capitolo 16

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"ciao Mad!" urlarono all'unisono mio fratello e la mia migliore amica prima di oltrepassare la porta di ingresso; era passata una settimana da quando un vortice di farfalle si fece spazio nel mio stomaco a causa del tedesco.
Mase e la sua compagna sarebbero dovuti partire la mattina stessa per concedersi sette giorni di relax i quali la casa era tutta a mia disposizione; ciò significava una cosa sola: feste.
andai a prendere subito gli m&m's crispy, quelli dalla confezione azzurra: i più buoni tra l'altro; mi dirisi in salotto e dopo aver acceso la televisione ed essere andata su prime video inizia a farmi la maratona di "the maze runner".
il suono del citofono interruppe i miei primi attimi di felicità; svogliata mi alzai dal divano e dirigendomi verso l'entrata urlai a squarcia gola "chi è?" "sono Kai" sentii solamente; con la faccia ancora scocciata aprii la porta, e lui lo notò "che è questa faccia? non sei felice di vedermi" domandò il riccioluto per poi darmi un tenue bacio sulla guancia e dirigersi in salotto dove prese comodamente posto sul divano come se fosse a casa sua.
"che ci fai qui?" chiesi sedendomi a pochi centimetri da lui "ho saputo che dovevi stare sola per 7 giorni, ho deciso, quindi, di farti compagnia" al
che lo trucidai con lo sguardo "non starai mica qua per tutta la settimana"  affermai e come risposta ottenni solo un sorriso da parte del più grande.
***
erano passate tre ore, il tedesco occupava ancora il mio divano mentre guardava gli ultimi minuti di "the maze runner" e si sgranocchiava i pochi pop-corn rimasti nella ciotola; io ero seduta affianco a lui e anziché godermi la saga, il mio sguardo finì su riccioli d'oro e non cambiò più direzione: i miei occhi erano fissi su di lui, meraviglioso come non mai.
aveva i capelli leggermente bagnati che gli ricadevano sulla fronte, il viso concentrato intento a capire con precisione ogni singola scena del film riprodotto sul vasto schermo, i pantaloncini del Chelsea gli calzavano a pennello e la maglia con riportato il medesimo stemma, risaltava a pieno i suoi muscoli e la sua corporatura.

non dovevo innamorarmi di te Where stories live. Discover now