a double espresso, please

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Un leggero profumo di caffé aleggiava nell'aria, misto a una fragranza dolce, come di pancakes appena sfornati. Sorrisi al pensiero che Julia mi avesse preparato la colazione. Era sempre troppo di fretta a lavoro per farlo.

Mi rigirai su un fianco, inspirando il profumo di cocco delle lenzuola. Mi stropicciai gli occhi con le dita e cercai di aprire un occhio.

Il risveglio era sempre la parte più difficile della giornata. Odiavo abbandonare un letto caldo, comodo per una giornata che non sapevo come si prospettasse. Certo, se in questa giornata fosse rientrato Harry, forse sarebbe stata migliore.

Al pensiero di Harry mi svegliai di soprassalto. Guardando la camera in cui mi trovavo- le eleganti pareti grigie, il parquet lucidissimo, uno schermo piatto, il letto a baldacchino in cui ero distesa- capii che non mi trovassi né a casa mia e tantomeno nel mio letto.

Imprecai mentalmente. Dio solo sa cosa avessi combinato ieri, da sola con Harry. Mi girai frustrata verso il comodino, alla ricerca del mio cellulare, quando mi accorsi della presenza di due bigliettini accuratamente ripiegati.

Sospirai. Persino i suoi bigliettini erano sofisticati.

Dopo aver spostato le lenzuola, e aver scoperto che indossavo una t-shirt oversize maschile (che profumava in modo eclatante di muschio e tabacco), aprii uno dei due bigliettini.

Accanto a questo vi era una piccola aspirina, che capii essere per il mal di testa post sbornia.
Sul bigliettino, in modo incisivo e pregnante c'era un un'unica scritta:
Prendila appena ti svegli.
Come al solito, Harry non si perdeva in chiacchiere. Non capivo come potesse essere autoritario anche soltanto con un bigliettino.

Borbottando, presi velocemente la pillola, impaziente di aprire l'altro bigliettino.

Il mio cuore sussultò quando lo lessi.
Abby, sono a lavoro. Ci dovrebbe essere la colazione pronta per te. Non fare tardi all'università. Indossi una mia maglietta solo perché non volevo metterti a letto con i tuoi vestiti. Buona giornata.
Harry.

Come sapeva che mi sarei svegliata dopo di lui? E come sapeva che mi sarei chiesta del perché avevo una sua maglietta? Al diavolo Harry Styles e la sua saggezza infondata. Mi chiedevo come potesse avere soltanto 26 anni. A volte sembrava un saggio indovino vecchio quanto il tempo.

Scossi la testa e, dopo essermi concessa una doccia rilassante nel bagno di Harry, ed essermi cambiata, scesi di sotto, andando alla ricerca del mio cellulare.

Tra tutto quello che era accaduto ieri, non avevo assolutamente idea di dove avessi potuto appoggiare il telefono.

Mentre camminavo per il lungo corridoio ben luminoso (mi ero appena ricordata con fastidio che Harry non mi avesse mostrato la casa, la sera prima), vidi una numerosa serie di porte bianche opaco. Non si poteva immaginare molto dall'esterno.

Nonostante fossi animata da una curiosità unica di perlustrare la casa, mi diressi comunque verso il piano di sotto, alla ricerca del mio telefono, attraverso l'ampia scalinata di vetro che avevo scorto la sera prima.

Appena misi piedi in salotto, quell'invitante profumino di pancakes pervase di nuovo le mie narici, aprendo un buco nel mio stomaco.

L'ultima cosa che avevo mangiato ieri era stata il gelato, causa del mio quasi bacio con Harry. Mi morsi le labbra al pensiero.

Entrando in cucina, individuai con sorpresa una signora di bassa statura, un po' paffutella che armeggiava ai fornelli. Immaginavo si trattasse di Rose.

Prima che la potessi salutare, lei si girò verso di me e i suoi grandi occhi celesti mi scrutarono allegramente. Intuivo già perché Harry immaginava che le sarei piaciuta.

"Buongiorno, cara! Come stai? Hai riposato bene?" Mi chiese dirigendosi verso di me.

Sorridendole le risposi:
"Tutto perfetto, grazie mille. Immagino che tu sia Rose" Le chiesi, appoggiandomi al tavolo della cucina.

"Esatto. Abby, giusto? Siedi, ti ho preparato la colazione. Harry é dovuto andare via di buon ora sta mattina, come sempre problemi in azienda. Ma tu non devi preoccuparti di questo cara. Preferisci pancakes o French toast?"

Mi riferì quel cumulo di informazioni mentre armeggiava con i fornelli, lavava i piatti, sistemava la tavola e, per di più, mi sorrideva. Che donna eccezionale. Capivo perché fosse la governante di Harry.

Prima che le potessi rispondere, sentii il mio telefono squillare da sala, così dopo essermi scusata varie volte, corsi a prenderlo.

La situazione era nettamente tragica. Oltre alle 5 chiamate tipiche di mia madre, ce ne erano 10 di Clare e 8 di mia sorella. Avevo combinato un disastro.

Massaggiandomi le tempie, e lanciando uno sguardo a Rose (che canticchiava dalla cucina), decisi di inviare un messaggio a Clare e mia sorella, dicendo che stavo bene e le avrei richiamate il prima possibile.

Non avevo la forza di affrontarle in chiamata. Dopo essermi di nuovo trascinata in cucina, e aver bevuto il miglior doppio espresso della mia vita, risi con Rose per alcuni particolari su Harry.

Doveva conoscerlo davvero profondamente. Non so perché, ma stimai subito quella donna. Ci voleva coraggio a stare accanto ad Harry notte e giorno, e parlarne in quel modo.

Quando mi resi conto che erano le 10 passate, ed ero ovviamente in ritardo completo, dopo aver salutato di fretta Rose e promessole che sarei tornata, chiamai velocemente un taxi per venirmi a prendere.

Durante il tragitto, sentii Clare, che non so per quale grazia aveva deciso di coprirmi con mia sorella la sera prima. Adoravo quella ragazza. Le dissi che le avrei spiegato tutto su Harry, il prima possibile. Poi richiamai anche Julia, che dopo avermi fatto una paternale riguardo al fatto che non dovessi esagerare a bere (la bugia di Clare non era propriamente una bugia), mi disse che ci saremmo viste per pranzo.

In tutto quel frastuono, dimenticai di scrivere ad Harry. Perciò, aprii i messaggi e ne inviai uno.

Abigail Forks. 10:14.
Grazie per la cena, per il tuo letto e anche per il vino. O forse non dovrei ringraziarti per quello?
P.S. Rose è gentilissima. La adoro.

Sorrisi soddisfatta e aspettai che il telefono si illuminasse di nuovo. Harry aveva sempre il cellulare con sé.

Harry Styles. 10:16.
Non scrivermi, sono in riunione.

Percepii il tono freddo e arrabbiato dell'Harry imprenditore multimilionario. Appoggiai la testa al finestrino. Sarebbe stata una lunga giornata.

Eyes. {H.S}Where stories live. Discover now