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Thomas' p.o.v.

Non so con quale coraggio né tantomeno perché io lo abbia fatto, ma a quanto pare non gli ha dato fastidio, e sicuramente nemmeno a me...ringrazio il cielo che sia sera, così il rossore sulle mie guance può essere ben nascosto.

Ho sentito come il bisogno di farlo, di avvicinarmi a lui e toccarlo, come se fosse un magnete, come se avessi la necessità di stargli appiccicato.

È da mesi che mi comporto così, all'inizio non me ne rendevo nemmeno conto, ma quando ho notato gli sguardi confusi di Ethan ogni volta che gli stringevo le spalle con un braccio completamente a caso, o quando cercavo di sedermi sempre accanto a lui, o quando giocavo distrattamente con i suoi capelli, arricciandoli con le dita, ho iniziato a capire che forse mi stavo comportando in modo strano.

Infatti per un po' di tempo ho cercato di controllarmi. Certo, magari quel mese di pausa fra un tour e l'altro può aver aiutato, ma dovevo comunque sforzarmi per non stargli incollato.

Dopo quello che è successo nel camerino ieri pomeriggio, sono quasi spaventato...

...che mi piaccia Ethan?

Scaccio immediatamente quel pensiero dalla testa, è assolutamente impossibile che sia così.

Non ho nemmeno mai provato attrazione per un ragazzo, perché dovrebbe succedere adesso?

Assegno, noncurante, la motivazione di queste sensazioni agli ormoni. Dopotutto, ho quasi superato la mia fase di crescita, magari tutto questo è solo una scarica finale prima di raggiungere la giovane età adulta...

Vengo deconcentrato dalla mia analisi a causa di Ethan che si stacca da me per aprire la porta del ristorante, attendendo il mio ingresso. Dispiaciuto dalla mancanza di quel calore che caratterizza le sue mani, entro, ringraziandolo.

Ci dirigiamo insieme agli altri al nostro tavolo, precedentemente prenotato, e ci accomodiamo uno accanto all'altro.

Il tavolo è piccolo e noi siamo in tanti, infatti è un po' difficoltoso mangiare.

La coscia di Ethan struscia continuamente, ininterrottamente,  sulla mia, deconcentrandomi dal mio arrosto con Knödel e ledendo la mia sanità mentale. Anche lui sembra abbastanza impacciato, ma non ci prova nemmeno ad allontanare la gamba. 

Quando lo noto sorrido soddisfatto, e decido di approfittare della situazione.

Sposto la mano sinistra, 'distrattamente', sul suo ginocchio, continuando a mangiare tranquillamente. Lui si volta di scatto verso di me, ma fingo di non vederlo e inizio il mio tragitto verso l'alto. Lo sento agitarsi sotto al tavolo e colpisce la mia caviglia col piede, intimandomi di fermarmi. Ovviamente lo ignoro e mi sposto all'interno, spaventosamente vicino al suo inguine, stringendogli la coscia a mano aperta.

Lo vedo arrossire violentemente e Damiano, che è seduto proprio difronte a lui, lo guarda in modo strano.

"Ma tutto bene, Ethan?" gli chiede. Mi unisco anche io allo sguardo di Dam. 

Sì, Ethan, che succede? 

Rido internamente.

Stringo più forte.

"S-sì, ho solo caldo..." risponde il moro respirando profondamente.

Qui dentro si gela, infatti il castano fa una faccia incredula, la prossima volta dovrà trovare una scusa migliore.

Ethan si guarda attorno, verificando che tutti siano concentrati sul loro piatto, poi si gira verso di me e mi fulmina con lo sguardo. 

Fisso i miei occhi nei suoi, ancora un po' scioccati, e do delle ultime strette ancora più in alto, sfiorando il cavallo dei suoi pantaloni. Lo vedo sospirare profondamente, serrando gli occhi, e cerca di abbassare il maglioncino il più possibile, per coprire il rigonfiamento che si ritrova in mezzo alle gambe. 

𝘱𝘶𝘵 𝘺𝘰𝘶𝘳 𝘭𝘰𝘷𝘪𝘯𝘨 𝘩𝘢𝘯𝘥 𝘰𝘶𝘵 𝘣𝘢𝘣𝘺 | 𝐞𝐭𝐡𝐦𝐚𝐬 [IN PAUSA] Where stories live. Discover now