35. I salvatori

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Il nuovo ufficio del governatore Glazkov era stato collocato in uno dei prefabbricati messi meglio della colonia, che comunque risultava piuttosto spoglio: alcune pareti non erano state rivestite e qua e là si potevano notare cavi penzolanti o tubi scoperti.

Nonostante quelle precarie condizioni, il rappresentante di una nota azienda di articoli sportivi sembrava ben disposto a proseguire il dialogo. Aveva concordato un appuntamento con il governatore per discutere le premesse di una futura sponsorizzazione e per il momento l'incontro stava andando molto bene.

Il nano era sempre più fiducioso, ma delle voci dall'esterno interruppero il loro fruttuoso dialogo.

«Aspetti, non può entrare!» stava dicendo uno dei suoi assistenti.

L'intruso ignorò completamente le richieste del malcapitato e aprì la porta senza nemmeno bussare, facendo praticamente irruzione nell'ufficio.

Le tre biomacchine del governatore, che ormai erano diventate di fatto la sua guardia personale, si fecero avanti per proteggerlo.

«Commissario» la accolse Glazkov, stupito e chiaramente poco entusiasta della visita. Fece segno agli automi di arretrare. «A cosa devo il piacere?»

«Ho bisogno di parlare con lei immediatamente» affermò l'insettoide, e il suo tono aveva un che di minaccioso. «In privato» aggiunse rifilando una breve occhiataccia al rappresentante dell'azienda sportiva.

«Ci sono problemi?» esalò il delegato.

«Rispetto a quello che abbiamo passato, questa è poco più che una formalità» lo rassicurò Mantina, ma il suo sguardo restava apertamente ostile. «Si tratta comunque di informazioni riservate, quindi devo chiederle di uscire.»

Il governatore cercò di dimostrarsi come sempre fiducioso. «Mi scusi per l'inconveniente, le assicuro che non ci vorrà molto. Con la rinascita della colonia, siamo tutti sommersi di lavori urgenti. Prego, il mio assistente le offrirà qualcosa nell'attesa.»

Il rappresentante annuì e si fece accompagnare fuori dall'ufficio, lasciando il governatore da solo con il commissario.

«Allora, cosa c'è di così urgente?» sbottò Glazkov.

«Dov'è Freyja Valkyregard?»

«Chi?»

«La poliziotta che ha fatto sparire perché stava indagando su di lei» affermò Mantina. «Voglio sapere dove l'ha mandata.»

«Primo: non mi piace il suo tono. E secondo: non ho idea di cosa stia parlando.»

«Ne è sicuro? Proverò a rinfrescarle la memoria. Sappiamo che lei è in combutta con il Sindaco, ma è fortunato: non voglio indagare su di lei. So bene che porterebbe un mucchio di problemi, sia a noi che alla colonia occidentale. Ma non le conviene forzarmi troppo la mano, o qualcuno dei miei agenti potrebbe decidere di fare qualcosa di stupido e avventato. Quindi glielo chiederò nuovamente: dov'è Freyja Valkyregard?»

«Io non ho niente a che fare con il Sindaco! E le ho già detto che non ho idea di cosa stia parlando!»

Il commissario continuò a fissarlo con il suo sguardo truce, ma la scorza da politico del governatore era troppo robusta.

Hands of Justice - 1 - La frontiera perdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora