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"Tutto ok Eth? Che stai a guardà?" mi chiede curiosa.

Mi risveglio dal mio sogno ad occhi aperti, fortunatamente Thomas non si è accorto di nulla, essendo occupato a sistemare i suoi effetti personali.

"Ehm- sì sì...tutto ok, ero solo assorto nei pensieri," rispondo frettolosamente.

"Ah, capisco. E a che pensavi?" il sorrisetto beffardo.

"Niente in particolare," cerco di chiudere il discorso per evitare di renderlo imbarazzante, ma ci pensa lei a continuare.

"Strano...mi era sembrato che stessi fissando Thomas."

Cazzo.

"Mnz, ma come ci pensi?" le dico, fingendo di essere indignato.

Alza le mani in segno di resa, ma con l'aria divertita, e torna a concentrarsi sulla sua skincare.

Girandomi, per tornare alla sessione di lettura, il mio sguardo incontra per un momento quello del biondo, che mi rivolge un piccolo sorriso laterale. Mi stava guardando. Arrossisco fino alla punta dei capelli, cercando di nascondermi grazie al buio della cuccetta, spero non se ne sia accorto. 

Ma che gli prende? Perché mi fissa?

Nel frattempo Damiano è rientrato nel bus, sicuramente era uscito per fumare. Mi passa accanto perché il suo letto è sotto il mio, mi fa un cenno di saluto amichevolmente, che ricambio, e scompare dietro alla tendina.

Alla fine ognuno va a riposare, per essere energico per domani, in cui abbiamo la seconda tappa, Madrid.

Anche Thom mi passa davanti, perché la sua, di cuccetta, sta sopra a quella di Vic, quindi esattamente di fianco a me, squadrandomi dalla testa ai piedi.

Ammetto che ho faticato ad addormentarmi, sentendo i suoi occhi addosso.

***

La giornata oggi si svolgerà esattamente come ieri, quindi: arrivo a Madrid, giretto tattico per spizzicare qualcosa, prove, concerto. Esattamente come ogni giorno in cui avremo una tappa, anche se fortunatamente abbiamo del tempo di stacco per visitare le città.

Oggi in realtà, avendo finito le prove prima del previsto, ci siamo recati in centro per conoscere meglio il luogo e girare per negozi.

Thomas ha portato con sé la chitarra, quindi ogni tanto improvvisa qualche giro mentre Damiano canta.

Mi viene un'idea, così mi avvicino a lui.

"Aspetta Thommy, idea! Tu inizia a suonare qualche corda e dopo mi aggiungo io battendo sulla chitarra, vediamo cosa esce fuori"

Lello, il nostro assistente, avanza con la telecamera in mano, con l'intenzione di riprendere la nostra mini performance.

"Figo cazzo! Vie' qua, proviamo," risponde il chitarrista.

Inizia con un giro creato sul momento e, appena trova un ritmo, alternando battiti di dita e colpi con il pugno sul corpo dello strumento, lo accompagno, creando un motivo molto catchy.

Concludiamo la nostra prestazione battendoci il cinque e ridacchiando per il risultato decisamente positivo.

Continuiamo a camminare, alla ricerca di un bar dove fermarci a consumare qualcosa, e Thomas decide di mettermi un braccio attorno alle spalle in modo amichevole, riempiendo il mio naso con il suo odore gravido di sigarette miste al profumo proprio della sua pelle, ebbro ma dolciastro. Mi irrigidisco immediatamente per il contatto inaspettato. Lui sembra notarlo e si gira verso di me con sguardo interrogativo, ma per evitare domande semplicemente scuoto la testa e cerco di rilassarmi.

Davvero, non capisco cosa mi prende. Nell'ultimo periodo, anzi, da quando abbiamo iniziato il tour a novembre, intorno a lui mi sento in soggezione.

Sarà dovuto al cambiamento, alla maturazione, del suo corpo, dei suoi tratti, dei suoi comportamenti? Alle sue gambe che si allungano e diventano più forti, al principio di barba che si inizia a intravedere, al rinnovamento del suo odore, che diventa sempre più mascolino e inebriante? O al modo diverso in cui mi tratta, rispetto agli altri? Quando è con me lo vedo un po' agitato, ma è gentile e la sua ricerca di contatto fisico è decisamente aumentata, ma magari è a causa della lontananza dalla sua famiglia, forse gli manca e ha bisogno di affetto, no?

Non so se crederci appieno, so solo che uno dei miei migliori amici sta diventando, giorno per giorno, sempre più attraente e io sto fottutamente impazzendo.

Cerco di distogliermi dai pensieri poco consoni destinati al mio compagno, e mi concentro su ciò che mi circonda.

La città è molto bella: grande, essendo la capitale, ma non frenetica e pregnante di gente indaffarata che corre su e giù per le strade, anzi, è un posto elegante, con viali e percorsi affascinanti. Inoltre gli abitanti qui sono accoglienti e calorosi, ti fanno sentire a casa e sono molto aperti alla conoscenza degli stranieri, dando il benvenuto a chiunque.

È davvero un luogo perfetto per me.

Ci fermiamo davanti ad un furgoncino che vende churros con cioccolato, uno dei tipici street food di Madrid, e ne prendiamo qualcuno da mangiare sulla strada di ritorno al locale.

***

Dopo esserci scatenati sul palco del Cool Stage, la serata finisce in modo tranquillo, come al solito, quindi andiamo a preparare le nostre cose sul bus. Domani abbiamo il volo per Parigi, e staremo lì due giorni. 

Da quando sappiamo di questa data, Vic non fa altro che parlare di quanto vorrebbe andare a Disneyland, che ha sempre sognato di visitare il castello, ecc. E puntualmente, ogni volta che le ribadiamo il fatto che non ci potremo andare, per il poco tempo a disposizione, mette su il solito broncio e inizia a borbottare girandosi dall'altra parte. È parecchio insistente su questo argomento, ma quando si comporta così non posso non pensare che sia adorabile.

***

Siamo in aeroporto e ci vengono consegnati i biglietti dalla nostra manager Marta, per vedere i numeri dei posti su cui dobbiamo sederci. Tiro silenziosamente un sospiro di sollievo quando capisco di non dover stare accanto a Thomas, due ore di volo appiccicato a lui, a pochi centimetri dal suo corpo, sarebbero insostenibili, rimarrei rigido come un pezzo di legno per tutto il tempo, sotto il suo sguardo cocente.

Lo spazio tra le file di sedili è davvero ristretto, lo noto appena metto piede sul velivolo. Noncurante, mi dirigo verso il mio posto, dopo averlo ricontrollato sul biglietto: fila 6, sedile n° 42, proprio accanto a Victoria, che ha il 41. Mentre Thomas e Damiano hanno, rispettivamente, il 48 e il 49, dietro di noi.

Mi fermo accanto al mio sedile per lasciare la borsa nel portabagagli in alto, ma non faccio in tempo ad allungare il braccio che sento una presa morbida attorno ai miei fianchi, mi coglie di sorpresa, ma riconosco subito il suo profumo. Thom si fa spazio dietro di me per raggiungere il suo posto ma, dato lo scarso spazio del corridoio, il suo corpo struscia contro il mio, sento la mia schiena aderire al suo petto e il tessuto dei nostri abiti sfregare tra loro. La sua figura mi sovrasta per quei pochi secondi, che sembrano passare a rallentatore, mentre la temperatura del mio corpo e, soprattutto, delle mie guance, sale alle stelle. Lui sembra essere leggermente in imbarazzo dal contatto un po' troppo ravvicinato, ma niente di più; fa finta di nulla e siede accanto a Damiano, che nel frattempo si è già accaparrato il posto vicino al finestrino. Concedo il mio a Vic, sapendo che è leggermente spaventata dall'aereo, quindi è meglio che si distragga guardando il paesaggio sotto di noi, mentre io mi accomodo su quello interno, proprio davanti al biondo...

hello everyone!

Sono tornata con il secondo capitolo, che è leggermente più corto, però fa niente.
Come ho detto, non sono di molte parole purtroppo, quindi direi che possiamo fermarci qui per oggi hahahaha, sorry.
Spero solo che la storia vi stia interessando :(:

See ya in a few days, thanks for reading.

-logAn

words count: 1200

𝘱𝘶𝘵 𝘺𝘰𝘶𝘳 𝘭𝘰𝘷𝘪𝘯𝘨 𝘩𝘢𝘯𝘥 𝘰𝘶𝘵 𝘣𝘢𝘣𝘺 | 𝐞𝐭𝐡𝐦𝐚𝐬 [IN PAUSA] Where stories live. Discover now