Atelier Gucci - 18

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Mi fa saltare i nervi!
Cristo santissimo, so che nessuno dei due vuole avere più a che fare con l'altro ma lavoriamo insieme.
Non sarebbe meglio avere un rapporto civile?
Ecco come a va a finire, un vaffanculo urlato con rabbia.
Ma poi perché non la lascio qui e me ne frego?
Non mi so dare una risposta, ma devo ammettere con me stesso che stamattina mi sono divertito, farla incazzare mi fa sentire vivo.
Va bene Harley Quinn, a noi due.
Faccio il giro dell'isolato e parcheggio la macchina.
Entro da Gucci e una commessa viene subito da me
"la signorina Van Der Berg?" le chiedo
"è in sala prova"
Mi fa strada e in silenzio entro e mi siedo su una poltrona.
La sento canticchiare nel camerino mentre si mette il vestito suppongo.
Aspetto paziente, voglio proprio vedere la sua faccia, sarà divertente.

Quando esce e mi vede il suo viso ha una gamma così vasta di espressioni da sembrare un cartone animato, resta a bocca aperta.
No non è divertente, ora mi ammazza ma cazzo, è dannatamente sexy, non dovevo entrare! Come si dice Max? Chi la fa la aspetti!
Mi sono fatto autogol da solo.

Il vestito ghiaccio lascia veramente poco all'immaginazione, la fascia come una seconda pelle, accarezzando quelle curve così pericolose del suo corpo.
Da quando ha un tatuaggio?
Cerco di leggere la scritta in corsivo che ha su un fianco ma non ci riesco.
"tu spiegami chi ti ha detto che potevi entrare Verstappen!" mi sta urlando
Ecco, l'ho fatta incazzare, lo volevo no?
"credevo ti servisse un consiglio di moda"
"ma fammi il piacere! Sicuramente non da te! Vattene"
"ghiaccio eh? Freddo come te"
"ti ci butterei di testa in un lago di ghiaccio credimi"
"ti sta bene comunque" le dico omettendo ovviamente che è bellissima
"te ne vai? Mi lasci in pace?"
"senti harley, dobbiamo lavorare insieme no?"
"purtroppo si"
"ok allora cerchiamo almeno di non ucciderci ok?"
"difficile, ho voglia di strozzarti ora e ce l'avrò sempre"
"si anch'io però al momento non possiamo"
Sbruffa dirigendosi verso il camerino
"andiamo a pranzo?" le chiedo e sinceramente non so neanche io come cazzo mi è venuto in mente, ma che mi prende?
"Finirà che mi vomiterai addosso"
Touche'.

Esco dalla sala prove e la aspetto alla cassa, poco dopo torna e usciamo dal negozio.
Saliamo in macchina in un religioso silenzio, io ancora sto cercando di capire perché le ho chiesto di pranzare con me.
"ascoltami bene Max una volta per tutte, io e te lavoriamo insieme e basta. Non siamo amici, non siamo complici non siamo niente di niente chiaro?"
"chiarissimo"
"quindi vuoi mangiare? Ok mangiamo, due colleghi punto. Se solo ti azzardi a dire qualcosa che faccia un benché minimo accenno a 14 mesi fa ti giuro che lo rimpiangerai"
"harley ho cancellato quel periodo, non ha contato nulla per me" le dico
"su una cosa siamo d'accordo, neanche per me"

Abbiamo ordinato al cameriere e ora siamo seduti uno di fronte l'altro ma non ci guardiamo e non ci parliamo. Lei tamburella nervosamente le dita sul tavolo, io sto contando ritmicamente le punte della forchetta.
Mi sono cacciato da solo in questa situazione, mi sento un perfetto coglione.
Si alza per andare al bagno e approfitto di questi minuti per cercare un'ancora di salvezza, l'unica possibile, Daniel.

"ehy ho appena visto l'intervista! Divertente e piena di cazzate" mi dice Daniel senza neanche salutarmi
"quale sarebbe la cazzata?"
"che ami solo la tua macchina"
"ancora? Senti Dan sono in una situazione di merda"
"che è successo? Dove sei?" mi chiede subito allarmato
"al ristorante con Bea"
Aspetto che finisca di ridere come un pazzo
"da soli?"
"si cazzo!"
"e allora? Almeno vi parlate, chi vi ha obbligato a mangiare insieme? Christian o marko?"
"veramente l'ho invitata io"
Di nuovo devo aspettare che finisce di ridere
"se non volevi perché lo hai fatto?"
"Non lo so! Ma ora siamo qui e nessuno dei due lo vuole"
"sicuro?"
"cazzo Dan vieni qui!"
"buon appetito Max" e ride ancora
"Daniel no! Aspetta!"
Troppo tardi, ha attaccato. Cazzo! Rimetto via il telefono mentre lei torna e si siede, ha le mani e il collo rossi, deve essersi bagnata con l'acqua fredda, la sua pelle fa così si arrossa se l'acqua è fredda, lo so bene, me lo ricordo. Possibile che sia nervosa?
Decido di provare a parlare
"da quando hai un tatuaggio?"
Mi guarda e mi brucia con lo sguardo
"l'ho visto da Gucci" puntualizzo
"da un po', ho iniziato a farli più o meno un anno fa"
"farli? Quanti ne hai? Non si vedono"
"sono nascosti, non mi piace farli vedere troppo, con quel vestito se ne vede solo uno sul fianco sinistro" mi spiega, infatti è proprio quello che ho visto io
"quanti ne hai?" ripeto curioso
"fidati che non vuoi saperlo"
"si invece"
"no e poi non sono cazzi tuoi"
"tre?" azzardo, Daniel che ne ha parecchi mi ha sempre detto che bisogna averli dispari
"cinque" mi dice e mi si gela il sangue. Una lama come quelle che sentivo quella notte mi si è appena conficcata dentro.
Cinque, so che non è un caso.
Cinque, il giorno che siamo usciti la prima volta.
Cinque, il numero del giorno del nostro primo bacio
Cinque, il numero della suite di quella notte.
Cinque, il nostro numero.
"sono tutte scritte?"
"no e non intendo né farteli vedere né spiegarti cosa sono"
"almeno quello che ho visto"
"whatever it takes"
Un'altra lama conficcata.
La canzone degli Imagine Dragons, la nostra canzone.
Per fortuna ci portano i piatti e possiamo mangiare lasciando stare i tatuaggi.
Si porta la forchetta alla bocca e nel silenzio del nostro tavolo sento un piccolo tintinnio, metallo contro metallo.
No! Non ci credo! Possibile? Se così fosse potrei svenire qui, non c'è cosa che mi piace di più, mi fa impazzire e se così fosse...devo sapere.
"hai sbattuto la forchetta nei denti?"
"no"
Cazzo!
"harley hai un piercing?"
"due"
Cazzooo! Cazzoooo!
"dove?" mi passano davanti agli occhi immagini che in questo preciso momento non dovrebbero
"lingua e ombelico"
Uccidetemi vi prego! Ho un enorme, grandissimo debole per i piercing, li trovo dannatamente sexy e eccitanti.
In tutta risposta apre la bocca tirando fuori la lingua e vedo per la prima volta quella maledetta pallina di metallo. Sono malato se me la immagino addosso a me? Si, molto malato!
"perché?" riesco solo a dire con una voce stranissima
"avevo bisogno di sentirmi diversa e così ho iniziato, poi ho continuato"
"harley io..."
"questa carne è buonissima"
Mi ha bloccato, si vuole proteggere lo capisco benissimo e questo cambio di discorso immediato ne è la prova.
"Bea io..." riprovo chiamandola con il suo nome, non sapendo neanche io esattamente cosa volevo dirle
"Max no! Non voglio parlare di un anno fa ok? Te lo avevo detto!"
"si qui la carne è veramente eccezionale" le dico e per la prima volta da quando ci siamo incontrati a Milton Keynes mi sorride, anche se è un sorriso con un leggero accenno omicida.

Quando l'ho portata a casa, ci siamo salutati in fretta e solo con un ciao, è entrata in fretta in casa senza neanche guardarmi.
Sul divano c'è la famosa mazza da baseball di stamattina, potrei portargliela ma è meglio di no. È stata una giornata strana, molto particolare e ho bisogno di riflettere, non so ancora esattamente su cosa.
Cristo quanto la odio! Anche se non volutamente mi fa rivivere quella notte e questa cosa mi fa incazzare da morire! Sento che sto per esplodere, è come se riaffiorasse tutto il dolore e non so dove indirizzarlo, come incanalarlo. Do un calcio al tavolo davanti al divano talmente forte da far cadere il vaso che mi ha regalato mia sorella facendolo rompere in mille pezzi. Vic mi ucciderà.
Devo sfogarmi in qualche modo.
Chiamo di nuovo Daniel

"ehy tornato?"
Sono fuori di testa, completamente impazzito
"tatuaggi... Piercing... Lei..."
Respiro a fatica
"Max calmati!"
"no! Cazzo! Tu non ti rendi Conto! Non ci riesco, non ce la faccioooo!"
"cristo! Arrivo!"
Cerco di calmarmi ma mi sento tremare.

Quello che Max non poteva neanche lontanamente immaginare è che a distanza di muro Beatrix era sdraiata sul letto al telefono con la sua amica Helene in una valle di lacrime.

Heart And Hate Where stories live. Discover now