you again

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Tamburellavo insistentemente le dita sulla scrivania in cui ero seduta. Con il mio chignon improvvisato, cercavo di ultimare il progetto che dovevo finire entro questa settimana.

Mi piaceva disegnare, amavo dare spazio alla mia creatività, ma a volte risultava più difficile del previsto. Essere architetto indicava anche pianificare, essere razionali. Cosa in cui riuscivo ben poco.

Stufa di restare a fissare il monitor del mio computer, lo misi in borsa e mi alzai per uscire dall'università.

L'atrio era semi deserto, cosa abbastanza normale visto che oggi si sarebbe tenuto un importante meeting con un rinomato imprenditore. Non sapevo chi fosse, non che me ne importasse molto visto che mancavano 5 giorni alla scadenza del mio primo progetto importante.

Mi sciolsi i capelli sulle spalle, e raggiunsi presto l'uscita dell'Ateneo. Troppo presa a osservare una leggera macchiolina sul cappotto, non prestai attenzione a chi mi stava davanti e urtai qualcuno.

Non feci neanche in tempo a scuotermi dallo scontro, che una forte mano tatuata si posò sulla mia schiena, evitando che cadessi all'indietro.

Il contatto mi fece avvicinare talmente al mio sconosciuto "salvatore", che arrivai a qualche centimetro dalle sue labbra.

Alzai la testa, pronta a ringraziare chiunque mi avesse salvata da quella figura, quando incontrai due occhi, talmente tanto, troppo familiari.

Il signor Styles, in tutta la sua altezza, era chinato su di me, con il suo caldo respiro sulle labbra. Ero ammutolita.

Sentivo un'attrazione talmente forte tra di noi che mi girava la testa. La mia mano poggiata sul suo petto rivelava un fisico asciutto, monumentale.

Volevo avvicinarmi di più, non sapevo neppure il motivo. Sapevo soltanto che i suoi occhi verdi fossero leggermente sfumati con un verde più scuro, e che le sue labbra erano a forma di cuore.

"Signor Styles, tutto bene?" Chiese un uomo alla sua sinistra.

Mi riscossi velocemente e mi allontanai da lui, continuandolo a guardare.

"Dovrei ringraziarla per avermi salvato, signor Styles." Abbozzai con un sorrisetto, guardandolo negli occhi.

"Si, dovresti." mi rispose.

Mi schiarii la voce. Era sempre così enigmatico con me. Non so neppure perché avessi talmente voglia di conoscerlo, di vedere cosa ci fosse dietro i suoi occhi, di capire cosa nascondesse dietro i suoi completi floreali.

Nessuno mi aveva mai guardata così. Eppure non riuscivo a capire cosa nascondesse.

Provai a dire l'unica cosa che mi venne in mente. "Mi disp.."

Prima di poter finire, fui nuovamente interrotta.

"Vieni qui all'università?"chiese con il suo solito sottofondo roco.

Mi aveva per caso appena rivolto una domanda?

Annuii, "Studio architettura" dissi alzando le spalle, cercando di eliminare la tensione creatasi.

"E non partecipi al meeting di oggi?"chiese con un sopracciglio inarcato.

"Uhm.." Mi morsi un labbro.
"Non credo. Ho un progetto da completare. E..non mi interessa molto architettura aziendale. Mi piace più definirmi una landscape designer."

Lui mi guardò in modo ancora più intenso. Rimasi a guardarlo fin quando, prima di riuscire a scappare da quella situazione che non riuscivo proprio a comprendere, si avvicinò a me di un passo.

Era una sua abitudine compiere gesti di sorpresa. Vidi risaltare il gemello dell'elegante giacca nera che indossava.

Si avvicinò al mio viso e fece l'inaspettato. Sentii per un istante talmente breve, e con un tocco talmente delicato, che pensai di essermelo sognato, il suo pollice sfiorarmi il mento.

Il mio cuore martellava nel petto inspiegabilmente. Non mi ritrassi. Non potevo farlo. Anzi sperai di avvicinarmi ancora di più a lui.

"Il tuo nome." Sussurrò, con un timbro più roco del normale.

"Abigail." Dissi incerta.

"Bene." Sussurrò. "Io mi chiamo Harry, Harry Styles."

Eyes. {H.S}Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon