capitolo 9

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madison
"perché Kai non è venuto? perché mi ha spinto? perché si è comportato così con me?."
troppe domande, alle quali però non sapevo dare una riposta; i miei pensieri furono interrotti dal rumore che emise la porta appena si aprì.
Alexandro fece il suo ingresso nella stanza bianca, aveva un lungo camicie il quale colore combaciava perfettamente con quello delle pareti, in mano aveva una cartelletta azzurra che controllò attentamente svariate volte prima di rivolgersi a me.
"domani puoi uscire" disse accennandomi un sorriso e chiedendomi poi come stavo, "bene" risposi e ovviamente ricambia la domanda, "vuoi che ti faccio un po' di compagnia" mi domandò lui e io immediatamente accettai: iniziammo a parlare del più e del meno, in realtà solo di Kai; "scusami se ti ho usato come psicologo" dissi dopo cinque minuti abbondanti che argomentavo sul riccioluto e sulla nostra minima storia, "non ti scusare, te non hai fatto niente di male, e poi il mio sogno nel cassetto da bambino era proprio quello di diventare uno psicologo" esclamò ridendo lievemente asciugandomi qualche istante dopo una lacrima solitaria che mi rigò la pelle liscia.
***
ero arrivata finalmente a casa mia, non sapevo di preciso cos'era successo durante il breve periodo in cui ero in coma, così subito dopo aver finito di asciugarmi i capelli, chiamai mio fratello e la mora che all'istante arrivarono e si accomodarono sul divano accanto a me; "allora? cosa mi sono persa?" chiesi sorridendo aspettando delle risposte da parte di entrambi: "le ultime partite le abbiamo vinte tutte" disse mio fratello baciando lo stemma riportato sulla sua divisa calcistica vantandosi, anche se ironicamente, senza scrupoli.
"Kai ti ha dedicato il goal più bello che abbia mai fatto" disse la mia migliore amica interrompendo il discorso che stava facendo il suo ragazzo, ed è proprio in quel momento che i pensieri della mattina precedente mi ritornarono al cervello "perché fa così, si comporta male con me, ma poi mi dedica il goal più bello che abbia mai fatto" penso facendo insospettire un po' troppi Shall che prese subito parola "dovreste parlare Mad, ignorandovi e facendo gli orgogliosi non risolverete niente" ammise sinceramente guardandomi negli occhi e sorridendo "non ho voglia di parlargli, neanche di vederlo se dobbiamo essere sincere, lo vedrò massimo agli allenamenti, insomma non sarà lui a impedirmi di andare a vedere mio fratello e i miei amici di una vita allenarsi" esposi cercando di togliermi quel dannato nome del cervello "Kai".

non dovevo innamorarmi di te Where stories live. Discover now