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𝔗𝔦 𝔰𝔱𝔯𝔦𝔫𝔤𝔬 𝔣𝔯𝔞 𝔩𝔢 𝔟𝔯𝔞𝔠𝔠𝔦𝔞,
𝔠𝔬𝔫 𝔩𝔞 𝔭𝔞𝔲𝔯𝔞 𝔡𝔦 𝔫𝔬𝔫 𝔭𝔬𝔱𝔢𝔯𝔩𝔬 𝔭𝔦𝔲̀ 𝔣𝔞𝔯𝔢.
- Kenzie.

Questa mattina non c'è la luce del sole a svegliarmi e nemmeno la mancanza di un corpo al mio fianco, la mancanza del suo calore.

L'unica cosa che mi porta a riaprire gli occhi, è il trillo incessante di una sveglia.

Capisco sia la sveglia di Blake, nel momento esatto in cui il suo braccio si scosta dal mio corpo e lo direziona verso il comodino, borbottando infastidito qualcosa.

Si gira sulla schiena, coprendosi il viso con entrambe le mani, rilascia un sospiro lungo prima di tirarsi su a sedere, mandandomi un'occhiata veloce. I nostri sguardi si incrociano e noto un guizzo nei suoi occhi.
Forse non si aspettava che mi sarei svegliata presto questa mattina.

Ci guardiamo per qualche secondo di troppo, forse anche un minuto, dopo di che si alza dal letto e si avvia verso il bagno.

Decido di rimanere ancora un po' sotto le coperte, con quest'ultime contro il naso, con il suo profumo impregnato sopra. Più lo sento, più il mio cervello lo memorizza.
Mi capita spesso di sentirlo addosso, anche quando non ho avuto Blake nelle vicinanze, come se il suo profumo fosse nell'aria, come se non ci fosse alcun altro odore.

Mi giro quando sento di nuovo i suoi passi, lo vedo avvicinarsi al letto con il kit in mano e si siede al mio fianco.

Fa un cenno verso di me, «girati.» ordina tranquillamente, aspettando che mi giri.

«Non c'è bisogno, faccio io tra poco, non preoccuparti.» lo liquido tranquillamente e giro di nuovo il viso dalla direzione opposta.

Lo sento inspirare e poi sento la sua mano sul mio fianco, spingendomi a girarmi e a mettermi a pancia in giù. Mugolo in disapprovazione e perché non ero pronta alla contrazione spontanea del mio stomaco. In più mi lamento per le coperte calde che vengono scostate da me, lasciando le mie gambe nude all'aria fresca della mattina.

Appoggio la guancia sul cuscino e lo lascio fare, continuando però a lamentarmi per la mancanza di calore.
Guardo ogni suo movimento; come toglie le garze vecchie, come prende il batuffolo di cotone imbevuto, come tampona piano sulle striature.
Fa tutto con calma, curando ogni cosa con precisione.

Senti, puoi farti male più spesso? Non è male avere un infermiere sexy.

«Perché continui a fare gesti carini e poi non ammettere che non lo siano?» gli domando, alzando lo sguardo verso il suo viso.

È visibilmente ancora assonnato, i capelli sono arruffati e il suo viso è ancora rilassato dal sonno, potrei anche giurare di vedere la forma del cuscino sulla sua guancia.

«Perché non stai zitta una volta per tutte? Devi per forza trovare una giustificazione nei miei gesti?» risponde duro, lanciando il batuffolo di cotone nel cestino.

Alzo gli occhi al cielo e giro nuovamente il viso, aspettando che finisca.

Si è alzato con il piede sbagliato e ora fa lo stronzo.
Sta guarendo, si sta riprendendo per essere stato gentile, ero preoccupata che la cosa potesse essere permanente.

La luce fuori dal tunnel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora