tell me why

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Trascorsi i due giorni seguenti ad arrovellarmi sul motivo per cui ci fossi rimasta così male, su cosa effettivamente mi aspettassi da Harry e sul perché fossi scappata via.
Frustrata al massimo livello, cercai di buttarmi a capofitto nello studio, in tutto ciò che mi potesse distrarre.

Il fatto di non poter parlarne con Julia mi rese ancora più nervosa. L'unica con cui mi ero potuta sfogare era stata ovviamente Clare, che comprendeva perfettamente il mio fastidio e il mio nervosismo, ma cercava di farmi capire che effettivamente tra me ed Harry non c'era stato nulla. Di concreto almeno. Neppure un bacio.

Non ci avevo neppure pensato in effetti. Nonostante le volte in cui ci fossimo visti, le nostre labbra si erano solo sfiorate, ma mai un vero bacio. Persino quella sera.

Eppure le cose tra me ed Harry erano sempre state diverse. Il solo modo in cui mi parlava mi faceva scendere brividi sulla schiena.

Nonostante questo, prima di un addio avrei voluto un suo bacio. Giusto per capire se baciava bene.

Anche se su questo non avevo molti dubbi.

Comunque non risposi al messaggio che Harry mi inviò la sera stessa e neanche alla sua chiamata del giorno dopo. L'idea di sentire la sua voce per telefono mi elettrizzava, ma non avevo voglia di fare la figura della patetica.

Avevo bisogno di riprendermi dal turbinio chiamato Harry Styles e ritornare alla mia vita. Così, mentre guardavo Clare provarsi l'ennesimo vestito per l'importante incontro che avevamo nel pomeriggio, cercai di sentirmi tranquilla.

Dovevo concentrarmi al massimo sullo studio. Per gli studenti dell'ultimo anno quella era un'occasione irripetibile. L'università teneva questo meeting ogni anno, a cui avrebbero partecipato alcuni tra gli architetti più in vista, ai quali alcuni studenti sarebbero stati anche presentati.

Non stavo nella pelle. Il pensiero di poter andare a lavorare in uno di quegli enormi studi di design o di poter ottenere il mio primo progetto mi elettrizzava. Poter progettare una casa tutta sola era un sogno.

"Abby, che ne dici di questo?" Mi chiese Clare impaziente, con addosso un tubino cobalto che le risaltava la vita sottile. Con quei suoi lisci biondi, Clare era davvero una bella ragazza.

"Clare, stai benissimo anche con questo. Davvero." Le andai vicino, sistemandole la spallina. "Che ne dici di andare adesso e fare il culo a tutti?" Le proposi sorridendo.

Clare rise di rimando, annuendo e insieme uscimmo dal suo appartamento a Brooklyn in direzione della nostra università. Durante il tragitto, mi sistemai le pieghe dell' abito rosso, scollato sulla schiena, e cercai di non essere agitata. Difficile visto che tutto sarebbe dipeso da quel momento.

Strinsi i miei migliori lavori nella mano destra e, dopo essere scesa dal taxi, guardai tutti coloro che entravano e uscivano dall'Università.

Non sarebbe stato facile farsi notare da tutti quegli architetti, ma avrei cercato di fare il mio meglio. O comunque ci avrei provato.

Appena ci incamminammo verso l'università Josh ci venne incontro, sorridendo, assieme a un altro ragazzo, che mi pare si chiamasse Royce.

"Allora bellezze, come vi sentite?" Mise una mano sulle nostre spalle, sorridente. Josh era davvero un ragazzo magnifico. Nonostante avesse perso il padre quando era ancora molto piccolo, trovava sempre il modo di affrontare la vita con un sorriso.

Mi appoggiai a lui mentre camminavamo attraverso il prato verde del sentiero, e lui di rimando mi sorrise.
"Tutto bene." Rispose Clare, sistemandosi i capelli. "Eccetto il fatto che penso di aver sbagliato per l'ennesima volta colore di vestito e ho i capelli elettrizzati, di nuovo."

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