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Correggo più tardi, ho finito di scrivere mentre sto facendo un aperitivo, solo per voi ♥️

Blake

Lascio il getto d'acqua cadere sulla mia testa, bagnando i capelli e appiattendoli contro il mio viso.
I miei occhi scorrono sul corpo di Isabell, che viene bagnato anche esso dall'acqua, lavandole via dal petto il sangue finto. Porto una mano sul viso e lo pulisco dai residui rimasti dal trucco ormai sbavato.

Trucco inutile a mio parere, sta meglio senza.

Passo il pollice sotto al suo occhio destro, levando l'ultima traccia di colore rosso. Le sue guance sono ancora arrossate dopo il sesso e le sue labbra sono gonfie e rosee per i nostri baci.

Osservo attentamente i suoi lineamenti delicati e fini. Osservo quei suoi occhi furbi e da perfetta finta innocente.
Non ho mai pensato che Isabell Campbell fosse una ragazza innocente, ma neanche mi sarei aspettato questa sua iniziativa.

E non parlo del fatto che mi abbia portato lei in camera, e non io.
Parlo per come senza stuzzicarmi e nient'altro si sia presa subito quello che voleva. Senza neanche troppi giri e giochetti.
Non le avrei permesso di farlo anche se.

È da quando sono entrato in casa che la guardo, i miei occhi non si sono spostati da lei neanche per un secondo. L'ho guardata mentre parlava con Mackenzie in cucina, mentre ballava e quando si è allontanata a bere da sola.

Non ho distolto lo sguardo da lei, lo ammetto, non ho volevo farlo.

C'è chi la scambia per interesse nei confronti dell'altra persona, che più la guardi più la vuoi solo per te. Diventandone una sorta di ossessione.
Desiderandola sempre.
Bene io non desidero Isabell Campbell, non desidero qualcosa di impossibile, difficile da raggiungere.
Come lei, se voglio una cosa me la prendo, e se non la voglio non dò attenzioni sin dall'inizio.

Non mi mancano le ragazze, dove vado solo quando ho voglia di scopare, non ho neanche bisogno di andare a cercarle.
Ma della piccola furia, mi stuzzica poterla provocare, portarla al limite e poter sentire come il suo corpo freme sotto di me, mentre brama essere di essere toccato.

Siamo due semplici adolescenti con una forte attrazione fisica che quando sono vicini non gli interessa più niente; non c'è nessun ma e nessun se.

Le paranoie vengono sostituite dai gesti e le conseguenze vengono pensate solo dopo.

I miei pensieri vengono distolti da lei che fa un passo in avanti, avvicinando maggiormente il corpo al mio. Alza una mano verso il mio petto, tracciando con l'indice i contorni del mio nuovo tatuaggio, la Dea Kali.
La stessa Dea che ho disegnato due settimane fa in detenzione.

Quel disegno che lei ha osservato con curiosità e che ne studiava ogni dettaglio, facendo scorrere i suoi occhi su ogni linea.

«Alla fine l'hai fatto.» osserva alzando lo sguardo verso di me.

«Sì, Sherlock, ho fatto il tatuaggio.» rispondo con ovvietà, alzando gli occhi al cielo.

Mi da un colpo sul petto, «sei sempre simpatico vedo.» risponde stizzita.

«E tu fai sempre domande stupide.» ribatto, spostandole la mano dal petto.

La luce fuori dal tunnel.Where stories live. Discover now