<Taeyong, no. Siamo fratelli>
<Solo di nome, non abbiamo legami di sangue.... e se fossimo stati veramente fratelli ti avrei resa mia comunque>
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An Han-gi è una ragazza semplice. Ha 17 anni, e vive...
Tornammo a casa, e ovviamente nessuna anima viva, solamente Ciocco che come sempre va a salutare solo Taeyong e non me. Gatto ingrato. Feci un broncio carino andando a poggiare lo zaino, per poi tornare in cucina. <Cosa mangiamo?> chiese il castano girando per casa con quella palla cicciotta tra le braccia.
<Quello che c'è nel frigo> sorrisi innocentemente, provocando una smorfia sulle sue labbra. Aprii il frigo con lui che osservava dall'altra parte dell'anta. <Possiamo fare i noodles e la carne> disse sorridendomi. Presi gli ingredienti per poter cucinare ciò che aveva chiesto. La sua idea mi piaceva, per la prima volta.
Mi misi al lavabo e iniziai a lavare le verdure. Lo vidi con la coda dell'occhio, poggiare a terra il gatto. Si scotolò dai peli del micio e si avvicinò a me. <Vado a cambiarmi e torno> sussurrò facendomi venire un brivido su tutta la spina dorsale.
Si allontanò e ripresi a respirare regolarmente. Lavai tutte le verdure, dalle carote alle cipolle, zucchine e patate per poter fare un brodo per i noodles, aggiungendoci anche un boccone di carne.
Misi tutto in pentola e accesi il gas. Lui non era ancora tornato, ma volevo cambiarmi anche io. Sarei stata più comoda.
Mi diressi verso la nostra stanza, e non bussai nemmeno, in tutto questo tempo si sarà cambiato, NO?!
Aprii la porta e per mia fortuna lo trovai vestito. <Potresti uscire? Devo cambiarmi, vai in cucina> dissi cercando di mandarlo via ma lui mi squadrò da testa a piedi, e sorrise sedendosi meglio sul letto. <mmmh... non voglio alzarmi> disse con un sorrisetto che mi veniva voglia di strapparlo.
<Vabbè vado in bagno.> dissi abbassando mi è prendendo il mio pigiama per poi sfrecciare e chiudermi in bagno.
Appena uscii dal bagno stavo per cadere all'indietro dalla sorpresa. Lui mi prese al volo e mi tirò su facendo avvicinare i nostri visi, e le nostre labbra a un centimetro di distanza. Sbattei più volte le palpebre. <Stai bene?> chiese guardandomi negli occhi. <S-si sto b-bene> dissi sottovoce, cercando di far rimanere il cuore con battiti regolari, e non avere un inizio di svenimento tra le sue braccia.
Mi staccai velocemente, e mi schiarii la gola. <Andiamo a mangiare?> chiesi superandolo e correndo verso la cucina.
Lui mi seguì dopo poco, e mi occupai di mettere i noodles nella pentola col brodo bollente. Dopo una decina di minuti avevo finito il tutto. Taeyong e io stavamo parlando, tranquillamente, cercando di non parlare di ciò che è successo oggi. Sia a scuola. Che a casa.
Eravamo entrambi seduti, l'uno di fronte all'altra. <Quindi... la nuova prof eh?> chiesi iniziando a mangiare. I suoi occhi si puntarono nei miei. <Che c'è, sei davvero gelosa?> chiese ghignando e io alzai gli occhi al cielo. <Non mi importa con chi vai a letto, puoi andarci con chi vuoi...> dissi mettendo in bocca un altro boccone. <Allora, vieni a letto con me?> chiese e spalancai gli occhi iniziando a tossire come se non ci fosse un domani.
Lui rise e si alzò venendo a battere la mano sulla mia schiena. <come fai ad essere così stupita? Tanto lo sai bene anche tu, che succederà...> disse avvicinandosi al mio collo, da dietro. Mi voltai di colpo, e le nostre labbra erano a un soffio di distanza. <Non c'è nessuno a casa... qui non ci vede nessuno....> disse mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Allungai la mano sul suo petto e lo spostai. <Non succederà nulla. N U L L A. mentre non ci sono gli altri.> sorrisi falsamente e lui dopo essersi passato una mano tra i capelli morbidi, e leccandosi il labbro, andò di nuovo a sedersi.
(...) Tutto il pomeriggio lo passai a studiare, e la cena... beh, non avevo fame. Penso di aver fatto indigestione a pranzo. Taeyong... Aish. Lui è uscito, voleva fare una passeggiata.
Alzai la testa osservando l'orologio. Era quasi mezzanotte, ma non ho per nulla sonno. Uffa.
La porta si aprì rivelando la figura di Taeyong. <Sono tornato> disse e io alzai gli occhi al cielo. <alla buon ora. Mi hai lasciata sola tutto il pomeriggio> sbuffai coprendomi con la coperta, essendo sdraiata sul divano. Mi voltai di spalle e cercai di dormire.
Lo sentii camminare, e poi i passi si fermarono. <Dai, scusa... sono stato da una parte... non trovavo un posto del genere da quando mi hanno trasferito in questo orfanotrofio. Dai, non mi ignorare piccola> disse e io alzai gli occhi al cielo stringendomi nella coperta.
<Vai a dormire, domani abbiamo scuola> dissi e lui si alzò dopo poco, e se ne andò. Non gli credo per nulla. O almeno... non penso mi abbia detto la verità.
Chiusi gli occhi e cercai di dormire.
(...) Mi rotolai tra le coperte e sbuffai. <Aish> dissi alzandomi sedendomi sul divano e scompigliarmi tutti i capelli con le mani. Mi voltai cercando se per caso la luce della camera di Tae fosse accesa, ma nulla.
Mi morsi il labbro e poi mi alzai per andare in bagno. Dovevo fare qualcosa per addormentarmi, forse dovevo solo svuotare la vescica.... giusto?
Non so che senso logico abbia, ma devi fare qualcosa, e sgranchirmi le gambe era l'unica opzione. Mi alzai e mi diressi in bagno, ma appena acceso la luce un sospiro da dietro mi fece venire i brividi. Spalancai gli occhi e mi voltai pronta ad urlare.
Ma- appena mi voltai vidi la sagoma di Taeyong. <Oddio, mi vuoi far morire di infarto?!> chiesi guardandolo male. La luce della sua camera, l'abat-jour illuminava la scena. <Nemmeno tu riesci a dormire?> chiese e io annuii.
<Tu, pure?> chiesi e lui annuì. <Vuoi fare qualcosa?> chiese appoggiandosi allo stipite della porta e io annuii. Non sapevo che fare. Quindi...
<Vuoi parlare un po'?> proposi io e lui sorrise. Andammo in camera sua e i sedemmo sul suo letto. Tra noi si abbassò un silenzio imbarazzante. Poi la sua mano si poggiò sulla mia gamba. <Ti prego... fammelo fare... è da tutto oggi che le nostre labbra sono a tanto così- fece il segno con l'indice e il pollice- dal toccarsi, e giuro... non mai aspettato così tanto un bacio.> disse guardandomi con occhi da cucciolo.
<Non lo verrà a sapere nessuno, ma stai con me> chiese e io lo guardai interdetta. Mi avvicinai lentamente e posai le mie mani sulle sue guance, mi avvicinai e....
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