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Juliet

Arrivai a casa sfinita, quella giornata era stata emotivamente pesante.
Mi recai in salotto e trovai i miei genitori sul divano intenti a coccolarsi. Avevo sempre sperato di vivere una storia come la loro.
Bastava guardarli pochi attimi per comprendere quanto fossero innamorati l'una dell'altro, e andava così da quando avevano 16 anni.

<<J: ehi, sono tornata>>, mi avvicinai a loro.

<<B: ciao tesoro, scusa, non ti abbiamo sentita rientrare>>, girarono il viso per guardarmi.

<<J: fa niente, tranquilli>>, feci spallucce.

<<B: com'è andata a scuola?>>, chiese mia madre come al solito.

<<J: direi bene>>.

<<Jug: sei riuscita a fare amicizia con Dylan?>>, domandò mio padre e alzai gli occhi al cielo.

<<B: chi è Dylan?>>, si immischiò la bionda.

<<J: è il mio nuovo compagno, ed è così arrogante e sicuro di sè che già non lo sopporto molto>>.

<<Jug: beh tesoro, tra noi non sono di certo io un ex agente dell'FBI, ma per come ne parli sembra che tu lo conosca abbastanza bene>>.

<<J: stamattina, prima che si presentasse, in corridoio, mi è biombato addosso e si aspettava anche delle scuse>>, sbuffai.

<<B: abbiamo capito che caratterialmente non ti piace>>.

<<J: beh, non ci voleva un genio per capirlo>>, aggiunsi sarcasticamente.

<<Jug: vedremo come andrà a finire...>>, si lanciò un'occhiata con la moglie.

<<J: cosa vorresti dire?>>.

Alzò le mani in segno di resa.

<<Jug: nulla nulla>>.

<<J: va bene>>, risposi poco convinta.

<<B: dai, ora vai a studiare>>, annuii e salii sopra.

...

Quando finalmente finii i compiti collegai le cuffie al cellulare e cominciai ad ascoltare la mia playlist preferita, che iniziava con Problem di Ariana Grande.

Utilizzai il telefono come microfono cominciando a ballare e a cantare.

A un certo punto sentii qualcosa colpire la mia caviglia, così mi fermai, bloccai la canzone e presi il foglietto accartocciato a terra.

C'era scritto:
Adesso so dove abiti.

Alzai istintivamente lo sguardo verso la finestra e incrociai due bellissimi occhi nocciola.
Mi avvicinai in modo che mi potesse sentire.

<<J: che ci fai lì?>>.

<<D: il prof ha assegnato una ricerca a me e Tyler e lui, mi ha gentilmente invitato a casa sua. Ti urta questa cosa, piccola?>>.

<<J: no, mi urti tu>>, sorrido fintamente.

<<D: sei così dolce e amorevole con tutti, o sono io che ho un posto speciale nel tuo cuore?>>, sorride incrociando le braccia e mettendo in evidenza i muscoli.

<<J: sì, hai la residenza sulle mie palle>>, gli faccio l'occhiolino.

<<D: perché mi detesti così tanto?>>, continua a domandare. 

<<J: se proprio ci tieni scoprilo da solo>>.

E prima che potesse rispondere chiusi le ante delle finestre sbattendole. Mi coricai sul letto e chiusi gli occhi nella speranza di rilassarmi, ma in quel momento la mia mente era focalizzata su qualcos'altro, o meglio qualcun altro, ovvero Dylan.

Dylan

Rimasi fermo a fissare la finestra finché non sentii qualcuno toccarmi la spalla.

<<T: tutto bene?>>, chiese Tyler. È veramente molto gentile, nonostante ci conosciamo da stamattina praticamente.

<<D: sìsì...certo>>.

<<T: hmm.->>, si girò per capire cosa stessi guardando, <<-Hai parlato con Juliet, per caso?>>.

<<D: con chi?>>, aggrottai le sopracciglia.

<<T: Juliet, la ragazza con cui ti sei scontrato a scuola>>, mi spiegò.

<<D: oh, sì. Scusa, ma non mi aveva detto il suo nome>>.

<<T: il poco tempo che avete trascorso insieme l'avete passato a litigare, mi pare anche normale>>, rise poggiandomi una mano sulla spalla.

<<D: in effetti...>>, mi unii a lui.

Ad un certo punto notai il professore di letteratura entrare nella camera di fronte.

<<D: è per questo che ha voti così alti?>>, domandai indicandoli.

<<T: cosa? Nonono. È suo padre>>.

<<D: aspetta, quindi lei è Juliet Jones?>>, sgrano gli occhi collegando gli ingranaggi nella mia mente.

<<T: è quello che ho detto>>.

<<D: oh...>>, mi passo una mano sulla fronte.

<<T: c'è qualche problema?>>, incrocia le braccia al petto.

<<D: n-no...assolutamente>>, rispondo fingendomi il più sereno possibile.

Appena l'uomo uscì la mora si alzò dal letto, prese una giacca, la indossò e si mise davanti allo specchio.
Così rimasi fermo a osservarla.

<<T: è bellissima>>, commentò il moro.

Mi girai verso di lui pensando, e in effetti non aveva proprio torto.

<<D: per caso ti piace la tua vicina?>>, domandai, anche se ero abbastanza sicuro della risposta.

Tyler arrossì leggermente e abbassò lo sguardo.

<<T: n-no..ceh, non credo...forse>>, rispose insicuro e intimidito.

<<D: cosa provi quando sei con lei?>>, riprovai.

<<T: quando sto con lei vorrei che non si allontanasse più, che continuasse a farmi tenere il braccio sulle sue spalle...mi fa sorridere sempre e quelle sue labbra...vorrei tanto poterle baciare >>, ammise finalmente.

<<D: hai appena confermato che provi qualcosa per Juliet>>, gli feci notare.

<<T: dici che dovrei provarci?>>.

<<D: ehm, io non lo so...fai ciò che ritieni opportuno>>, feci spallucce.

<<T: lo farò, grazie amico>>, mi abbracciò.

<<D: beh, di nulla>>, ricambiai la stretta, anche se titubante.

Speravo potesse cambiare idea presto, altrimenti avrei avuto seri problemi.

Spazio autrice
Ehi amori della zia, come state? Spero bene.
Mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate, leggere qualche commento non mi dispiacerebbe.

A future for us ~ Riverdale after yearsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora