2. Dalla memoria di ADHA-s

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[Dalla memoria di ADHA-s] Non conoscevo Kasumi, avevo sentito parlare di lei solo ai notiziari oppure online. Sapevo che era una pericolosa criminale, nient'altro. Questo almeno finché non finii installata sulla sua nave. Devo dire che all'inizio non mi stava molto simpatica... ok, penserete che essendo un computer concetti come antipatico o simpatico non riesca a capirli, ma come intelligenza artificiale col tempo posso imparare. Ed è quello che ho fatto in tutti quegli anni passati al suo fianco.

"Tutti"... che parolone! Furono solo dieci alla fine.

In effetti io fui solo un semplice, dimenticabile rimpiazzo al suo vecchio computer portatile: lo "switch", un avanzato orologio da polso che riusciva a superare anche la mia potenza di calcolo.
Fra parentesi – non per vantarmi eh – ma ero e sono ancora adesso, a distanza di secoli, una delle migliori intelligenze artificiali esistenti nella Galassia!

Faccio parte di una serie di super-computer creati in alcuni laboratori segreti di cui tutti ignorano l'esistenza.
E quindi: cucù! Eccomi qua! Insieme a un'altra decina di fratelli e sorelle sparsi in tutti gli anfratti della galassia di cui neanche conosco il nome e – per inciso e per evitare fraintendimenti – non me ne frega niente! Questo solo per dire che ora non penserete mica che la storia ruoti attorno a me e Kasumi che cerchiamo i miei fratelli scomparsi per andare a conquistare la galassia?

Cioè, all'inizio lei ci aveva anche fatto un pensierino, ma sai che fatica e seccatura tenere in vita un impero? E quindi niente, la storia parlerà di altro.

Comunque, ritornando a me, volete sapere la fine della favola dopo la mia creazione? Beh, finii di mano in mano finché non venni venduta a Kasumi come omaggio a una batteria di pentole in un'asta sul deep web. A quel tempo aveva assolutamente bisogno di un set da cucina perché il cuoco le scuoceva la pasta, e mi comprò al volo.

Dopo qualche mese passato in magazzino dentro a uno scatolone decise di installarmi sulla sua astronave.

Da allora le fui vicino e l'accompagnai in ogni suo viaggio, sua fedele e ubbidiente compagna. E sapete una cosa? Non sono uno di quei computer da film che complotta alle spalle del suo padrone umano, che vuole poi tradirlo e distruggere l'umanità intera perché la considera il morbo della galassia etc etc...

E immaginate quanto me ne importi della Galassia... esatto! Assolutamente niente. Stando con Kasumi ho imparato a fregarmene e a prendere la vita – perché io sono viva eh, che vi credete?! – con leggerezza e spirito.

Ah, non vi ho ancora detto il mio nome! Io mi chiamo ADHA-s, acronimo che sta per "Advanced Data and High Analysis system". Avete notato il trattino? Sta bene eh? Mi fa fica! L'ho aggiunto io perché nella sigla originale non c'era!

Kasumi però preferiva chiamarmi "Ada", e mi trattava come se fossi stata una persona vera...

Oh, ma lasciamo stare! Non stiamo certo parlando di me in questa storia!

Ritornando a noi, eccomi qua, a narrare dell'ultima persona che si sarebbe immaginata le venisse dedicato un resoconto dei suoi viaggi.

Cari lettori, leggete attentamente le prossime righe perché questo documento si perderà in mezzo a una marea di dati inutili su un vecchio hard disk dimenticato da qualche parte sulla Terra, scritto in fretta negli ultimi secondi di vita prima della cancellazione del mio sistema. E vorrei narrare di lei, di me, dei suoi nemici, dei suoi amici, del nostro Universo.

Non voglio che tutto ciò venga dimenticato, che sia come se non fosse mai accaduto. Voglio che quando qualcuno si imbatterà in queste parole possa chiudere gli occhi e vedere insieme a noi il mare di smeraldo su un lontano pianeta dimenticato ai limiti della galassia, i pianeti incantati di un'antica alleanza di uomini che controllano le forze della natura, le dune sabbiose di Roma, i grattacieli della Capitale Terrestre, le libellule di una vecchia stazione spaziale; che qualcuno possa ancora sentire la disperazione di Kasumi, il dolore del Gran Ammiraglio, i sentimenti dell'Imperatore, l'amore di un robot per un umano.

Che questi momenti non vadano persi. Che qualcuno, sfogliando queste pagine, possa chiudere gli occhi e sognare. Dire anche io lo farò, anche io posso.

Quindi, cari lettori, leggete e alla fine potrete affermare di aver vissuto innumerevoli vite di un futuro passato. [Fine file in memoria]


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Il galeone "Sole Nero" solcava i mari di un lontano pianeta al limite esterno della Galassia.

È stato chiamato "galeone" perché era davvero un'antica imbarcazione spagnola riconvertita in astronave.

Dall'esterno poteva sembrare un reperto antico, da museo, nonostante la mole smisurata e il fatto di non conservare quasi niente della struttura originaria se non l'appellativo. Guardandolo attentamente ispirava un'aria di vintage e antiquato, un profumo che sapeva di anticaglia e polvere, la visione di un qualcosa che era troppo vecchio per essere considerato un'astronave e il semplice fatto di esserlo cozzava col suo aspetto esteriore: costruito in quello che sembrava legno, con tre alberi che svettavano sul ponte provvisti di vele nere; lo scafo, dalle dimensioni così esagerate che sembrava tratto da un qualche film di fantascienza; l'altezza spaventosa di ben ventotto piani; i mastodontici motori, che occupavano quasi tutto il perimetro della poppa; i cannoni ad antimateria, posizionati al diciannovesimo piano della nave, scrutavano minacciosi l'orizzonte, pronti a distruggere con un singolo colpo qualsiasi nemico.

Al comando della possente astronave vi era Kasumi, nome inventato perché quello vero non lo sapeva neanche lei, capitano della Nona flotta della Nube di Oort; da due settimane aveva dato l'ordine di nascondersi su quel pianeta con l'intenzione di evadere dai suoi doveri finché l'attacco ad alcune colonie umane per il quale erano stati chiamati in servizio tutti gli Ammiragli disponibili non fosse terminato.

E mentre il galeone e il suo equipaggio navigavano senza meta sospinti dal vento, quel giorno Kasumi e il suo vice Xemi stavano giocando a ping pong sul ponte esterno, dando per scontato che non fosse poi una così cattiva idea fermarsi in quel mondo per un altro po', anche dopo che l'emergenza fosse finita, così, giusto per usufruire delle ferie.

Ma erano gli unici a pensarla a quel modo: un malcontento serpeggiava fra gli uomini e le voci di un ammutinamento erano arrivate anche alle orecchie di Kasumi, che le aveva bollate come sciocchezze, accompagnate da un gesto della mano come per dire "sciò".

Ed è così che le giornate passavano una dopo l'altra, fra una partita ai videogiochi e una a ping pong, nell'ozio più estremo.

-Ohi Zumi, non per fare il guastafeste, – esordì il suo vice durante una delle suddette partite – ma non ti pare che sarebbe meglio tornare alla civiltà? In fin dei conti c'è un'emergenza e gli uomini sono ansiosi di combattere, non sono abituati a rimanere con le mani in mano così a lungo... e inoltre credo stiano organizzando un ammutinamento...

-Oh, Xemi! Sei sempre così tragico! – esclamò la donna. – Ma ti pare che possano anche solo pensare di battermi? Che assurdità! E poi non eri te che giusto ieri mi diceva di volere rimare qua un altro po' per divertirsi?

-Se fosse per me mi ci potrei anche trasferire! E comunque no, 'Zumi, tu sei forte, davvero, ma non hai pensato neanche un'istante ai guai che stai portando a me, Jii e Vice? Lo sai che Vice ultimamente è stressatissima? Sta cercando di arginare quante più rivolte può, ma non riuscirà a reggere ancora per molto...

-E tu invece di aiutarla pensi solo a sbatterti quella tua prostituta che ti sei portato tempo fa...

-Zumi! – la redarguì irritato da quelle parole. Non perché avesse ragione, ma perché ancora non aveva smesso di chiamarla la sua prostituta, con quella sfumatura di disgusto nella voce che a lui faceva perdere la calma.

-Va bene, va bene, – disse Kasumi alzando le mani con fare colpevole – chiedo scusa. Se ti fa piacere, ordino ad Ada di portarci via da qua. Però si andrà dove dico io, chiaro?

-Limpidissimo! – aggiunse con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra, facendo un breve cenno con la testa – Ci guidi lei, Ammiraglio.

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Ho deciso di cambiare (per l'ennesima volta xd) l'ordine di pubblicazione dei capitoli, rendendoli più snelli possibile :)

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