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È stata una settimana tranquilla, tutto sommato. Abbiamo fatto tre date, Stoccarda, Bruxelles e la prima di quelle che tanto aspettavamo, Londra.

Siamo precisamente al ventitré febbraio e oggi abbiamo la giornata libera, però abbiamo deciso di dividerci; o almeno, Damiano e Victoria dovevano andare da qualche parte, se non sbaglio era un negozio particolare che volevano vedere, di cui non mi interessa assolutamente. Thomas è voluto rimanere con me, sia per non lasciarmi solo, che per saltarmi addosso ogni cinque minuti, ovviamente, e sicuramente non me ne lamento.

Si potrebbe dire che, in sostanza, non abbiamo fatto praticamente un cazzo, detto proprio in parole povere: abbiamo solo guardato un film sul computer di Marta, ingozzandoci di schifezze, anzi, Thomas ha mangiato qualsiasi cosa e io ho sgranocchiato qua e là, come mio solito. Ma davvero non so chi abbia deciso di graziare questo ragazzo donandogli un metabolismo simile, io dopo un pacchetto di patatine stavo scoppiando.

Il film è appena finito, e quella sensazione di vuoto che solitamente arriva quando finisci di guardare qualcosa attanaglia entrambi, infatti ci guardiamo con un espressione che dice esplicitamente: 'e mo' che cazzo famo?'

Ad un certo punto un pensiero in particolare mi colpisce, com'è che me ne ricordo solo ora?

"Thom?" attiro la sua attenzione e lui si gira a guardarmi, facendo un cenno per farmi andare avanti.

"Ricordi la settimana scorsa? Quando abbiamo litigato intendo-" mi blocco un attimo.

Ogni volta che ci ripenso, mi turba.

Lui comunque annuisce e continua ad ascoltarmi. "Ecco, io prima di andarmene avevo lasciato una scatolina sul mio letto, hai presente?"

Thomas sembra pensarci un attimo, per poi spalancare gli occhi, gli sarà tornato in mente.

"Sì sì, adesso m'a ricordo. Ma do' sta?" chiede curioso.

"Beh in realtà era per te...sai, ero venuto a fare il cambio ad Erika per controllarti, ma anche per portarti quel regalo. Stavi male quindi pensavo ti avrebbe fatto piacere..." ammetto, abbassando un po' lo sguardo alla fine.

Lui mette due dita sotto al mio mento e spinge verso l'alto, per farmi guardare il suo viso, e collega furtivamente le nostre labbra, e io non riesco a non sorridere nel bacio.

"Comunque, pensavo l'avessi aperto in realtà e che magari non ti fosse piaciuto, infatti ho evitato di chiedere, ma a quanto pare non l'hai proprio toccato e si è perso qui vicino, da qualche parte," continuo.

"Esatto, m'ero 'ncazzato e manco so' annato a vedè, anche se veramente n'ero sicuro che fosse pe' me, me sembrava strano," risponde il biondo.

"Eh invece, era per te. Vabbè adesso trovamolo però, che me ce so 'mpegnato," già, ogni tanto anche a me scappa un po' l'accento.

In ogni caso, ci alziamo in contemporanea e iniziamo la nostra ricerca.

Beh, 'ricerca', non è che dobbiamo cercare per mari e monti, dev'essere per forza qui, sicuramente dal mio letto non sarà finita al piano di sotto.

E in effetti la caccia dura ben poco, perché la scatola era semplicemente incastrata fra il materasso e la 'parete', per quanto un bus possa avere pareti, ma dettagli.

Ci si è infilata facilmente perché è davvero molto piccola, e il contenuto ne spiega il perché.

Nonostante sia un regalo per lui, Thomas trova sempre il modo di scherzare e decide di inginocchiarsi davanti a me molto goffamente, a mo' di proposta.

Scoppio a ridere ma cerco di reggere il gioco, mettendomi una mano davanti alla bocca in segno di grande stupore, per poi fingere di asciugarmi una lacrima.

𝘱𝘶𝘵 𝘺𝘰𝘶𝘳 𝘭𝘰𝘷𝘪𝘯𝘨 𝘩𝘢𝘯𝘥 𝘰𝘶𝘵 𝘣𝘢𝘣𝘺 | 𝐞𝐭𝐡𝐦𝐚𝐬 [IN PAUSA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora