30. La verità sul Sindaco

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Per Freyja era difficile trovarsi di nuovo faccia a faccia con Kerberosz. La sua aura minacciosa la spaventava, ma soprattutto non poteva non pensare a tutto quello che il tartariano aveva fatto. A Nora Linch, ai suoi colleghi, ai civili innocenti e alla colonia occidentale.

«Allora, a cosa devo il piacere?» le chiese il criminale. «Sei venuta a propormi un accordo? O volevi solo vedermi? Sai, anche io ho pensato a te in questi giorni.» Abbassò lo sguardo sul seno dell'orchessa. «Beh, al tuo corpo per lo meno... Non pensi anche tu che i nostri figli sarebbero fortissimi?»

Freyja rabbrividì al solo pensiero. L'idea di avere una relazione con il tartariano era per lei del tutto inconcepibile, così come il fatto che il criminale potesse avere dei figli. Quale futuro poteva esserci per i bambini cresciuti da una persona tanto spregevole?

«No, nessun accordo» affermò, sforzandosi di apparire più determinata di quanto non fosse in realtà. «Hai commesso azioni terribili e devi assumertene la responsabilità. Non ti farò condonare nemmeno un giorno di prigione. Ma sono venuta comunque a chiederti una cosa: tu sai chi è il Sindaco vero?»

Kerberosz sorrise divertito. «Sì, certo che lo so. E sono uno dei pochi. Soltanto io, lo Spadaccino Mistico e il Branco sappiamo la sua vera identità. Oh, e ovviamente Mowatalji. Ma perché dovrei dirtelo?»

«Da come ti sei comportato, è chiaro che non ti interessa essergli fedele, quindi perché proteggerlo? Ti sta bene lasciarlo impunito mentre tu marcisci in prigione?»

Il tartariano ci pensò su un attimo. «Se la metti così, in effetti non mi va giù che lui si goda la libertà. Del resto è grazie a me se ha raggiunto i suoi scopi. Però se ti rivelassi chi è farei un favore alla polizia... e anche questo non mi va giù.»

Freyja batté i pugni sul tavolo. «Perché fai così?! Perché ti ostini a voler sembrare lo stereotipo di un cattivo? Non ho idea di cosa tu abbia passato per diventare così, ma ti prego, non è troppo tardi. Puoi essere migliore di così!»

«Migliore? Ah, "migliore" è soggettivo!»

«È davvero questo che vuoi? Vuoi marcire in prigione, solo e disprezzato da tutti?!»

«Temuto! La gente ha paura di me perché sono più forte di loro!»

La poliziotta scosse il capo. «Ti sbagli. Presto nessuno si ricorderà di te. E se non fosse per me non saresti nemmeno qui adesso!»

Il tartariano digrignò i denti aguzzi.

«Tu hai paura del giudizio delle persone!» proseguì Freyja. «Hai paura di non essere accettato, e per questo cerchi di fare in modo che gli altri ti temano!»

«Smettila! Tu non sai niente di me! E tieniti la tua pietà: è l'ultima cosa che voglio!»

«La mia non è pietà» ribatté l'orchessa, seria. «Ti sto offrendo la mia comprensione e il mio perdono. E se non lo capisci da solo vuol dire che ne hai ancora più bisogno.»

Questa volta fu Kerberosz a battere i pugni sul tavolo. «Zitta! Ne ho abbastanza dei tuoi discorsi moralisti! Vuoi sapere chi è il Sindaco? Bene, te lo dirò, così poi mi lascerai in pace! Ma non voglio farti un favore, quindi sappi che non testimonierò. E quello che sto per dirti potrebbe essere una bugia, quindi non pensare di usare la registrazione in tribunale.» Le sorrise malignamente. «Ecco la mia versione: il Sindaco non esiste e non è mai esistito. L'ha inventato il governatore Glazkov per avere un nemico da combattere, una scusa per usare il pugno di ferro e un capro espiatorio a cui addossare la colpa per tutti i problemi della colonia. Eliminandolo avrebbe salvato la colonia e tutti l'avrebbero visto come un eroe. Divertente, non trovi? Il criminale che avete combattuto fino ad ora altri non era che il vostro capo. Mi chiedo se questo renda anche voi dei criminali...?»

Hands of Justice - 1 - La frontiera perdutaWhere stories live. Discover now