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Entrò un uomo non troppo alto che portava un paio di occhiali rotondi. Quando chiuse
la porta e scese dalle scale, Dazai si fiondò su di lui urlando.

- Ango-kun! Ci sei pure tu!- disse il ragazzo saltellando.

- Ehi Oda-kun- l'uomo ignorò completamente Dazai facendolo rattristire: abbassò la testa e tornò mogio mogio accanto a me.

- Ciao Ango-kun- rispose con il suo tono pacato.

- Che mi racconti?- Ango-san si sedette accanto a Oda-kun ordinando da bere.

- Sei crudele- disse Dazai tristemente, mentre si accasciava sul bancone.

- Capita, capita- gli dissi sghignazzando mentre gli davo una pacca sulla spalla per ridicolizzarlo.

- Ash-chan con te farò i conti più tardi...- disse il ragazzo riprendendo il controllo.

- Ango-kun, lei è Ashley Williams, l'assistente di Dazai- gli sorrisi porgendogli la mano e lui la strinse gentilmente.

- Mori-san mi aveva parlato di te e della tua abilità- disse Ango sistemandosi gli occhiali.

- Davvero?-

Rimasi sorpresa dalla rivelazione dell'uomo: Mori-san era sempre più sospetto. Avevo iniziato a diffidare di lui sin da principio, specialmente quando avevo scoperto che avrei dormito all'interno della base della Port Mafia, sempre sotto il suo stretto controllo. Prima di accettare
l'accordo mi aveva dato una serie di regole da rispettare: mi era vietato di uscire da
sola dall'edificio, dovevo sempre essere accompagnata da qualcuno e quel qualcuno
avevo scoperto essere proprio Dazai. Poi dovevo svolgere ogni suo compito senza battere ciglio, dal fare un genocidio di massa a lavare i vestitini di una certa "Elise-chan".

- Stai bene?- Dazai mi accarezzò la spalla risvegliandomi. 

- Ehm...Si!- senza accorgermene mi ero incantata a fissare il bicchiere vuoto.

Passammo tutta la serata a parlare dell'occupazione di Oda-kun e Ango-kun nella Port Mafia. Il primo, ormai da anni, aveva smesso di uccidere le persone e svolgeva incarichi minori. Invece
Ango-kun si occupava degli archivi dell'organizzazione: scriveva i fascicoli di ogni morto dell'associazione e informava la famiglia del decesso. Entrambi erano molto calmi e gentili, al contrario di Dazai ovviamente.

- Bene ragazzi, porto Ashley a "casa", è tardi e domani inizia il nostro allenamento- disse alzandosi. Mi guardò negli occhi e soffiò via dagli occhi alcuni ciuffi ribelli: mi accorsi che aveva le guance arrossate. Probabilmente aveva esagerato con gli alcolici, ma rimaneva comunque più
composto del solito.

- Ci vediamo!- dissi seguendo Dazai fuori dal bar. 

Sembrava abbastanza assonnato: teneva la testa piegata e strascicava i piedi a terra. Cominciai a ridere cercando di non farmi sentire, ma il ragazzo si girò di scatto lanciandomi un'occhiataccia.

- Non è colpa mia se sei buffo!- dissi ridendo.

- Sono così stanco che non riesco neanche a controbattere-

Time skip:

- Svegliati dolcezza!-

Ero avvolta nelle mie coperte dalla testa ai piedi mentre dormivo tranquilla. Mi sentivo molto stanca dopo lo sforzo che avevo fatto ieri, non avrei mai immaginato di ritrovarmelo addosso.

- Mi hai sentito?-

Mi sembrava di sentire in lontananza la voce di Dazai, ma non era possibile, non aveva le chiavi per entrare.

Era solo un brutto sogno, non poteva essersi infiltrato nella mia camera.

𝑳'𝒆𝒔𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒂𝒖𝒓𝒂 - 𝑫𝒂𝒛𝒂𝒊 𝑶𝒔𝒂𝒎𝒖 𝑿 𝑶𝒄 ✞︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora