Per un attimo, Sirio si calmò quando si accorse che la donna – una maga a questo punto – stava applicando un balsamo magico sui suoi polsi segnati e sulla sua gola. "Vedi? Non brucia nemmeno un po'...".

Sembrava sinceramente preoccupata per lui, ma Sirio non era un cucciolo che poteva cadere ingenuamente nel suo piccolo trucco.

Che senso aveva curare le sue ferite, se sarebbe morto da lì a poco? A cosa valeva mostrare pietà?

Disgusto e paura si agitarono nel suo stomaco, insieme a una sensazione familiare. La magia stava tornando lentamente, era di nuovo dentro di lui. Era solo una piccola goccia ma era già lì. E quella donna non lo sospettava affatto.

Quando si voltò per chiudere il barattolo del balsamo magico, Sirio chiamò la sua magia per sciogliere i legacci e mettersi in piedi. La maga si spaventò vedendolo libero e capace di fare magie, ma lui non le diede il tempo di reagire.

Le sbatté la testa forte contro il palo di legno e la lasciò svenuta ai suoi piedi. Tuttavia la donna era riuscita a urlare quando era stata ferita e due guardie entrarono nella tenda.

Lo affrontarono: Sirio era ancora debolissimo ma riuscì a svincolarsi da uno e colpire un altro in piena faccia, uscendo dalla tenda.

Si rese subito conto di non poter andare lontano. Non aveva più la sua poca magia e il suo corpo si stava di nuovo indebolendo. Quando uscì dalla tenda, l'intero accampamento degli dei gli si spalancò davanti agli occhi.

"Per Rea", sussurrò, quando la consapevolezza che non sarebbe mai riuscito a fuggire lo colpì come una botta in testa.

No! Il colpo in testa era vero!

Si accasciò in ginocchio, mentre altre guardie arrivavano dietro di lui per metterlo a terra e trascinarlo dentro la tenda. Svenne per la seconda volta, circondato dalle urla di ordini e imprecazioni.

Alla fine, quando si riprese, non era più comodamente steso a terra.

Era in ginocchio, le mani chiuse dentro bracciali gelidi. Sirio non sentiva nessuna magia e quando provava a chiamarla, sentiva un intenso formicolio alle mani. Comprese di essere stato legato con argento freddo, una lega in grado di inibire la magia nei maghi. Non l'aveva mai visto, ma sapeva della sua esistenza.

Provò a muovere le mani, ma era legato ben saldi a terra.

"Non fare storie", disse qualcuno entrando.

Tre dei erano entrati nella tenda. Uno biondo, un bruno e una testa rossa. Non potevano essere più diversi l'uno dall'altro ma avevano lo stesso strafottente modo di atteggiarsi tipico di tutti gli dei. Se lo sguardo poteva ferire, quei tre sarebbero morti sul posto, tanto Sirio li guardò male.

"Quello è argento freddo, non puoi liberarti. Lo dicevo io che ti dovevamo uccidere. Ferire la povera Sibil è stata la mossa di un infame. E lei che si era persino offerta di guarirti!"

"Qui l'unico infame è quello che chiamate re", rispose Sirio a denti stretti e i tre dei rimasero piuttosto colpiti quando lo sentirono parlare. Dopo aver capito cosa aveva detto, si infuriarono.

"Io gli strappo la lingua!"

"Laran ha detto di non fargli nulla", disse il bruno agli altri due. "Cosa pensavate, che ci avrebbe ringraziato e invitato a prendere un tè? Tu, nysa. Sei prigioniero di guerra del principe Laran e porterai rispetto alla sua famiglia".

"Andate avanti voi a succhiargli il cazzo, io preferirei di no".

Persino il dio bruno, ora, strinse la mascella e fece una smorfia.

I DUE RE  [BL]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora