Gara - 25

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Li raggiungo nell'istante che Bea si stacca dall'abbraccio di Daniel.
"ehy" dico pensieroso
Lei si gira a guardarmi e vedo che ha pianto di nuovo, ma Cristo!
"che succede?" riprovo
"niente di che, solo un po' di nervosismo Pre gara vero Bea?" le dice Daniel
Lei annuisce
"e perché scusa? Corri?" le chiedo ironico
"dopo il giro in kart potrei farlo e sarei molto meglio di te"
"sicuramente, specialmente quando vuoi frenare dove non dovresti"
"Non ti rispondo neanche. Andiamo ora, devo passare a prendere le tue cose mentre sei in briefing" mi dice mentre mi passa davanti
Prima che Daniel possa seguirla lo fermo
"nervosismo Pre gara?" gli chiedo
"Max dai, lasciala stare ok?"
"è strana Daniel, non è la harley di sempre"
"cioè?"
"Non lo so, c'è qualcosa che non mi convince"
"Non è che sei tu strano invece? Non è che ti stai finalmente rendendo conto che sei innamorato di lei?"
Alzo gli occhi al cielo
"ti sei fissato eh! No! Non sono innamorato di lei come te lo devo dire?"
Sbruffa
"sarà una lunga e estenuante stagione" mi dice mentre ci avviamo seguendo Harley che è stata raggiunta da Pierre e Charles e ora sta ridendo, almeno sembra serena.
Allungo il passo seguito da Daniel che sorride, voglio sentire che si dicono.

"Southampton? Che c'è li da farti sparire per i prossimi giorni?"
"sei proprio un impiccione Charles"
"sarebbe da chiederle chi c'è lì" ride Pierre
"e tu dovresti essere il mio migliore amico?"
"dai Bea, diccelo"
"sembrate due pettegole"
"aspetta! Ora ricordo! Stuart Armstrong!"
"e chi sarebbe?" chiede Charles
"un giocatore del Southampton che va dietro alla nostra Bea da parecchio tempo, vero piccola?"
"Pierre piantala, Stuart è solo un amico"
"e Stuart little sa che è solo un amico per te?"
"si Charles lo sa. Siamo cresciuti praticamente insieme da piccoli e quando mi è servito di allontanarmi da Londra mesi fa, prima di arrivare in Alpha Tauri mi ha ospitato, tutto qua"
"e perché dovevi allontanarti?"
"ma insomma! Vi volete concentrare sulla gara invece che sul mio passato? Tanto non vi racconto niente"

Rallento mentre Daniel vicino a me ancora ride
"soddisfatto?"
"cretino"

