"Con la magia, ma non la posso usare".

"Sai riordinare una stanza?"

"Con la magia".

"Sai servire la birra?"

"Potrei farlo". Davanti al silenzio di Lin aggiunse di nuovo: "Con la magia. E chi beve birra? Ha un sapore terribile, il tè al muschio di pino è molto meglio".

"C'è qualcosa che sai fare senza la magia?"

Sothis ci pensò a lungo e poi disse: "Combattere".

"Benissimo, è l'unica cosa che non ci serve. Mhmm", sospirò alzando gli occhi al cielo. "Molto bene. Dovremo proprio insegnarti tutto".

"Perché fare le cose normalmente se si può usare la magia? Non capisco perché gli dei si ostinano a non usarla".

"Perché sono cose che fanno le donne e le maghe. Non una cosa da principe di Olimpia. Adesso vieni con me, ti spiegherò l'ordine corretto della disposizione delle posate. Ieri hai fatto un pasticcio"

"Perché, non capisco a cosa serve più di un cucchiaio!"

Sothis passò una nottata noiosa a discutere sulla relatività dei costumi di Olimpia mentre Lin ed Elsi cercavano di spiegargli il modo corretto di disporre i piatti su un tavolo, che era diverso da come si disponevano sul vassoio. Poi c'erano le diverse posate, divise per misura e funzione, i diversi bicchieri – quelli da ambrosia diversi da quelli per il sidro diversi da quelli per l'acqua, ma da non confondere con quelli per la birra – e piatti che andavano sopra e sotto e di lato, la posizione del tovagliolo, le diverse brocche per le bevande e il modo corretto per versarle ... E a Sothis venne un gran mal di testa.

Dopo ore, Lin si rese conto che aveva capito meno della metà delle cose che gli aveva spiegato. "Ci metteremo un bel po'", aveva detto piena di frustrazione.

Dopo aver dormito poco e male sulla branda nella loro tenda, si alzarono all'alba. Sothis provò a sistemare la colazione nel modo che gli era stato spiegato la sera prima (perché la colazione, il pranzo la cena e lo spuntino dovevano essere serviti diversamente?) e si diresse velocemente verso la tenda di Laran.

Era ancora tutto fermo e silenzioso. Laran stava dormendo. Sothis poggiò il vassoio sul tavolo ingombro di carte, mappe e missive, cercando di fare spazio. Dietro di lui il grande letto di Laran era un ammasso di coperte da cui si intravedeva qualche capello biondo.

Silenziosamente, Sothis prese un rotolo per metterlo su una sedia insieme alle altre scartoffie, ma si fermò a leggerlo. Lo aprì e lesse nella scrittura di Olimpia la noiosa lista dei rifornimenti che venivano ordinati da ogni parte del mondo per sostenere l'esercito. All'improvviso sentì un rumore: era addestrato e sempre pronto a reagire, per questo motivo si spostò prontamente quando qualcosa di freddo e luminoso provò a colpirlo. Fu spinto contro il tavolo e un coltello si piantò vicino la sua testa.

Non era Laran a tenerlo fermo, ma una donna completamente nuda.

Aveva i tratti affilati e freddi, gli occhi sottili e a mandorla. La pelle abbronzata era segnata da cicatrici sulle braccia toniche e sul petto, dove pendeva il suo seno pieno e morbido. Sothis non aveva mai visto il petto di una donna e gli salì nello stomaco un certo disgusto. Era davvero una vista strana, tanto più che la donna che lo tratteneva era probabilmente la più brutta che avesse visto. La sua espressione, nascosta dai voluminosi capelli neri, era fredda e letale.

"Che cosa stavi guardando? Eh? Rispondi". La donna premette la lama del coltello contro la tempia di Sothis, ma prima che lui potesse darle una ginocchiata nello stomaco per togliersela di dosso, qualcuno lo fece prima di lui.

I DUE RE  [BL]Where stories live. Discover now