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Seduta di fronte a Clare, che oggi indossava un bellissimo vestitino color crema, cercavamo di dedurre qualcosa dai miei appunti della scorsa lezione.

Diciamo che non avevo una scrittura molto leggibile. Anzi affatto leggibile. Sorrisi quando vidi la mia migliore amica che, mimando la lente d'ingrandimento, cercava di decifrare le mie parole.

Avevamo deciso di pranzare insieme quel giorno, come spesso accadeva. Probabilmente dopo ci avrebbero raggiunte anche gli altri.

Era un bene per me distrarmi. Dovevo necessariamente farlo. Mi morsi un labbro al pensiero della mano di Harry alla base della mia schiena o del suo intenso profumo di muschio.

Dopo sabato, non avevo più sentito Harry. Non che mi fossi azzardata ad inviargli un messaggio. Non che mi aspettassi un messaggio da lui.

O forse si? Mi sentivo così accaldata quando ripensavo alle nostre conversazioni. Sospirai. Meglio lasciar stare.

Clare distolse lo sguardo dal mio quaderno di appunti per posarlo su di me. Sapeva quando era agitata, e, in questo caso, non avevo dubbi che ne conoscesse anche la causa.

Le avevo raccontato di Harry la mattina dopo sabato. Non avevo avuto neanche il tempo di chiamarla a telefono, che appena sveglia l'avevo trovata appollaiata sul divano del mio appartamento, con un sorriso impaziente.

In piena domenica mattina, avevo dovuto sorbirmi milioni di sue domande e accuse, prima di poter finalmente spiegare.

Comunque, non si può dire che Clare avesse reagito malissimo. Dopo aver passato all'incirca dieci minuti a elogiare i capelli di Harry, il completo di Harry, il fisico di Harry, e non so neanche cosa altro di Harry, e dopo essersi lamentata del motivo per cui uno "strafigo con i fiocchi" fosse capitato proprio a me, mi chiese il motivo per cui non le avessi detto nulla.

E, quando le spiegai che Harry era il capo dell'azienda in cui lavorava Julia- ma capo capo- la sua bocca rimase semi spalancata per qualche minuto fin quando alla fine riuscì a capire il motivo per cui ci avessi impiegato tanto tempo.

Alla fine rimase nel complesso felice della mia uscita, nonostante temesse che Harry mi avrebbe fatta soffrire. Cercai di spiegarle e convincerla (e forse convincere anche me stessa) che tra me e Harry non c'era nulla.

Più facile a dirsi che a farsi. Comunque misi da parte per un po' questi pensieri per aiutarla nella azione di "decifrazione geroglifici."

Mentre cercavo di distinguere una a da una e, vidi lo schermo del mio telefono illuminarsi. Pensai si trattasse di Julia, che mi chiedeva di prepararle il pranzo. O magari di mia madre, che voleva sapere cosa facessi. Pensai persino che potesse essere Josh, uno dei miei amici più stretti, per darci appuntamento al nostro solito ristorante.

Eppure, quando presi il telefono appoggiato sul tavolo da lavoro, non mi sarei mai aspettata che il messaggio sul mio telefono fosse di Harry Styles.

Mi strinsi il ponte del naso tra le dita e spalancai gli occhi quando vidi quel nome. Clare, fortunatamente impegnata a rispondere a qualche messaggio, non se ne accorse, così io, sbloccato il telefono, lèssi in fretta il messaggio.

Ci mancò poco che la mia bocca toccasse il suolo.

Harry Styles. 12:10.
Abigail, passo a prenderti per le 8 sotto casa. Metti un vestito.

Pensai a come rispondere. Sarebbe stato stupido dire subito di sì, mentre sarebbe stato estremamente divertente farlo innervosire un po' ora che mi aveva cercata lui. Il mio cuore balzava dalla gioia.

Abigail Forks. 12:13.
Salve signor Styles. Non si usa salutare?

Sorrisi mentalmente per la mia risposta e aspettai una sua risposta.

Harry Styles. 12:14.
Abigail, sai che devi chiamarmi Harry. Non farmi innervosire.

Pensai al suo sguardo innervosito e feci una piccola risatina. Era divertente far perdere il controllo a un uomo ossessionato da esso.

Abigail Forks. 12:15.
Va bene Harry, e per la cronaca, anche io ti avevo chiesto di chiamarmi solo Abby.

Harry Styles, 12:15.
Vuoi davvero ripercorrere la questione dell'amicizia? Proprio ora?

Un leggero calore invase le mie guance mentre leggevo quelle parole, immaginandomi la sua voce roca pronunciare quella frase.

Clare mi guardò interrogativa, ma io le feci cenno di non preoccuparsi. Non potevo fronteggiare anche Clare durante una battaglia con Harry.

Abigail Forks. 12:17.
Verrò a cena con te e indosserò un vestito soltanto se mi saluterai come si deve ;)

Immaginai il suo sospiro di frustrazione. Non capivo ancora perché mi stesse chiedendo di uscire di nuovo, quando gli facevo perdere troppo spesso la pazienza. Sorrisi.

Harry Styles. 12:18.
Buongiorno, Abby. Allora?

Un amplissimo sorriso si fece largo sul mio volto. Quelle parole, così minute, fecero risvegliare qualcosa in me.

Abigail Forks. 12:19.
Buongiorno Harry. Verrò a cena con te. A dopo. Buon lavoro.

Misi da parte il telefono e mi chinai ad aiutare Clare. Il solo pensiero di una cena con Harry mi faceva girare la testa.

Eyes. {H.S}Where stories live. Discover now