Quando il briefing finisce, prima di andare al box, entro in ufficio di Christian
"Max dimmi"
"devo parlarti"
"ti ascolto"

~~~~~~

Cammino insieme a Max, verso il box mentre gli vengono scattate centinaia di foto. Quest'anno ha addosso una pressione assurda.
"ci sei?"
"si harley tranquilla. Parti subito stasera?"
"domani mattina presto. Ti ho già fatto mettere la sveglia in reception. Vedi di non fare casini e svegliati!"
"viaggio con Daniel e lui è peggio di te, quindi sta tranquilla mi sveglierò, per una volta senza mazza puntata contro"
Anche se non voglio mi fa sorridere. Devo mettere un po' di distanza e il viaggio a Southampton mi farà bene.

È arrivato il momento, Max si sta preparando, gli passo tutte le sue cose mentre mio nonno e Jos ci guardano con un'aria soddisfatta.
"ultime parole?" mi dice con il casco poggiato sulla testa
"ma che vai in guerra?muoviti scemo"
"mi serve un incoraggiamento alla harley"
"non ti serve niente, non ti è mai servito niente specialmente da me e lo sai bene"
"uno solo?"
"Dio che urto quando fai il bambino!"
Si calca il casco con un'aria divertita, poi i suoi occhi cambiano. È come se mettendo il casco lui spinga un interruttore ed entri in modalità gara, modalità killer dell'alta velocità. Un leone ecco, ha lo sguardo da predatore e Che qualcuno mi aiuti a capire, non so per quale diavolo di motivo mi sento tremare le gambe.
Southampton, mi serve southampton e aria pulita.
Mi guarda ancora e gli faccio una linguaccia mostrandogli il mio piercing che vuole tanto vedere.
I suoi occhi cambiano ancora, il blu diventa ancora più blu, le iridi più grandi, ma chi sei un camaleonte?
Alza le braccia al cielo e emette un suono da dentro il casco che non so decifrare.
Entra in macchina, scuotendo la testa.
Al di là che ci odiamo per tutto il male che ci siamo fatti, da dentro me stessa lo incito. Dai Max, buona fortuna campione!

È una gara folle, piena di contatti, tutti vogliono vincere e non si tirano indietro in nessun caso.
Max ha dei problemi con la potenza del motore e lo sento urlare alla radio.
I tecnici ripristinano la sua macchina e riprende la gara, urlando insulti, vorrei tanto strappare la cuffia a Gian e urlargli di contenersi.
Finalmente ha ripreso chi lo aveva passato e dal monitor vedo che ha appena passato Charles e si è portato al secondo posto.
La radio tace finché non lo richiamano al box per il cambio gomme.
Non è d'accordo ovviamente, Dio com'è arrogante, di nuovo mi viene voglia di urlargli di smetterla.
Gian lo obbliga e lui rientra a 20 giri dalla fine.
Una Mercedes lo tocca in curva e lui esce di pista per un momento ma con una manovra non so neanche io come, riesce a rientrare. È testardo all'inverosimile, non Molla, mi sembra quasi di vedere i suoi occhi, il leone lotta, lotta fino alla fine, non molla, e riesce ad arrivare sul podio secondo.
Non mi ero mai soffermata a vederlo correre nel mio anno all'Alpha Tauri, intravedevo la sua monoposto e giravo lo sguardo. Devo ammettere che è veramente in gamba, è qualcosa di unico vederlo correre, ha ragione mio nonno, è un campione.

Quando scende dalla macchina esultando per il risultato ottenuto, resto in disparte, non lo avvicino. Mio nonno mi abbraccia felice
"è bravo vero?" mi chiede
Annuisco soltanto, non posso dire nulla, si è bravo, molto, ma resta sempre lui per me, lo stronzo che mi ha ridotto in mille pezzi, lui che mi ha devastato, il padre del mio bambino che ho perso.

Dopo I festeggiamenti del podio, stiamo camminando verso le interviste post gara.
Gli passo la sua borraccia con l'acqua e lui beve dalla cannuccia, è sudatissimo e sa di champagne.
"vedi di non dire cose assurde al tuo solito"
"quindi non posso parlare di te e di come mi bullizzi?"
"se non vuoi morire, no non puoi"
"sai perché andavo forte?"
"sentiamo sta perla vai"
"il piercing"
Lo guardo come se fosse fuori di testa, probabilmente lo champagne se l'è bevuto tutto.
"mi eccita harley"
"sei odioso! Non ti azzardare mai più a fare questo genere di allusioni con me!"
Si ferma in mezzo alla Pit lane e mi fissa
"e perché? Sei eccitante e anche se ti odio mi viene voglia di..."
"vaffanculo Max!" urlo
Vedo tanta gente girarsi verso di noi
"pensi che l'ho dimenticato? Sei stata l'avventura di una notte sola ma è stato..."
"niente, non è stato niente!" lo interrompo
"un niente che ancora ti fa vibrare però, lo vedo harley, lo sento"
"tu non sai niente, niente!" urlo
"allora dimmelo! Lo so che c'è qualcosa! E se l'unico modo per scoprire cos'è è farti incazzare lo farò!"
Restiamo per un secondo a guardarci furiosi, gli occhi di entrambi ridotte a due fessure, in attesa che uno dei due parli.
Veniamo raggiunti da Christian, probabilmente qualcuno lo avrà avvisato del nostro litigio in bella vista.
"calmatevi!" ci dice guardando prima me poi Max
Da noi ancora silenzio
"Max vai! Ora! Fai l'intervista. Bea tu aspetta"
Annuisco mentre tolgo lo sguardo da Max e lo vedo andare.
"mi dispiace tanto scusa" gli dico sincera
"bea forse è arrivato il momento che tu gli dica la verità non credi?"
"credo di sì. Almeno la smetterà. Ti prometto che appena lo rivedrò in Bahrein lo farò Christian"
"perfetto, è meglio"
Dopo averlo salutato torno in hotel e appena arrivo davanti alla mia porta trovo una rosa, non ne avevo più trovate, di nuovo con il solito cartoncino, A.
La prendo e entro in camera mia, metto la lettera insieme alle altre e mi butto sul letto.
Se vuole sapere lo saprà, tanto non cambierà nulla.
Probabilmente dirà altre mille cattiverie, che avrei voluto incastrarlo? Che è meglio che sia successo? Che non gli sarebbe importato?
Sicuramente, devo solo prepararmi psicologicamente a tutte queste cose, ma so che è arrivato il momento.
OK Max vuoi scoprire quello che mi è capitato? Lo farai.

Prendo un foglio di carta

Appena ci rivediamo in Bahrein, devo parlarti. Ti dirò tutto ma ricorda Max dopo non ne parleremo mai più. B.

Esco dalla camera e incastro il foglio piegato con il mio messaggio nella sua porta.
Rientro e prendo la mia valigia diretta verso l'aeroporto, preferisco attendere la il volo piuttosto che rischiare di incontrarlo di nuovo, almeno per oggi.

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