23.

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Juliet

Sgranai leggermente gli occhi nel vedere la persona al suo fianco.

<<R: cuginetta, le buone maniere, saluta il nostro ospite>>.

<<J: non penso ce ne sia bisogno>>, incrociai le braccia sotto al seno.

<<R: sei insopportabile...comunque, scusate il ritardo, ma io e Dylan avevamo da fare, non è vero caro?>>, disse avvinghiandosi al suo braccio.

Spalancai leggermente la bocca e il mio sguardo non osava staccarsi dal suo.

<<J: s-scusate, devo prendere un po' d'aria.->>, cercai di uscire ma qualcuno mi bloccò il polso facendomi girare, <<-Cosa vuoi adesso?>>.

<<D: resta qui>>

<<J: no, vai a scoparti mia cugina se proprio ci tieni. Tanto è lei che ti piace, no?>>, chiesi sarcasticamente.

Abbassò leggermente lo sguardo e mi liberai dalla sua presa uscendo fuori.

Diedi un calcio a una lattina a terra.

<<J: stronzo, stronzo, stronzo>>.

Se avessi conosciuto altre lingue l'avrei offeso anche in quelle.

Mi appoggiai al muro e guardai la luna ripensando ai momenti che avevamo passato insieme; quelli in cui mi aveva illusa facendomi credere che anche lui provasse qualcosa nei miei confronti, ma evidentemente mi sbagliavo.

Dopo svariati minuti rientrai nel locale.
La cena proseguì normalmente, sentivo i suoi occhi addosso, ma non osavo incrociarli. Volevo rispettare me stessa per una volta.

Arrivò il momento dello scambio dei regali. Ricevetti molti vestiti e qualche collana.

Avevo ancora l'ultimo pacchetto in mano da consegnare, così mi avvicinai al destinatario che si trovava alzato in disparte.

<<J: ti disturbo?>>, chiesi guardandolo.

<<T: che c'è?>>.

<<J: ti avevo fatto un regalo>>, gli mostrai l'involucro.

Mi guardò quasi scioccato e gli passai ciò che avevo in mano.
Estrasse una collanina con una spada, l'avevamo vista qualche mese prima insieme, ma non ne rimanevano in negozio.

<<T: te ne sei ricordata>>, sorrisi.

<<J: me ne hai parlato per giorni con aria sognante, come avrei potuto?>>.

<<T: senti Juli, mi dispiace di averti trattata male, non dovevo, non posso costringerti a provare qualcosa per me, tu sei stata solo sincera e io me la sono presa...scusami>>, disse sinceramente.

<<J: sta tranquillo, ora però abbracciami>>, mi strinse subito tra le sue braccia.

<<T: mi sei mancata>>, sussurrò.

<<J: anche tu>>, risposi con lo stesso tono sul suo petto.

Quando ci staccammo mi girai e trovai Dylan a fissarci con un'espressione quasi contrariata.
A distrarlo fu Rose che lo trascinò accanto al bancone.
Ero di spalle ma riuscii a sentire perfettamente ciò che dicevano.

<<R: oh, guarda un po', c'è il vischio>>.

<<D: non credo dovremmo>>.

<<R: non vorrai interrompere questa usanza, vero?>>.

Chiusi gli occhi non sentendo più le loro voci.

<<T: ehi, tutto bene?>>.

<<J: certo...certo>>, finsi.

I miei genitori mi richiamarono dicendo che era il momento di andare, così, dopo aver salutato tutti, rientrammo a casa.

Mi cambiai velocemente indossando dei pantaloni della tuta grigi e una maglietta a maniche lunghe nera e mi buttai sul letto.
Dopo qualche minuto il mio telefono cominciò a squillare e risposi senza vedere chi fosse.

<<J: sì?>>, risposi abbastanza curiosa e confusa.

<<X: apri la finestra>>, mi ordinò una voce inconfondibile.

<<J: O'Brien? Che succede?>>.

<<D: fallo e basta>>.

Feci come disse e lo lasciai entrare.

<<J: mi spieghi cosa ci fai qui?>>, chiesi contrariata. Onestamente volevo dormire.

<<D: non l'ho baciata e non ci sono andato a letto>>.

<<J: di chi parli?>>.

<<D: di Rose>>.

<<J: perché me lo stai dicendo?>>, feci finta di non essere interessata.

<<D: perché non voglio baciare nessuna che non sia tu...piccola sei entrata improvvisamente nella mia vita e in questi mesi ti sei rivelata una parte fondamentale di essa...mi fa impazzire starti lontano, come mi fa impazzire starti vicino, ma non riesco a stare senza di te, perché...perché tu mi piaci Juliet>>.

Rimasi spiazzata dalle sue parole e arrossii.
Il mio silenzio gli fece abbassare lo sguardo, così presi coraggio e parlai.

<<J: vale lo stesso per me Dylan>>.

Incatenò i suoi occhi ai miei.

<<J: mi piaci Dylan, da un po' di tempo ormai>>, ammisi ad alta voce finalmente.

Sul suo viso comparve un sorriso unico e si avvicinò a me.

<<D: ops>>.

Lo guardai confusa notando poi che teneva il braccio teso sulle nostre teste. In mano aveva la pianta del locale e ridacchiai scuotendo la testa.

<<D: mi sa che dovremo proprio baciarci>>.

<<J: per forza?>>, domandai fintamente seccata.

Alzò gli occhi al cielo, lasciò cadere il vischio e mi prese il viso tra le mani facendo scontrare le nostre labbra.
Approfondì il bacio inserendo la lingua e ci staccammo dopo qualche minuto solo per riprendere fiato.
Appoggiò la fronte sulla mia accarezzandomi le guance.

<<J: quindi ora...>>, lasciai in sospeso la frase in dubbio.

<<D: siamo una coppia? Dio sì>>.

Ci sdraiammo sul letto e appoggiai la testa sul suo petto beandomi delle sue carezze.
Mi addormentai finalmente felice.











A future for us ~ Riverdale after yearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora