Madame Toussaud's - 8

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Quando arrivo alla sede per l'incontro con Christian ho un umore nero, sonno arretrato e occhi arrossati.
Alle 11.10 entro nell'ufficio del mio capo, senza salutare mi siedo e aspetto la ramanzina.
"cristo Max stai male?"
"no sto bene"
"no che non stai bene! Che è successo?"
"non ho dormito tutto qua. Allora ha firmato? Dimmelo"
"tu vuoi dirmi che solo questo pensiero ti ha ridotto così?"
"si cazzo! Siiii" urlo incazzato
Christian si alza e esce dalla stanza ma torna dopo neanche due minuti con una tazza di caffè, richiudendo la porta.
"Max bevi, ti farà bene. La mano come va?"
Non ci avevo più pensato
"tutto ok. Christian ti prego dimmi se ha firmato"
"no non l'ha fatto"
Crollo sullo schienale della sedia chiudendo gli occhi respirando forte.
Dio ti ringrazio.
"Max siamo soli ora, solo io e te. So che non ne vuoi parlare con nessuno, probabilmente Daniel sa vero?"
Apro gli occhi e annuisco
"ok. Puoi fidarti di me, se hai bisogno di parlare e vuoi sfogarti ti ascolto"
Lo guardo e valuto la situazione.
"no Christian però grazie. Voglio solo dimenticare. Posso andare ora?"
"Non puoi tornare a casa così"
"no, pensavo di andare a dormire qui nelle stanzette e poi più tardi lavorare al simulatore"
"si certo, ti vengo a svegliare più tardi"
Mi Alzo a fatica e mi Trascino per il corridoio, arrivo nella stanza e mi butto sul letto, appena tocco il cuscino crollo.
Sono salvo, pericolo scampato, non ha firmato.

×××××××××××××

Sono già passati due giorni dalla festa e con Pierre va tutto benissimo. Abbiamo girato Londra in lungo e in largo, passando il tempo a ridere e a scherzare. Non ho mai pensato fortunatamente a quei pensieri che cerco di affossare ogni santo giorno, specialmente da quando ho rivisto il troglodita giorni fa.
Stiamo quasi per uscire, stamattina porterò Pierre a visitare il museo delle cere di Madame Toussaud's.
"sei pronto P?"
"si arrivo!"
Intanto prendo le chiavi della macchina
"eccomi" vede che ho le chiavi della macchina in mano
"no dai, andiamo in metropolitana"
"perché?"
"perché così al ritorno ci possiamo fermare in uno di quei parchi bellissimi e possiamo rilassarci un po' no?"
"che hai in mente?"
"niente giuro"
"ti conosco troppo bene, tu hai in mente qualcosa"
"dai andiamo" mi sfila le chiavi dalla mano e le posa sul tavolo.

Il museo delle cere è sempre straordinario, tutti i personaggi raffigurati sembrano veri, ci scattiamo un'infinità di foto, felici come due bambini. Due ottimi amici che stanno cercando di scoprire se c'è qualcosa tra di loro.
Uscendo inciampo in uno scalino e sto per cadere quando Pierre mi afferra saldamente. Siamo viso a viso, vicinissimi.
Credo che ci stiamo per baciare, guardandoci negli occhi e avvicinandoci quasi a far sfiorare le labbra ci stacchiamo e riprendiamo a salire uscendo dal museo.
Di nuovo la stessa identica situazione di sempre, perché?
Camminiamo in un silenzio imbarazzato fino a Regent's Park dove ci sediamo in una delle tante panchine proprio come due tipici Londinesi.
Decido di affrontare il discorso, è troppo tempo che va avanti questa storia.
"Pierre posso parlarti di una cosa importante?"
"certo Bea, dimmi pure"
"perché tra di noi è così?"
"non lo so, ci sto pensando anch'io"
"io ti piaccio Pierre?"
"credo di sì. E io a te?"
"credo di sì"
"ma non riusciamo a fare nulla. Come se ci fosse qualcosa che ce lo impedisce vero?"
Annuisco
"senti B, tu sei importante per me sei diventata la mia migliore amica e adoro lavorare con te credimi.
Io sento che però voglio provare a frequentarti non come la mia assistente o la mia amica, ma come una ragazza che mi piace e che voglio provare a conoscere diversamente, vada come vada"
"è la stessa cosa per me"
"ok. Credi che siamo inciampati in questo empasse perché lavoriamo insieme?"
"ci ho pensato si. Tante volte ho paura che se poi dovessimo scoprire che non va bene tra di noi, sarebbe difficile lavorare insieme"
"esatto, lo credo anch'io. Quindi ho pensato una cosa. Se tu accettassi di lavorare con Max..."
"nooooo!" scatto dalla panchina come una molla
"tu sai quello che è successo! Non puoi chiedermelo anche tu"
"bea è passato un anno, ormai è andata, vai oltre. So che hai la forza per farlo e per mettere a tacere quel pazzo e io e te potremmo avere una possibilità o almeno capire realmente cos'è"
Mi risiedo, se non fosse Max e fosse un essere umano normale probabilmente avrei accettato ma qui parliamo di lui, dello stronzo per eccellenza!
È anche vero che Pierre ha ragione.
"fammici pensare ok?"
"d'accordo B ora vieni qui"
Mi abbraccia e mi accocolo a lui, è una bella sensazione.
"potrei abituarmici sai?" gli dico
"si anch'io" mi risponde dandomi un bacio sulla testa.
Dopo un po' di tempo passato così torniamo a casa, stavolta facciamo il tragitto abbracciati, forse il solo fatto di parlarne ci ha già avvicinato. Ho bisogno di riflettere.

~~~~

Milton Keynes

Io e Pierre siamo arrivati alla sede. Lui oggi deve lavorare al simulatore, così l'ho accompagnato. La sera prima avevamo parlato ancora della nostra situazione e prima di andare a dormire ci eravamo scambiati un bacio a stampo sulle labbra. Stavo iniziando a valutare la proposta della Red bull, la cosa con Pierre mi incuriosiva parecchio e diminuiva la paura del troglodita.
"se vuoi tornare a Londra, mi faccio accompagnare quando ho finito"
"no ti aspetto. Mi faccio un giro qui e poi pranzo con il nonno e Christian"
"d'accordo allora vado" mi da un altro bacio e prende il suo zaino dalla macchina.

Passeggio fumando per il grande spazio della sede Red Bull con le cuffiette messe quando avverto una presenza alle mie spalle, mi sento afferrare alle spalle e portarmi di peso dietro un albero.
"lasciami!" urlo all'aggressore
Mi sento lasciare le spalle e mi volto spostando il peso sulla gamba sinistra e mollando un calcio nelle palle all'aggressore con la destra perfettamente coordinata.
"cazzoooooo!"
Sbarro gli occhi mentre lui si tocca la zona colpita con il viso rosso e contorto dal dolore
"dovevo dartelo un anno fa!"
Lo lascio lì a contorcersi dal dolore e corro lungo il viale cercando di entrare e andare da Pierre.
Vengo di nuovo raggiunta da lui
"fermati stronza"
"ne vuoi un altro?"
"che sei venuta a fare? Ti ho detto che non ti voglio qui"
"è tua la Red Bull? Non comandi niente se non lo sai e io posso stare quando e come mi piace. Chiaro?"
"devi rifiutare l'incarico che ti hanno offerto"
"senti che cosa vuoi da me?"
"che sparisci con Pierre e te ne torni in Alpha Tauri e stai lontana da me"
"oh tranquillo piccolo mostro insensibile che mi guardo bene dall'avvicinarmi a te"
"allora perché sei qui strega malefica?"
Non resisto, ora ti faccio morire
"ho un pranzo con mio nonno e con Christian dove firmero' il contratto che mi hanno proposto. È un bel contratto. Ho tantissimi benefit, per il disturbo di dover lavorare con uno stronzo egocentrico e con un ego enorme, beh proprio enorme no, diciamo piccolo e insignificante piuttosto, ma comunque vediamo, avrò ovviamente un aumento di stipendio così da potermi comprare tutto quello che voglio, una porsche 911, un appartamento a Monaco vista mare e una villa con piscina qui a Milton Keynes.
Potrei chiedere anche un jet privato e uno yatch, mi darebbero anche la luna se la chiedessi.
Vedi Verstappen aver trattato di merda tutti quegli assistenti ha giocato a mio favore, non al tuo, hai perso"
Max ha un colorito spento, sul suo viso il rossore è sparito, lasciando posto a un bianco cadaverico.
"d'accordo allora non mi lasci altra scelta"
Prende dalla sua tasca il telefono e lo gira verso di me
C'è una foto mia e di Pierre della festa che lasciamo l'hotel abbracciati e con la valigia.
"so della tua storiella segreta e se non rinunci questa bella notizia sarà sui giornali e tutti sapranno. Hai tempo fino al pranzo"
Scoppio a ridere così forte e di cuore che mi fa male lo stomaco. Lui mi guarda e non capisce
"piccolo ingenuo, mi fai quasi tenerezza. Io e Pierre non abbiamo segreti. Probabilmente Daniil è più amico mio che tuo. Scacco matto al re Verstappen, ma continua ad impegnarti, prima o poi ci riuscirai"
"sei un diavolo, un maledetto diavolo lo sai?"
"si e per me credimi è un complimento. Vuoi unirti a noi per il pranzo? Festeggiamo la mia vittoria"
Lo dico certa che non accetterebbe mai
"con piacere, ci vediamo al ristorante. scacco matto alla regina Harley Quinn"
Cazzo, mi ha fregata!

Heart And Hate Where stories live. Discover now