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Vengo sommerso dai pensieri, passano secondi, minuti, forse ore? 

Sento il telefono vibrare sul materasso, lo sblocco e vedo che è un messaggio da parte di Damiano.

Dam

puoi gentilmente spiegarmi perché Ethan è tornato piangendo?

che cazzo è successo?

Io

niente.

Spengo il telefono e lo lancio più lontano possibile da me, non voglio sentire nessuno di loro, stanno fingendo, e me ne rendo conto solo adesso...

Porto una mano sul viso e lo sento umido ma, all'avanzare di un'altra lacrima, non riesco più a trattenermi, scoppiando in un pianto disperato.

Ad ogni lamento vedo davanti a me la faccia del moro che ride, e che mi dedica le sue parole velenose. Non trovo nemmeno la forza di tapparmi la bocca per non farmi sentire in caso Erika dovesse tornare, ma ho bisogno di scaricare tutta la rabbia che si è presa possesso del mio corpo, quindi me ne frego.

Ormai stanco e con il dolore di testa che è tornato, più martellante di prima, chiudo gli occhi e mi stendo, ma non mi addormento.

Non voglio rivivere lo stesso incubo.


Damiano's p.o.v.

Siamo sull'auto, io e Vic, aspettando Erika, visto che abbiamo accompagnato Ethan a dargli il cambio. Appena la vediamo arrivare scendiamo dal veicolo, approfittando per fumare una sigaretta insieme. Ci sorride e tira fuori il suo pacchetto di Chesterfield, notando noi con già l'accendino in mano.

Chiacchieriamo del più e del meno mentre la cenere delle pagliette precipita ai nostri piedi.

Stiamo per risalire sulla macchina, quando sentiamo qualcuno urlare da dentro al Tour Bus. Ci guardiamo fra di noi confusi, ma dopo qualche manciata di secondi vediamo Ethan uscire dalla porticina, col cappotto in mano e lo sguardo basso.

Cosa..?

Ci raggiunge e senza fiatare torna al posto che occupava precedentemente.

"Eth...cos'è successo lì dentro?" chiede Victoria, la preoccupazione nella sua voce si sente forte e chiara.

"Niente, state tranquilli. Era solo nervoso..." ci risponde frettolosamente senza nemmeno alzare gli occhi a guardarci.

Sta mentendo.

"Ethan-" cerco di parlare ma mi interrompe subito.

"Ho detto 'nie-nte'!" cerca di rimanere composto ma viene tradito dalla sua voce spezzata. Si porta una mano al viso e scaccia distrattamente una lacrima che stava percorrendo la sua guancia.

Capisco che non è il caso di andare oltre, tanto sarebbe inutile, non ci dirà nulla.

Vado al posto del guidatore e, dopo che anche le ragazze si sono accomodate, metto in moto, uscendo dal parcheggio in cui è fermo il bus.

Durante tutto il viaggio ho cercato di intavolare un discorso, ma il moro si rifiutava di parlare, limitandosi a tirare su col naso ogni tanto ed asciugare tutte le gocce che gli bagnavano il viso. Ho provato a chiedere spiegazioni a Thomas per telefono, ma anche lui non vuole dirmi nulla. Si può sapere cosa cazzo si sono detti?

Non sono nemmeno bravo a consolare le persone, soprattutto quando non conosco il motivo del loro malessere, e quando si tratta dei miei amici, mi sento terribilmente in colpa.

𝘱𝘶𝘵 𝘺𝘰𝘶𝘳 𝘭𝘰𝘷𝘪𝘯𝘨 𝘩𝘢𝘯𝘥 𝘰𝘶𝘵 𝘣𝘢𝘣𝘺 | 𝐞𝐭𝐡𝐦𝐚𝐬 [IN PAUSA] Where stories live. Discover now