31. Scomparsa

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Lo Spadaccino Mistico, seduto su una grossa roccia nei pressi del bunker, sembrava talmente assorto nella sua meditazione da non accorgersi di nulla. Ma in realtà non era così. Al contrario: i suoi sensi si estendevano per la foresta, permettendogli di percepire il terreno, le piante, gli animali. Sentiva l'energia del pianeta, i cui flussi avevano appena ricominciato a riprendersi dopo un'eternità di interferenze.

Nulla poteva sfuggire alle sue percezioni, per questo non ebbe difficoltà ad accorgersi della strana presenza in avvicinamento: un'intrusa, qualcuno che non era affiliato con il Sindaco, ma che in qualche modo gli risultava familiare. In realtà l'intrusa non stava nemmeno provando a nascondersi: avanzava con sicurezza, come se non le importasse di essere scoperta.

Quando la donna emerse dalla foresta, lo Spadaccino Mistico era già in piedi ad attenderla, le sei spade pronte.

La nuova arrivata aveva i capelli argentei, dello stesso colore degli occhi. Indossava una maschera per l'aria, ma non sembrava fare uso di alcuno scudo energetico per proteggersi dal freddo. Al fianco portava quella che sembrava l'impugnatura di una spada.

«Maestra Rossweisse» la accolse lo Spadaccino Mistico. «È un onore incontrarla.»

«Vorrei poter dire lo stesso» esalò la donna, lo sguardo serio. C'era qualcosa in lei che la faceva sembrare molto più vecchia di quanto non suggerisse il suo fisico atletico.

«È qui per le spade del mio maestro?»

«Sono qui per loro, sì, ma non solo. Ora devo chiederti di arrenderti.»

«E rinunciare alla possibilità di combattere con lei?» Lo Spadaccino Mistico sollevò le sue sei spade. «Non posso perdere una simile occasione!»

«Se credi che sia qui per combattere ti sbagli.» La donna prese l'impugnatura della sua arma e dal nulla comparve una lama argentea. «Sono qui per catturarti. Tu e tutti quelli che mi intralceranno. Quel bunker non vi appartiene.»


***


Era prima mattina nella colonia occidentale quando l'agente Nora Linch, ancora assonnata, varcò l'ingresso della centrale di polizia ad interim. Quando ancora aveva la sua velocità, ci metteva molto meno a prepararsi e ad arrivare in ufficio, ora invece doveva alzarsi prima e rischiava comunque di arrivare in ritardo. Se non altro il governatore aveva promesso che entro la fine della settimana sarebbero arrivati nuovi mezzi di trasporto pubblici.

La teriantropa raggiunse la sua postazione e accese lo schermo del suo computer. Il lavoro d'ufficio non le era mai piaciuto, ma sapeva che, almeno per il momento, quello era l'unico modo in cui poteva rendersi utile.

I colleghi andavano e venivano nell'ampio open space, ciononostante avvertì che c'era qualcosa che non andava.

Vide passare l'ispettore Smidr con un collega.

«Ehi, Gunnar, Freyja non è ancora arrivata?»

Il gigante di ghiaccio guardò verso la postazione dell'orchessa, vuota. «Io non l'ho vista. Tu?»

L'altro agente scosse il capo.

Mentre i colleghi proseguivano verso l'uscita, Nora controllò lo stato della volante che Freyja aveva preso in prestito per andare a Ziqi City. Ormai era metà mattina e non ricordava che l'orchessa fosse mai arrivata così in ritardo. In effetti, lei era quasi sempre tra i primi ad arrivare.

Hands of Justice - 1 - La frontiera perdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora