenta ancora.

«Allora va' da Madama Pomfrey!» esclamo seccata, lasciando la sua mano.

Draco mi guarda negli occhi per qualche secondo, per poi rimettere la mano sulla mia.

Sapevo l'avrebbe fatto.

«Non fiaterò» cerca di promettermi un po' titubante.

«Bravo pul...Draco.»

Alza lo sguardo verso di me, accenna un flebile sorriso e poi abbassa la testa.

Come non detto.
Nemmeno due secondi dopo inizia a lamentarsi ancora.

Decido di alzargli il viso mettendogli la mano sotto il mento per tamponare con il cotone vicino al sopracciglio.

«Posso sapere almeno perché avete fatto a botte?» chiedo, concentrata sulla sua fronte.

«No» nega categorico.

«Perché no?»

«Cose da uomini.»

Oh, si, certo.
E si aspetta che io ci creda.

Mi avvolgo la punta del dito nel cotone imbevuto e inizio a poggiarlo delicatamente sul taglio accanto al labbro, se non sopra esso.

«Lynch» blatera, quasi incomprensibilmente.

«Non parlare.»

Più muove la bocca meno riesco a essere delicata.
Non sono esattamente un Medimago.

Quando finisco e appoggio ciò che ho usato sul baule, Lillo ha la geniale idea di saltare su di esso facendo traballare la boccetta con il disinfettante.

«Lillo!» lo rimprovero, anche se mi viene difficile.

Va subito a rifugiarsi tra le braccia di Draco.

Pages of Lifetime Memories 2; d. malfoyWhere stories live. Discover now