29. Sulle tracce del Sindaco

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Concluso l'ultimo, infruttuoso interrogatorio, Freyja controllò l'orologio. Il suo turno era finito da più di un'ora, ma era rimasta nella centrale di polizia ad interim per cercare di scoprire qualcosa di più sul Sindaco.

Purtroppo i criminali che avevano arrestato, quasi tutti di basso rango, sembravano saperne quanto lei. Nessuno di loro aveva mai visto il Sindaco dal vivo; perfino Shiburo Hioki – che ricopriva un ruolo più in alto nella gerarchia – aveva sempre ricevuto gli ordini tramite degli intermediari.

L'uomo chiave in questo senso sembrava essere Mowatalji: l'elfo era stato citato più di una volta durante gli interrogatori, eppure nessuno sapeva dire con certezza chi fosse o da dove venisse. L'orchessa aveva avuto a che fare con lui in prima persona, eppure sul momento non aveva capito quanto il suo ruolo fosse centrale nell'organizzazione criminale del Sindaco. Se davvero il governatore fosse stato in combutta con il Sindaco, di sicuro lui l'avrebbe saputo, ma purtroppo avevano perso completamente le sue tracce.

In ogni caso non aveva nessuna intenzione di arrendersi: aveva almeno un'altra pista che poteva seguire.

Era pronta a tornare a casa da Lunaria, ma mentre si dirigeva verso le scale notò che c'era qualcun altro che si era fermato ben oltre la fine del suo turno: si trattava della faunomorfa di tipo ghepardo, che in quel momento stava digitando sulla sua tastiera con una rapidità impressionante, muovendo il cursore ad un ritmo impossibile per una persona normale.

All'improvviso si fermò e batté i pugni sul tavolo. «Vaffanculo!»

Freyja le si avvicinò. «Linch, tutto bene?»

«No, che non va bene! Lo Spadaccino Mistico ha cancellato tutti i dati dai computer del Sindaco e non riesco a recuperare nulla! Prima se ne occupava Reza, ma ora...»

L'orchessa cercò di usare un tono comprensivo. «Se sono stati cancellati non puoi farci nulla.»

«E allora cos'altro potrei fare?!» imprecò la velocista. Guardò con rabbia le stampelle appoggiate lì a fianco. «Questo è l'unico modo in cui posso rendermi utile. Se non ci riesco, non mi resta niente...»

L'orchessa non seppe cosa dire.

I medici avevano fatto il possibile per ricostruire la colonna vertebrale della teriantropa, ma adesso riusciva a malapena a camminare. In un ospedale più attrezzato sarebbe stato possibile fare un lavoro molto migliore, forse le avrebbero addirittura permesso di correre come prima, ma la loro assicurazione non copriva interventi così costosi.

Le mise una mano sulla spalla. «Nessun poliziotto è inutile. Soprattutto una con la tua determinazione.»

La velocista non rispose.

«Vedrai che domani troverai una soluzione» proseguì Freyja. «Se ti va puoi venire a mangiare da me stasera. La fata amica di D'Jagger non sarà contenta, ma credo sia solo un po' intimorita dalle persone.»

«Grazie, ma credo che tornerò a casa mia» esalò la teriantropa, la testa bassa.

L'orchessa non insistette. «D'accordo. A domani.»

«Sì, a domani... Magari verrò la prossima volta.»

Freyja le sorrise apertamente. «Certo! Ci conto allora!»

Hands of Justice - 1 - La frontiera perdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora