ragazzi arroganti e vestiti perfetti

"rosè lei è la mia ragazza" (cap. 14)

-rosé pov.
non so cosa mi stava succedendo in quel momento ma usai le uniche forze che avevo in quel momento per correre lontano da lui, in camera mia.
sbattei la porta e la chiusi a chiave, iniziai a piangere senza pensare a una cosa precisa. l'unico mio punto fisso in quel momento era sapere il perché di quelle cose, perché me le aveva dette? perché faceva così? perché mi faceva questo? siamo fratellastri adesso, non ci può essere niente.
tra lacrime, urla, singhiozzi, pugni al muro e pensieri, mi misi le cuffie per non sentire jungkook che nel mentre cercava di farmi aprire la porta e mi addormentai su quel pavimento gelido, accanto alla porta.

il mattino seguente—
-rosé pov.
aprii gli occhi rossi e gonfi dalla scorsa notte... non ricordavo molto dell'accaduto, solo mi sentivo vuota, spaesata.
guardai l'orario e notai che erano ancora le 5 del mattino, la mia sveglia sarebbe suonata tra 2 ore. nonostante fosse ancora presto mi alzai dal pavimento ancora debole e mi misi a sedere sul morbido materasso, quando una forte fitta alla testa si fece sentire arrivando anche alla schiena.
avevo dormito a terra tutta la notte, e il pavimento oltre ad essere gelido è anche duro. cazzo...
provai ad alzarmi ma accusai altri dolori lungo la spina dorsale.
"cazzo cazzo cazzo, ma perchè tutte a me" dissi quasi urlando mettendomi le mani tra i capelli e stringendoli quasi a tirarli.

—

dopo un po' riuscii ad alzarmi e a scendere in cucina. mangiai nonostante non avessi fame ma per prendere le medicine bisognava mangiare qualcosa prima e fui costretta.
mangiai poco ma almeno misi qualcosa in pancia.
presi una pillola per il mal di testa e degli antidolorifici per la schiena. questi avrebbero fatto effetto tra meno di un'ora ma sarebbero durati almeno tre ore.
mi misi a sedere sulla penisola con le gambe a penzoloni mentre sentii dei rumori provenire dal piano di sopra. una porta si era appena aperta e subito dopo chiusa... dei passi pesanti si fecero sentire lungo il corridoio e dopo poco lungo le scale. qualcuno stava scendendo, e quel qualcuno chi poteva essere se non jungkook?

—

alzai gli occhi e lo vidi, appoggiato allo stipite della porta scorrevole della cucina che mi fissava con occhi vuoti, senza sentimento, neri e profondi.
"buongiorno" mi disse con tono freddo e distaccato... non lo avevo mai visto così.

-jungkook pov.
sarei tornato il jungkook di prima. il jungkook menefreghista, il ruba cuori, l'egoista e il jeon jungkook pieno di sè. gli avrei spezzato il cuore, lo avrei fatto.

-rosé pov.
"b-buongiorno" dissi insicura, non volevo di nuovo lo stesso casino di ieri, non volevo farlo stare male... mi piaceva ma ieri non ho avuto il coraggio di dirglielo, non dopo quello che ha fatto e che ha detto.
scesi dalla penisola e mi incamminai verso il salone, presi il telefono che avevo lasciato sul tavolino e salii le scale dirigendomi verso la mia camera. iniziai a prepararmi per andare a scuola: mi feci una doccia calda, mi asciugai i capelli, mi raccolsi i capelli in una coda alta molto semplice, mi misi la divisa che ci avevano dato da poco, infilai le scarpe e mi truccai leggermente con un po' di eye-liner e mascara. presi lo zaino e guardai l'orario prima di uscire dalla camera. erano ancora le 6:30 e ancora la sveglia non era suonata, sbuffai. uscii e mi ritrovai una ragazza con i capelli neri lunghi e la divisa della mia stessa scuola, solo un po' più striminzita e corta. aveva i capelli sciolti lisci, rossetto rosso e tacchi a spillo... aspetta. ma che ci faceva mia cugina jieun qui? mi guardava dall'alto al basso squadrandomi mentre masticava rumorosamente la sua cicca.
"che ci fai qua?" le dissi sicura di me ma un po' stranita dalla situazione... non ricevetti risposta. "okay... cerchi jungko-" non feci in tempo a finire la frase che arrivò il sottoscritto che le mise prontamente un braccio attorno alla vita e la spinse a se "rosé lei è la mia ragazza, ma già vi conoscete o sbaglio?"