15. Una cosa sola

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"In quel momento diventarono l'uno l'ancora dell'altro, il punto fermo, stabile, fisso

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"In quel momento diventarono l'uno l'ancora dell'altro, il punto fermo, stabile, fisso. Niente li avrebbe spostati. Niente li avrebbe distrutti."

🥀

Non era mai stata tanto arrabbiata, quanto delusa e amareggiata con qualcuno.
Di solito non si arrabbiava mai e quando succedeva, era facile a calmarsi.
Con Harry però no, con lui non riusciva a non essere furiosa, a non odiarlo e a non sentirsi una merda per il fatto che ciò che erano stati si era perso nel niente, nel nulla totale. Eppure lei, con Harry, non si era mai sentita niente e nulla, ma era sempre stata qualcosa, qualcuno di importante. Lui aveva sempre fatto in modo che con i suoi gesti si sentisse importante e perfetta.

Nonostante la loro dura lite, aveva continuato a frequentare il White Rose. I suoi sentimenti erano stati feriti, ma non voleva dargliela vinta. Voleva dimostrargli che di lui non le importava, o di quello che pensava, o di chi si scopava. Lei era migliore di lui e di tutte quelle che si portava a letto solo per farle un dispetto. Che poi l'aveva capito che ogni ragazza diversa che si strascinava dietro una sera sì e l'altra pure, erano solo un pretesto per farla ingelosire e per scaturire una reazione che però non gli dava dal giorno in cui avevano litigato ancora. Non avrebbe vinto lui.
Era gelosa marcia, ma lui non l'avrebbe mai saputo.
Era gelosa quando ci sorrideva, quando le accarezzava, quando si fermava, dal bastardo il quale era, proprio davanti al suo tavolo per baciarle e sussurragli porcherie da voltastomaco all'orecchio. Heaven lo sapeva che era questo che diceva a tutte, lo sapeva perché con lei aveva fatto lo stesso ed era consapevole di quanto in realtà questa cosa la facesse impazzire.

Ed era la verità, perché Harry, per quanto non riuscisse a smettere di pensarla e per quanto si sentisse uno stronzo egoista a prendere in giro tutte quelle ragazze nel proporgli notti di fuoco che poi non avrebbe mai veramente concesso a nessuna di loro. Non ci riusciva. L'unica che voleva era Heaven. L'unica che voleva, ma anche l'unica che non poteva più avere.

Erano rimasti così ad evitarsi per giorni. Jack, che sapeva un po' la storia, aveva provato a farli chiarire, ma con scarsi risultati. Così, alla fine, aveva smesso di provarci, ma con l'avviso che se si fossero strillati addosso ancora una volta avrebbe cacciato tutti e due a calci, fuori dal White Rose.
Era ironico vedere come si comportassero da coppia orgogliosa quando non erano affatto una coppia.
Anche quando capitava che Harry andava a prendere la sua sorellina da scuola e si incrociavano all'uscita, la guardava e poi la evitava come la peste; non che lei volesse che si avvicinasse. Lo odiava anche fuori dal White Rose e se ci avesse parlato probabilmente lo avrebbe ricoperto di brutte parole.
L'aveva fatta sentire inutile, folle e stupida, oltre che fragile ed insignificante. Tutte cose che odiava, tutte cose che una donna non dovrebbe sentirsi mai.

Se gli uomini credono di essere perfetti, non devono mai non far sentire le donne altrettanto perfette.

Persa nei suoi pensieri uscì da scuola, accorgendosi di quanto i bambini corressero fuori dalla porta per poter finalmente tornare a casa. Osservò i genitori accogliere tra e braccia i propri figli e sorrise alla dolce visione di un bambino che salutava la madre con un bacio sulla guancia. Finché la sua attenzione non fu attratta da una bambina che conosceva bene, immobile sul marciapiede mentre si guardava attorno con aria triste e spaesata. Josie, la sorella di Harry, si torturava le mani mentre fissava la strada.
Si avvicinò al suo piccolo corpicino, appoggiando poi una mano sulla sua spalla con delicatezza per richiamare la sua attenzione.

Anime in fiamme [HS]Where stories live. Discover now