Capitolo 51

50.6K 2.2K 250
                                    

Ero al bar seduta con delle amiche a bere un cappuccino quando lo reincontrai. Probabilmente anche lui aveva bisogno di mangiare qualcosa e dato che era ricreazione poteva approfittarne.
Da alunna gentile lo salutai ma senza ricevere risposta.
"Che educazione"
Dissero le mie amiche riferendosi a Tierro che probabilmente le sentì e rispose:
"Scusate avete detto qualcosa ragazze?"
"No niente professore"
Risposero agitate.
Se fossi stata in loro non mi sarei così allarmata tanto non sarebbe stato un mio professore.
Le salutai e ritornai in classe dove affrontai altre tre ore.
Anche quel giorno Stefano mi raggiunse all'uscita.
"Ehi Sery come stai?"
"Bene"
Gli risposi asettica, ormai non confidavo più in nessuno.
"Che hai?"
"Mi sono rotta le palle Stefano ok?!
Tu e tuo cugino dovete sparire dalla mia vita, non voglio più vedervi!"
Sbottai irritata
"Sery ma che dici?"
"Non chiamarmi Sery!"
Era sbalordito, lo si notava chiaramente dalla sua faccia.
Continuai a camminare senza degnarlo di uno sguardo, percorsi il viale alberato e quelle maledette strisce pedonali che mi avevano fatto incontrare Riccardo per la prima volta.
Guardai alle spalle e non notai nessuno tranne le mie amiche che mi inseguivano.
Quel giorno non avevo voglia neanche di stare con loro così mi immersi in piccole stradine e raggiunsi casa velocemente facendo perdere le mie tracce.
Non c'era ancora nessuno, accesi il condizionatore e mi stesi sul divano.

"Riccardo dove sei?"
Buio, buio pesto.
"Amoree!"
Eccolo, la sua voce.
"Riccardo, amore aspettami!"
Corro, corro verso di lui ma...non è lui!
"Andiamo?"
Rallento,
mi fermo,
indietreggio.
"Serena che fai? Vieni!"
Scappo, scappo da lì.
"Serenaaa!"
"Lasciami, no lasciami!"
Un tonfo.
Sono a terra,
è tutto buio,
ho paura.

"Sery stai bene?"
Intravidi due occhi marroni che si avvicinavano.
Mi alzai leggermente e notai che ero sul divano, alle quattro del pomeriggio.
"Mamma, oh mio Dio è tardissimo devo andare a lavorare!"
Corsi in camera e cercai di prendere tutto ciò che mi serviva per il lavoro.
Riempii la borsa di qualunque oggetto che avessi a portata di mano e scesi.
"Sery ma dove vai non hai neanche mangiato"
"Non fa niente mamma"
Dissi cercando il cappotto e realizzando soltanto dopo di averlo addosso, mi ero addormentata senza toglierlo.
"Ti chiamo dopo"
Riuscii a sentire prima di chiudere la porta e correre verso il bar.
In quel momento più che mai sentii la mancanza del motorino.
Giunta dinanzi al mio luogo di lavoro con quindici minuti di ritardo presi fiato ed entrai scusandomi con il capo e con il mio collega.
Cominciai a lavorare immediatamente e questa volta, verso le sei, Sara venne per farmi studiare.
Nel frattempo servii i clienti finché una figura maschile comparve all'interno del locale.
"Buonasera potrei ordinare un cappuccino?"
Anche qui no!
"Professore!"
Esclamò sorpresa Sara.
"Ragazze ma siete voi, non vi avevo riconosciuto!"
Si, certo.
"Argante da quando lavori qui?"
Rispose Sara per me mentre io preparavo il cappuccino.
Anche se contro la mia volontà gli spiegò tutto ciò che stavo passando.
Avrei voluto tanto ucciderla in quel momento ma non l'avrebbe passata liscia, le avrei parlato dopo.
Verso le otto Sara andò via ma il professore rimase.
Si, si era offerto di aiutarmi anche se glielo avevo negato.
"Perché non me lo hai detto?"
Sembrava dispiaciuto.
"Avrei dovuto?"
"Certo"
"Perché avrei dovuto dirlo al mio professore di greco?"
Nel frattempo riposi le tazzine sullo scaffale.
"Serena ti avrei aiutato. Parliamone, ti prego"
"No"
"Ti supplico ascoltami, ciò che ti ha detto Stefano non è la verità"
"Sono stufa di sapere la verità.
Non mi importa più ormai"
"E quello che abbiamo passato?
Non ti importa più neanche di quello?"
Mi avvicinai per non farmi sentire dagli altri ed eventualmente dal mio capo.
"Ti prego non qui"
"Vieni a cena con me, a casa mia"
Mi sussurrò
"Non posso, devo completare i compiti scritti"
"Te li ha fatti la tua amica"
"Si chiama Sara ed è una tua alunna comunque, non lo so dovrei avvisare i miei genitori"
"Per favore, sai che persona sono.
Non lo farei mai"
Abbassai lo sguardo e ci riflettei un po'.
"Fammi chiamare mia madre"
Mi accecò con il suo sorriso e digitai il numero. Fortunatamente non c'era nessuno così non avrei servito.
"Ehi mamma senti il mio collega sta poco bene e devo sostituirlo, arrivo verso mezzanotte"
"Ma Sery non hai mangiato nè studiato.
E poi non chiudevi alle nove?"
"Si ma oggi dobbiamo prolungare la giornata, tranquilla ho già fatto i compiti per domani"
"Ma possibile fino a mezzanotte è tardi!"
"Mamma mi daranno un extra, per favore"
"Stai attenta ok? Quando finisci inviaci un messaggio così papà viene a prenderti"
"Ok mamma grazie a dopo"
"A dopo tesoro e mi raccomando, fai attenzione!"
Rivolsi lo sguardo verso Riccardo e annuii.
Quando finalmente finii il mio turno chiusi il locale, abbassai la serranda e salutai il Signor. Camillo.
"Andiamo?"
Disse aprendomi lo sportello della macchina.
"Si ma non farti strane allusioni, è soltanto una cena"
"Ma certo mademoisselle"
Accese la macchina e partimmo.

Il Nuovo Prof. di GrecoWhere stories live. Discover now