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Juliet

<<J: non mi aspettavo di vederti>>, ammisi sincera facendo sorridere il ragazzo.

<<Z: ciao Zac. Oh ciao Juliet è un piacere rivederti, come stai? Bene, grazie, tu? Pure>>, disse ironicamente e scossi la testa ridacchiando leggermente.

<<J: che ti aspetti? Che ti accolga a braccia aperte dopo due anni che credevo fossi morto?>>.

<<Z: no, hai perfettamente ragione, infatti se mi farai entrare ti spiegherò cos'è successo>.

Lo guardai titubante ma alla fine decisi di farlo passare. Ero fin troppo curiosa.
Entrammo in salotto, ci sedemmo sul divano e si guardò attorno.

<<Z: è come lo ricordavo>>, notò guardandosi attorno. 

<<J: già...>>.

<<Z: quante cose abbiamo combinato qui, ti ricordi?>>.

<<J: impossibile dimenticare tutti i nostri casini>>.

<<Z: come la festa che avevamo fatto senza chiedere il permesso ai tuoi genitori>>.

<<J: cavolo vero.->>, ridacchiai, combinammo un vero casino, <<-Credevo sarebbero tornati il giorno dopo>>.

<<Z: indimenticabile l'espressione di tua madre, voleva ucciderti>>.

<<J: come biasimarla, era presente mezza scuola>>, scoppiammo a ridere.

<<Z: va bene va bene, ora però parliamo del vero motivo per cui sono qui>>, annuii.

<<J: ti ascolto>>.

<<Z: circa due anni e mezzo fa entrai a far parte di un brutto giro del Southside, cominciai a spacciare alla Riverdale High e i guadagnai molto.
Purtroppo, però, presi il vizio di aggiungere al mio normale "stipendio" alcuni dei soldi che mi dava il cliente prima di consegnarli al capo.
Quando se ne accorse mi disse che voleva il doppio, che ovviamente non possedevo.
Minacciò di fare del male a chi mi circondava, così inscenai l'incidente e sparii. Col tempo sono riuscito a trovare un lavoro e pagare il debito>>, lo guardai incredula.

<<J: se me l'avessi detto->>, mi bloccò prima di terminare.

<<Z: mi avresti aiutato? Ma io non volevo questo>>, concluse avendo colto il mio pensiero.

<<J: mi dispiace per come sono andate le cose>>, abbassai il viso.

<<Z: ehi, tranquilla, non è stata mica colpa tua...e poi...>>, lo guardai negli occhi.

<<J: cosa?>>, lo incitai.

<<Z: non sono tornato solo perché ero finalmente libero. Principalmente l'ho fatto per te>>, ammise finalmente.

<<J: oh...>>, rimasi sorpresa.

<<Z: mi aspettavo che fossi andata avanti e ovviamente non pretendo nulla da te, mi basta la tua presenza>>, annuii.

<<J: d'ora in poi ci sarò>>, sorrise rassicurato.

<<Z: poi il tuo ragazzo sembra tipo a posto>>.

<<J: già, sembra>>, sospirai.

<<Z: cos'è successo?>>.

<<J: mi ha mentito su svariate cose e abbiamo litigato>>, feci spallucce.

<<Z: beh, se posso permettermi è uno stupido se si lascia scappare una ragazza così, fossi stato in lui sarei già venuto da te>>.

<<J: tipico tuo>>.

Ci guardammo negli occhi, dovevo ammettere che mi era mancato.

<<Z: è meglio che vada>>, disse improvvisamente.

<<J: oh, ehm, certo>>, feci per alzarmi ma mi bloccò.

<<Z: tranquilla, conosco già la strada.->>, mi fece l'occhiolino e mi lasciò un bacio sulla guancia, <<-Ciao Jules>>.

<<J: ciao Zac>>.

Sentii la porta chiudersi e salii in camera. Controllai il telefono e c'erano svariati messaggi lasciati ovviamente da Dylan.
Non li lessi nemmeno e mi buttai a letto cadendo subito tra le braccia di Morfeo.

...

Passò esattamente una settimana da quel giorno.
Non avevo rivolto più la parola a Dylan, nonostante lui ci avesse provato più volte.
Mi faceva male stargli lontano, ma non sopportavo l'idea che mi avesse mentito e che mi stesse nascondendo ancora delle cose.

Arrivai davanti l'ufficio del preside, il quale mi aveva convocata con una certa urgenza.

La segretaria mi fece entrare e la ringraziai cordialmente.

<<P(reside): salve signorina Jones>>.

<<J: buongiorno signor preside>>, ricambiai il saluto.

<<P: probabilmente si starà chiedendo perché le ho chiesto di venire, ma prima di parlarne si metta pure comoda.->>, annuii e mi sedetti sulla poltroncina davanti la scrivania.<<-Bene, volevo parlarle del giornale della scuola>>.

<<J: il Blu & Gold?>>, chiesi cercando di sforzarmi di ricordare il nome.

<<P: esattamente. Mi è giunta voce che è molto brava a scrivere, quindi le andrebbe di diventarne la direttrice?>>.

Rimasi spiazzata e ben presto sul mio viso si formò un sorriso sincero.

<<J: certo, per me sarebbe un onore>>.

<<P: bene, può anche andare direttamente lì, tra un po' le manderò due compagni per aiutarla>>, mi informò.

<<J: certo.->>, mi alzai e gli strinsi la mano, <<-Grazie mille signor preside, arrivederci>>.

<<P: arrivederci>>.

Uscii dall'ufficio e mi diressi immediatamente alla sede del giornale.

Quando aprii la porta trovai davanti a me molti scatoloni e fogli.
Cominciai a sistemare quel casino e dopo una mezz'ora abbondante sentii due mani poggiarsi sui miei fianchi, così mi girai immediatamente.

<<J: Zac! Che ci fai qui?>>, gli chiesi.

<<Z: a quanto pare lavorerò con te>>, fece spallucce.

<<J: ottimo>>, sorrisi.

<<Z: ciò significa che staremo insieme molto più tempo>>, si avvicinò fino ad arrivare a un palmo dal mio viso.

<<D: ma che cazzo...>>.

A future for us ~ Riverdale after yearsWhere stories live. Discover now