capitolo 6

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kai
"sali in macchina ti ho detto" dissi alzando un po' troppo il tono; la vidi sussultare dallo spavento, in quel momento però ero troppo arrabbiato e privo di autocontrollo per accorgermi che stavo esagerando.
senza pensarci due volte, con passo deciso mi avvicinai a lei; ero arrabbiato, troppo, la feci voltare e la spinsi esageratamente; solo qualche istante dopo riuscii ad accorgermi realmente di quello che avevo fatto.
lei era distesa a terra davanti a me, "mad" dissi ma non ottenni nessuna risposta, "ti prego madison svegliati" e con le lasciarne agli occhi mi sedetti al suo fianco, abbracciandola.
"ei madison" disse Shelly cercando la ragazza priva di respiro distesa davanti a me, "ma che cazzo hai fatto" sentii una voce spezzata dal pianto, mi voltai e vidi Shell ammirare la bellissima ragazza che tenevo tra le braccia.
"è inciampata..." risposi cercando di auto convincermi; "si, è inciampata e mo non respira più" ribatté la ragazza davanti a me prendendo il telefono, "che fai?" le chiesi piangendo come un disperato "chiamo un'ambulanza ciglione" dichiarò con tono ovvio la mora "e pensare che gli avevo raccomandato di non farsi ferire" continuò ma io la interruppi "cazzo Shelly, è inciampata, non farei mai una cosa del genere, non volontariamente, porca puttana la amo" esclamai sussurrando la frase finale.
"la ami e intanto te ne sbatti un'altra" concluse prima di portarsi il telefono all'orecchio.
***
"salgo io con lei" dissi appena i medici scesero dall'ambulanza con la barella, "è il fratello?" mi domandò un medico, abbastanza giovane, castano, con gli occhi di medesimo colore, muscoloso e con poca barba, "no, sono il ragazzo" dissi senza neanche pensarci due volte; Sophia era al mio fianco ma non mi importava, quelle parole uscirono così spontanee dalla mia bocca che capii a pieno di essermi veramente innamorato.
"prima di salire dammi le chiami della tua macchina, vi seguo e ci troviamo fuori dalla sua stanza" disse Shally fulminandomi con lo sguardo, ma accennando un sorriso.
***
è passata un'ora da quando siamo all'ospedale, i medici ancora non ci hanno detto niente, tutti sono seduti, io con le lacrime agli occhi faccio avanti e indietro alla stanza in cui stanno facendo delle analisi alla ragazza che amo; è così bella: capelli lunghi di un castano chiaro, occhi verdi, un naso che gira all'insù ricoperto da tenui lentiggini, ha un corpo da incanto, è perfetta.
finalmente la porta della stanza "213" si apre, tutta quella attesa mi stava uccidendo, "ha sbattuto forte la testa, troppo, è in coma..." disse il medico avanzando poi verso i genitori di Madison e dispiacendosi con loro.

non dovevo innamorarmi di te Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang