6. Nel mirino

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Fucile in mano, Freyja correva per la lugubre foresta più veloce che poteva. Aveva il fiato corto, ma non poteva rallentare: intorno a lei poteva sentire i passi fulminei di Luca e dei suoi cacciatori, decisi a non farsi sfuggire la loro preda.

Con un agile balzo superò una grossa radice e continuò a correre.

La selva di Niflheim era ancora più oscura del solito, con solo le stelle a brillare nel cielo, ma per fortuna in quella zona l'interferenza era molto lieve e poteva affidarsi ai sensori del casco.

«Eccola!» gridò Luca. «Sparate!»

Tutti i cacciatori aprirono il fuoco e la foresta venne squassata dal rumore delle armi balistiche.

La fuggitiva lanciò un grido di dolore e cadde pesantemente a terra.

«Presto, circondatela!»

Rapidi come il vento, i cacciatori formarono un cerchio intorno alla loro preda e puntarono i fucili: ormai non aveva più vie di scampo.

Il grosso primate, stanco almeno quanto i suoi inseguitori, cercò di tirarsi su. Era una femmina alta quasi tre metri, la cui pelle molto scura richiamava la colorazione dei rami degli alberi. Era dolorante per la caduta, ma i proiettili di gomma usati dai cacciatori non l'avevano ferita.

«Yltas, altro anestetico!» ordinò Luca.

Il faunomorfo[6] di tipo stambecco sparò un altro dardo e centrò in pieno il collo del primate. La scimmia lanciò un grido e spruzzò un liquido denso dalla bocca. Freyja e gli altri cacciatori si fecero da parte, ma alcuni schizzi li raggiunsero ugualmente.

L'orchessa sapeva che quella sostanza puzzolente era una potente tossina – da cui il nome di papio[7] venefico –, ma per fortuna il casco e i vestiti pesanti erano in grado di proteggerla.

La scimmia si lanciò all'attacco, gli artigli sguainati. Freyja scattò all'indietro e aprì il fuoco. I proiettili di gomma centrarono in pieno muso l'animale, costringendolo a ripararsi con le braccia. L'orchessa e i cacciatori al suo fianco continuarono a sparare brevi raffiche, costringendo l'animale a tornare al centro del cerchio: dovevano impedirgli di raggiungere di nuovo gli alberi.

Ansimante, il papio venefico si appoggiò sulle quattro zampe. Finalmente i sonniferi stavano cominciando a fare effetto. Nemmeno i cacciatori sapevano esattamente quale tipo di anestetico usare e in che dosi, e questo aveva complicato la cattura. Non potevano nemmeno usare armi letali perché il cliente aveva chiesto espressamente di avere i due esemplari, un maschio e una femmina, in buona salute.

La grossa scimmia emise dei ringhi sommessi, un ultimo disperato tentativo di intimidire i suoi aggressori, e poi si accasciò a terra.

Nonostante l'apparente vittoria, i cacciatori rimasero immobili, le armi puntate: quell'animale era molto intelligente, non dovevano abbassare la guardia.

Fu Luca a prendersi la responsabilità di controllare che il primate fosse effettivamente addormentato. Avanzò lentamente, un passo per volta, sempre con il dito sul grilletto.

Erano ore che inseguivano quella scimmia, ma finalmente i loro sforzi sembravano sul punto di venire premiati.

«Ok, legatela» ordinò l'orco senza distogliere lo sguardo dall'animale.

Hands of Justice - 1 - La frontiera perdutaWhere stories live. Discover now