15. Desideri Pericolosi: Primo desiderio

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Kasumi avanzava a fatica per il lungo corridoio della Sole Nero.
Aveva una strana andatura barcollante e di tanto in tanto si massaggiava la pancia, quasi che ogni movimento le provocasse indicibili dolori.

-Ah, che dolore... - mormorò soffiando sulla grossa tazza di te fumante che aveva in mano - spero che con questo riuscirò ad andare in bagno. Sono ormai due giorni che...

Ma non riuscì a finire la frase che una furia urlante, correndo verso di lei dalla direzione opposta, le venne addosso investendola in pieno.
Nel violento urto scaturitosi, entrambi caddero a terra e il recipiente sfuggì dalla presa della donna, riversando tutto il suo contenuto sul pavimento.

-No, la mia tisana! - Iniziò a piagnucolare Kasumi. Ma quel momento di tristezza durò appena pochi secondi, che subito si rivolse al ragazzo con un ringhio rabbioso: - Cos'hai fatto, Miki?!

-Ma capo... ecco, io stavo scappando... Leonor... - cercò di giustificarsi il ragazzo, prima di venire interrotto malamente dall'altra che gli diede uno schiaffo.

-Non mi interessa! Sbrigati a raccattare questa roba! - Esclamò mostrando i resti della tazza riversi per terra - E non osare più presentarti in sala comando, per questa settimana starai con la donna delle pulizie!

-No capo, con la donna delle pulizie no! Aspetti...

Ma Kasumi si era già messa in piedi e se n'era andata, lasciandolo da solo a lamentarsi.


* * *


-Uff... - sbuffò l'ex ufficiale mentre spazzava per terra - ma guarda che mi tocca fare, e solo perché Leonor mi ha spaventato a morte! Kasumi dovrebbe stare al suo posto ogni tanto, l'ho sempre detto che le donne non dovrebbero comandare perché troppo stupide e...

-A... iu... o...

All'improvviso una fievole voce arrivò alle sue orecchie. Si fermò, rimanendo immobile per qualche istante; con sguardo sospettoso guardò prima alla sua destra, poi alla sua sinistra, alle spalle, davanti a lui, e per andare sul sicuro anche sopra e sotto.
Ma, non udendo né scorgendo altro, riprese il suo lavoro con una scrollata di spalle.

Dopo qualche istante, sentì di nuovo quella richiesta lamentosa: - Ai... to...

-Ma insomma, chi è?! - Urlò infastidito verso la misteriosa voce, stringendo con forza il moccio che teneva fra le mani - Avanti, esci fuori! Ho un'arma e non ho paura di usarla!

Fu solo allora che scorse, nella penombra del corridoio adiacente, una figura indefinita strisciare per terra.

-A... - sentì mormorare.

Tremando come una foglia, fece qualche passo in avanti, più spaventato all'idea di cosa gli avrebbe fatto Kasumi se fosse successo qualcosa per colpa sua anziché per la misteriosa figura.

Nonostante la Nave fosse sempre un brulicare di gente e brusii più o meno sommessi, in quel mentre si udiva solo il fruscio fastidioso del sistema di aerazione e, come a dare ancor di più un qual senso di straniamento a quella vicenda, vi erano ad illuminare quel lungo corridoio solo un paio di vecchie lampadine ad incandescenza risalenti al millennio scorso, che si accendevano e spegnevano a intermittenza.

Miki ebbe come l'impressione di essere finito in uno di quei pessimi film horror di serie B dove il povero sfigato iniziale muore per aver fatto troppo l'eroe della situazione, ignorando di non di essere il protagonista. E lui decisamente non si sentiva un protagonista, nemmeno della sua stessa vita.
Preferiva decisamente lasciare tale ingrato compito all'Ammiraglio.

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