1. White Rose

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"Da sola poteva essere quello che voleva, con gli altri invece

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"Da sola poteva essere quello che voleva, con gli altri invece... beh, solo quello che loro volevano."

🥀

Londra, gennaio 2020.

Il giorno in cui Heaven conobbe quello che poi tutti definiscono come l'amore della propria vita era un giorno che non si può dimenticare.
Uno di quei giorni in cui sembra non essere successo nulla di diverso dagli altri, ma poi te ne accorgi che c'è qualcosa di diverso, qualcosa che ti fa capire che sta per cambiare tutto. E non sei preparato, non sarai mai preparato quando l'amore arriva nella tua vita e ti travolge con tutta la sua magnifica ed inesorabile bellezza.

Era una fredda giornata di gennaio, la neve su Londra cadeva lenta, incastrandosi tra i capelli e sui vestiti dei passanti; Heaven osservava dalla grande finestra di un bar, che sull'insegna portava il nome di White Rose, il modo in cui diversi sconosciuti passeggiavano per quella via, o correvano per chissà dove.
Aveva scoperto quel locale da poco, per puro caso, passeggiando per le vie di Londra si era imbattuta nell'insegna così luminosa che lampeggiava quel nome. Rosa Bianca. Il fiore della purezza e dell'innocenza, il simbolo dell'amore eterno, del legame indissolubile.
Affascinante, pensò la prima volta che lo vide.
E anche un po' controsenso: le piaceva stare tanto dentro ad un bar che portava il nome di un amore che lei credeva non avrebbe mai conosciuto.

Seduta comodamente ad un tavolo, osservava fuori e si perdeva con lo sguardo tra i passanti. C'era chi con le mani nelle tasche del giubbotto camminava tranquillo, magari con un ombrello appeso al braccio; c'era chi nascondeva il naso e le labbra nella sciarpa attorno al loro collo; o c'era ancora chi camminava in coppia, in gruppo, e raccontava della proprio vita agli altri, quasi come se le proprie, di vite, dipendessero proprio da questi racconti.
A molte persone piace parlare di sé stessi, di quello che succede, della proprio vita.
Ma lei no.
Lei odiava parlare di sé stessa, odiava parlare dei suoi progetti, di quello che voleva, di quello che non voleva, di quello che le era accaduto; cercava sempre di preservare sé stessa e tenere ogni singolo dettaglio, anche quello più futile, della sua vita, con lei e per lei soltanto. Quasi come se dirlo a qualcuno potesse in qualche modo infrangere le barriere che spesso si ostinava a tirare sù durante il tipico processo conoscitivo con la gente. Avete presente la classica prassi che si affronta quando si incontra qualcuno: ci si presenta, nome, cognome e roba del genere? Ecco, per lei la storia finiva lì. Dopodiché alzava dei muri e optava per l'isolamento.

Da sola poteva essere quello che voleva, con gli altri invece... beh, solo quello che loro volevano.

Un po' folle, ma le andava bene così.
Ventisei anni e nessun amico, eccetto qualche conoscente che per gentilezza continuava a salutarla, o per ostinatezza continuava a provare a penetrare in quella barriera che non lasciava mai attraversare a nessuno.
Ventisei anni e nessun amore. Non sapeva neanche cosa fosse l'amore, figuriamoci avere una persona che rappresentasse carnalmente questo sentimento per lei.
Ventisei anni e aveva solo i suoi genitori. Le uniche persone che potevano vantare un minuscolo spazio all'interno della sua vita, erano proprio loro.
Non c'era più spazio per nessun altro.
Lei non voleva incontrarlo quell'amore, non le interessava neanche.

Anime in fiamme [HS]Where stories live. Discover now