18.

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Dylan

Juliet mi aveva mostrato un lato di sè che non conoscevo.
Sembrava così piccola e indifesa che mi sentii in dovere di proteggerla da tutto e tutti.

Si addormentò tra le mie braccia, così cercai le chiavi di casa da qualche parte, ma le trovai nascoste dentro un vaso.
La presi in braccio a mo' di sposa, aprii la porta ed entrai.

Dopo aver faticato leggermente sulle scale, per via della luce assente, trovai la sua camera e la poggiai sul letto.

Mi misi in ginocchio e l'osservai.
Con le nocche le accarezzai la guancia.

<<D: cosa mi stai facendo Juliet Jones?>>, sussurrai.

Mi alzai e mi avviai verso la porta, ma qualcosa mi bloccò.

Mi girai e quegli occhioni blu assonnati mi stavano scrutando.

<<J: rimani con me>>, mi chiese piano, per poi arrossire.

<<D: e se i tuoi dovessero vederci domani?>>, riflettei un po' preoccupato. Chissà che avrebbero potuto pensare.

<<J: non m'importa, in questo momento ho bisogno di qualcuno di cui mi fidi>>, ammise.

Quelle parole mi colpirono come una lama.

Lei si fidava di me.

Per il piano era un fatto ottimo, ma mi sentivo sporco, alla fine le stavo mentendo.
Ma qualcosa, dentro di me, mi suggeriva che non tutto era falso...che i sentimenti che avrei dovuto fingere di provare per lei, erano effettivamente veri.

Quindi mi sdraiai al suo fianco e appoggiò la testa sul mio petto.

Ci addormentammo abbracciati e per la prima volta, dopo tanto tempo, non ebbi nemmeno un incubo.

Juliet

La mattina mi svegliai ma continuai a tenere gli occhi chiusi.

Qualcosa sotto la mia testa si muoveva su e giù.

<<J: basta.->>, mi lamentai con la voce impastata dal sonno.
Picchiettai il dito sulla sua superficie, sentendola anche più dura.
<<-Chissà che mal di collo avrò adesso.->>. Non smetteva di muoversi.
<<-Cuscino, sei fastidioso>>.

Udii una risata roca.

<<D: non sono il tuo amato cuscino>>.

Aprii di scatto gli occhi e guardai Dylan, sul quale ero poggiata.
Scattai indietro e caddi dal letto facendolo scoppiare a ridere.

Mi rialzai subito massaggiandomi il sedere.

<<J: cazzo che male>>, strinsi gli occhi per il dolore.

<<D: dovevo riprenderti, è stato troppo divertente.->>, gli feci il medio, <<-Sei molto elegante.->>.
Annuii ridendo e mi fermai a guardarlo.
<<-Che c'è?>>.

<<J: grazie>>.

<<D: per cosa?>.

<<J: per essere rimasto>>, sorrisi e si alzò avvicinandosi.

<<D: era la cosa giusta da fare, sei mia amica, no?>>.

Amica, dopo quel bacio? Dire che c'ero rimasta male era poco.

<<J: certo...amica...>>.

Dylan probabilmente notò il mio sguardo deluso e si creò un silenzio imbarazzante.

<<D: beh, penso di dover andare ora>>.

<<J: va bene, ciao>>.

Dissi più fredda di quello che volevo risultare.
Alzai gli occhi su di lui e aveva lo sguardo triste, mi sentivo in colpa.

<<D: ciao...>>.

Andò via senza che potessi aggiungere altro.

...

Passai il pomeriggio con i miei genitori a guardare un film. Ovviamente avevano fatto domande sulla sera precedente, ma fui molto vaga.

Verso le 18:00 Clary mi chiamò e risposi.

<<J: ehi>>, la salutai.

<<C: ciao Juli...allooora?>>.

<<J: cosa?>>, feci la finta tonta.

<<C: mi devi raccontare un po' di cose mia cara>>.

<<J: cosa vuoi sapere esattamente?>>, chiesi per arrivare al dunque.

<<C: tutto ciò che riguarda Dylan, da quando è scomparso venerdì fino a ieri>>.

<<J: eh va bene>>.

Le raccontai tutto per filo e per segno. Potevo benissimo immaginare la sua faccia tra lo sconvolto e il felice.
Quando finii di raccontare cominciò a urlare così forte che dovetti allontanare il telefono dall'orecchio.

<<J: ricordami di prenotare una visita dall'otorino dopo questo>>, rise.

<<C: va bene...comunque ora capisco il comportamento di mio fratello>>, riflettè.

<<J: era molto giù di morale oggi?>>.

<<C: è uscito dalla sua camera solo per mangiare>>.

<<J: mi sento così in colpa>>, ammisi sincera. Dopotutto era sempre stato il mio migliore amico, ci eravamo sempre aiutati a vicenda nei momenti di bisogno. Adesso, invece, sono io la causa del suo male e non posso fare nulla per aiutarlo.

<<C: non devi, hai fatto la cosa giusta, stai tranquilla che gli passerà>>, mi rassicurò.

<<J: va bene...e tu? Devi raccontarmi nulla?>>.

<<C: beh, Jason mi ha chiesto di uscire>>, il miracolo. Jas era sempre stato un ragazzo timido, probabilmente Clary gli piaceva da molto più tempo di quanto si pensasse, ma non l'avrebbe mai ammesso.

<<J: finalmente! E quando?>>.

<<C: sabato>>, annunciò contenta.

<<J: perfetto, potremo aiutarci a vicenda con i vestiti>>, come se ne avessimo effettivamente bisogno...però così è sempre andata, e non potrei essere più felice.

<<C: non vedo l'ora, ora vado, buonanotte Juli>.

<<J: notte Clary>>.

Chiusi la chiamata e, dopo aver cenato, mi sdraiai a letto prendendo subito sonno.

Spazio autrice

Amori della zia, non potete immaginare quanto questo mi renda felice

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Amori della zia, non potete immaginare quanto questo mi renda felice. È tutto merito vostro, grazie mille❤🥺

A future for us ~ Riverdale after yearsWhere stories live. Discover now