13. Sotto assedio

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Freyja assistette all'annuncio del Sindaco in diretta, così come tutto il resto della colonia occidentale. Aveva la pelle d'oca e si sentiva come paralizzata. Sapeva che il criminale non se ne sarebbe stato con le mani in mano dopo l'arrivo dei mercenari, ma di certo non si aspettava un'azione così clamorosa, così plateale. Temeva soprattutto per i suoi colleghi: dopo una presa di posizione così marcata, la situazione per le forze dell'ordine non poteva che complicarsi.

«Ehi, sono arrivati degli ordini» annunciò il responsabile della difesa del deposito. Lesse il messaggio direttamente dall'impianto cibernetico nel suo braccio. «Dobbiamo andare tutti alla centrale di polizia e catturare gli sbirri» riferì. «Qui dice che li vogliono vivi. I mercenari invece possiamo ucciderli.»

Freyja non era per niente stupita di una simile decisione: il Sindaco stava cercando di ingraziarsi la popolazione, e massacrare gli agenti non avrebbe giovato alla sua immagine.

«Avanti, muovete il culo!» ordinò il leader del gruppo.

L'orchessa e i tre uomini che erano con lei salirono sul fuoristrada e lasciarono il deposito, che ormai non necessitava più della loro protezione.

Avevano percorso poche centinaia di metri quando avvistarono un paio di veicoli. Erano corazzati e pesantemente armati, ma soprattutto stavano procedendo in direzione opposta alla loro: appartenevano sicuramente a un gruppo di mercenari.

«Merda, vengono verso di noi!» esclamò quello seduto di fianco al guidatore, visibilmente preoccupato.

«Svelto, gira!» implorò un altro. «Ci ridurranno a un colabrodo!»

Il leader del gruppo li ignorò e tirò dritto. I mercenari sfilarono loro accanto senza degnarli di uno sguardo e proseguirono sulla loro strada, diretti verso est: stavano sicuramente lasciando la colonia.

I due uomini, dapprima spaventati, divennero improvvisamente spavaldi.

«Ah, hanno capito che non gli conviene mettersi contro di noi!»

«Siamo uomini del Sindaco dopotutto!»

Freyja era troppo preoccupata per dare retta a quei due, che evidentemente non erano tra le menti più brillanti al soldo del criminale.

Quei mercenari avevano visto sfumare le loro prospettive di guadagno e non ci avevano pensato due volte a levarsi di torno. Di sicuro la maggior parte stava facendo altrettanto, e questo significava che gli agenti sarebbero stati ancora una volta in inferiorità numerica.

Quando raggiunsero la centrale di polizia, l'orchessa avvertì un tuffo al cuore: l'edificio era letteralmente sotto assedio, c'erano veicoli in fiamme in mezzo alla strada e decine di uomini armati che cercavano di fare irruzione.

Lo stabile era stato costruito per essere una specie di piccola fortezza, ma era solo questione di tempo prima che i criminali riuscissero a fare breccia nelle sue difese.

«Ehi, guarda! Quello è lo Spadaccino Mistico!»

Questa volta l'esclamazione attirò l'attenzione di Freyja, che seguì l'indice del fuorilegge fino a individuare una figura incappucciata. Le sue quattro braccia suggerivano fosse un insettoide.

C'era già il sospetto che lo Spadaccino Mistico lavorasse per il Sindaco, così si era informata: era un ex Cavaliere della Luce che aveva tradito l'Ordine, aveva ucciso il suo maestro ed era diventato un mercenario. Il database della polizia lo descriveva come un combattente eccezionale, capace di far fluttuare fino a sei spade contemporaneamente.

Hands of Justice - 1 - La frontiera perdutaWhere stories live. Discover now