10. Minaccia in agguato

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Appena tornata a casa, la prima cosa che fece Freyja fu togliersi i vestiti sporchi di veleno e farsi una lunga doccia.

Lo scontro con il maschio di papio venefico era stato breve, molto breve. Grazie alle armi schermate dall'interferenza, i cacciatori avevano impiegato meno di due minuti per mandare al tappeto il grosso primate. Era stato talmente facile che Luca si era infuriato: se avessero avuto quelle armi fin dall'inizio, i loro compagni non sarebbero morti.

Finalmente erano riusciti a portare a termine la missione, ma nessuno aveva voglia di festeggiare. L'orco le aveva anche spiegato che per un po' non sarebbero andati a caccia: se voleva continuare a lavorare, avrebbe dovuto chiedere un altro incarico, almeno per il momento.

Comprendeva il loro dolore, e lei stessa era dispiaciuta per quanto successo. Sarebbe stato facile per lei pensare che era giusto così, che se l'erano cercata, ma non intendeva farlo. Voleva credere che tutti avevano il diritto a una seconda possibilità, e ai tre cacciatori quel diritto era stato negato.

Freyja si rivestì mestamente e poi provò a contattare l'ispettore Smidr. Non voleva essere indifferente a quanto successo, ma allo stesso tempo doveva dimostrarsi lucida e professionale: la scoperta del laboratorio era un grande successo e doveva informare subito i colleghi.

Rimase in attesa per un po', ma il gigante di ghiaccio non rispose. In realtà non era una novità: così come gli altri agenti, anche Smidr era sommerso dal lavoro.

Presto lui l'avrebbe richiamata, quindi ne approfittò per cenare e scorrere le ultime notizie. Ovviamente quella che catturò la sua attenzione fu l'annuncio del governatore di ingaggiare dei mercenari per combattere la criminalità. L'orchessa sapeva quanto la situazione fosse critica, ma una simile scelta rischiava di rivelarsi controproducente.

Scoprire che il commissario Shanti Mantina era presente alla conferenza attenuò leggermente le sue preoccupazioni, ma decise comunque di ascoltare le parole del governatore e le successive domande per farsi un'idea più chiara della situazione.

«Governatore, le tasse aumenteranno per ripristinare il fondo di emergenza?» chiese uno dei giornalisti.

«No, non aumenteremo le tasse» rispose il nano, che sicuramente si aspettava un interrogativo del genere. «L'arrivo di nuovi coloni sarà più che sufficiente per mantenere in pari il bilancio.»

«In passato ha detto di aver risolto il problema della criminalità nella colonia, ora invece sostiene che non ci sono abbastanza agenti per mantenere l'ordine» lo stuzzicò una donna. «Non le sembra un controsenso?»

«Non ho mai detto che il problema era risolto» ci tenne a precisare il governatore, fermo e risoluto. «Quello che ho sempre affermato è che nelle ultime settimane abbiamo fatto degli enormi progressi. I dati parlano chiaro: il tasso di criminalità nella colonia occidentale è cresciuto senza sosta in passato, ma da quando mi sono insediato ha cominciato a scendere in maniera inequivocabile. Quello che dobbiamo fare adesso è un ultimo sforzo per azzerarlo del tutto.»

«Una domanda per il commissario Mantina» intervenne un altro giornalista. «Pensa davvero che ingaggiare dei mercenari sia la scelta migliore?»

 L'insettoide fece un passo avanti, lo sguardo serio. «Migliore? No, non è la scelta migliore. Ma è l'unica possibile. I miei uomini fanno gli straordinari ogni giorno per riuscire a mantenere l'ordine, eppure non basta. La soluzione migliore sarebbe di assumere altri agenti, ma questo richiede tempo e risorse, due cose che al momento non abbiamo. Ingaggiare dei mercenari è l'unico modo per avere nell'immediato più uomini armati a disposizione, e nel frattempo continueremo a trattare con la Orborum Domini per l'assunzione di nuovi poliziotti.»

Hands of Justice - 1 - La frontiera perdutaWhere stories live. Discover now