IL MOMENTO DECISIVO

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POV DI THOMAS:
Ero imbarazzatissimo durante quella conversazione, sapevo benissimo di non aver dato il meglio di me durante l'esibizione. Era vero, ero con la testa fra le nuvole, ma non per questo Vic avrebbe dovuto rivelare tutto a tutti. Sicuramente glielo aveva detto Y/n, e questo non era un problema, erano amiche d'infanzia e avevano il diritto di sfogarsi l'una con l'altra. Tornammo dietro le quinte ed io presi la chitarra per distrarmi, anche se era spenta e senza amplificatore. Ripetevo un po' di brani che conoscevo da molto tempo mentre gli altri guardavano Sanremo dalla piccola TV che c'era dietro le quinte. Le mie dita si muovevano in automatico sulla tastiera, e subito mi ritrovai tra i miei pensieri. Sapevo di essere stato un coglione ad essermene andato poco dopo il bacio con Y/n, ma non riuscivo ad accettare il fatto che quell'azione mi si ritorcesse contro. Non sapevo come rivolgermi a lei, quindi cercavo di parlarle il meno possibile, e soprattutto i miei amici sembravano delusi da tutto ciò. L'unica cosa che potevo fare era chiarire con Y/n. Pensai a tutto quello che sarebbe potuto succedere se avessi preso ancora più alla leggera quell'esibizione. Insomma, era l'Ariston, sicuramente non un palco da tutti i giorni. Se avessi sbagliato qualcosa non me lo sarei mai perdonato, ma per fortuna tutto era andato bene, anche se non mi ero goduto a pieno il momento. Rimasi isolato da tutti per il resto del tempo: prima di poter chiarire con lei dovevo chiarire con me stesso. Se non fosse stata innamorata di me mi avrebbe subito ordinato di lasciarla stare, ma fin dall'inizio non era stato così.

POV DI Y/N:
Quella sera mi divertii molto, ma notai Thomas letteralmente isolato rispetto al resto del gruppo, non mi piaceva affatto il suo modo di comportarsi quel giorno. Ero molto confusa, l'unica cosa che mi avrebbe fatto bene dopo quella lunga serata era il riposo, ma come potevo dormire con una persona che prima mi aveva baciata e poi ignorata? Vic avrebbe capito il mio imbarazzo in questo caso, ma comunque non poteva farci niente. Appena tornammo a casa mi misi il pigiama e mi catapultai sul letto, sperando di addormentarmi prima di veder arrivare Thomas. Sì, mi piaceva (e pure molto) ma non sopportavo il fatto che non si era nemmeno degnato di parlarmi quel giorno. Un lato di me voleva chiarire con lui, mentre un altro mi diceva che non ci sarebbe stato nulla da fare.

Sentii la porta aprirsi, mi sedetti sul letto e vidi: purtroppo era lui. Chiuse la porta e si sedette sul letto.
"Sei stanca?" Perchè mi parlava come se niente fosse?
"Quello che dovrebbe essere stanco dovresti essere tu" Gli risposi forse con un tono troppo aggressivo, ma parecchio indifferente.
"Calm-" Prima che finisse di pronunciare quella parola la parte di me incazzata con lui prese il soppravvento, fortunatamente non gridai, perchè non era mio solito fare così.
"Calma? Come pretendi che sia calma? Prima mi baci e te ne vai, poi mi ignori e adesso mi parli come se nulla fosse? Deciditi Thomas" Ok, forse avevo un po' esagerato a trattarlo così, ma nemmeno lui era stato molto gentile con me. Mi mise una mano sulla spalla. Prese fiato più volte per parlare.
"Con te voglio essere sincero, ma l'ultima volta che ho mostrato la parte sensibile di me ad una ragazza non è finita bene" Ora tutto aveva almeno un minimo di senso, gli strinsi la mano come per incoraggiarlo a continuare, mentre vedevo i suoi occhi che si illuminavano.
"Quando mi hai baciato mi sono ricordato di lei, e non ho potuto fare a meno che fermarmi" Ero dispiaciuta per lui, non pensavo avesse un passato del genere e non lo avrei mai sospettato se non me lo avesse detto. Insomma, lui era quello con tanti amici, quindi tecnicamente, nella mia testa, non poteva essere infelice.
"Che cosa ti ha fatto?" Chiesi sconvolta, era tutto inaspettato.
"Mi ha usato" Una lacrima gli rigò il viso e si gettò sulle mie spalle in cerca di un abbraccio di conforto. I suo abbracci di solito mi rendevano felice, ma questo no. Non potevo sopportare l'idea che Thomas fosse ridotto in quello stato dopo una relazione tossica. Lo abbracciai più forte che potevo, poi lo rassicurai.
"Non devi raccontarmelo se non vuoi, a me basta sapere che tu non soffra, non voglio vederti ridotto così" Stavolta parlai con un tono molto più dolce. Si staccò da me ma tenne sempre le sue mani ben strette alle mie.
"Perchè ti preoccupi così tanto per me?" Mi chiese. Non sapevo come rispondere, se non con una dichiarazione d'amore, ma non mi sembrava il caso. Così ignorai la sua domanda.
"Asciugati quelle lacrime, non voglio vederti piangere" Presi un fazzoletto e gliele asciugai io. Appena tolsi la mia mano dal suo viso mi ripetè la domanda.
"Perchè ti preoccupi così tanto per me?"
"Potrei farti la stessa domanda, perchè preferisci restare chiuso in camera con me, al posto di andare con i tuoi amici in discoteca?" Mi accarezzò una guancia, poi parlò con voce molto bassa, quasi sussurrando.
"Perchè ti amo" Non mi aspettavo una frase del genere da lui, non pensavo ne avesse il coraggio. A proposito di coraggio, circa 8 ore prima ero stata io a baciare lui, perchè lui aveva paura. A volte aveva paura un po' di tutto, per esempio mi chiedeva se gli desse fastidio il fatto che fosse così protettivo.

I miei pensieri si interruppero. Sentii il suo odore sempre più vicino al mio e mi baciò, questa volta molto appassionatamente. Posò le sue mani sulla mia vita e, in quell'esatto momento, sentii le farfalle nello stomaco ed i brividi nello stesso istante. Dopo quell'intenso bacio parlammo di quanto eravamo rossi, ora non ci imbarazzava più come prima. Ci addormentammo immediatamente l'uno accanto all'altra, mentre ci accarezzavamo i capelli a vicenda.

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THOMAS RAGGI X Y/NWhere stories live. Discover now