USG - United States of Galaxy

Da Floryana_flo

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Kasumi ha un obiettivo: tenersi lontana dai guai! Ma, essendo il capo di una flotta di pirati, è difficile... Altro

Premessa e Commiato
Prologo
1. Amore e odio
2. Dalla memoria di ADHA-s
3. L'amore sparisce e ciò che lascia è solo odio
4. Quando un gelataio decide di vita e di morte?
5. Pausa
7. Le ricchezze del Lux (seconda parte)
8. Epilogo
9. Uno strano messaggio
10. Un fiore che sboccia non fa rumore
11. Un fiore che sboccia fa rumore
12. Epitaffio ai vivi
13. Epitaffio ai morti
14. Epitaffio a lei
15. Desideri Pericolosi: Primo desiderio
16. Desideri Pericolosi: secondo e terzo desiderio
17. La fine del mondo
18. Deimos (prima parte)
19. Deimos (seconda parte)
20. Deimos (terza parte)
21. L'anemone e l'orchidea
Pubblicità (prima parte) - Le pubblicità delle macchine sembrano trailer
EXTRA: Bollini, interviste e altro!
Pubblicità (seconda parte) - Di sale, acqua e Donato
22. Correre è il mio destino
23. Una pizzeria ai confini della Galassia (prima parte)

6. Le ricchezze del Lux (prima parte)

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Da Floryana_flo

Quella notte Kasumi era nel suo letto, abbandonata in un profondo sonno ristoratore dopo un intenso pomeriggio - a suo dire faticoso - passato a pensare.

Si sentiva solo il lento e monotono frusciare dei motori che la accompagnava nel suo dormire.
La Nave infatti girava da settimane per il Sistema del "pianeta senza nome", sospinta pigramente dal vento solare.

Il suo respiro regolare era l'unico altro rumore che aleggiava per la stanza.

-Cazzo! - all'improvviso spalancò gli occhi e si mise seduta sul letto, in silenzio, ad ascoltare con attenzione i suoni che la circondavano.

Come in un sogno, avvertiva ovattati dei vagiti provenire da dietro la porta della sua cabina.

Trascorso qualche istante in cui cercò di realizzare cosa fosse quel rumore, si alzò dal letto, fiondandosi in corridoio.
Ed eccolo là: adagiato su un cumulo di copertine stava il piccolo. Come Kasumi fu nel suo campo visivo, il viso sembrò illuminarsi di felicità e i vagiti si fecero più forti.

La donna lo prese delicatamente in braccio e lo posò sul suo letto, dandogli una veloce carezza prima di uscire nuovamente dalla stanza.

-Ada, sveglia subito Jii e digli di raggiungermi nella sala controllo. Butta giù dal letto anche Miki. Digli di controllare l'armeria e di avvertimi subito se manca qualcosa! Ho come un bruttissimo presentimento... ah, e pensa tu al piccolo.

Quindi, tutta trafelata, si diresse alla cabina di comando e, premuti velocemente alcuni tasti sulla poltrona del capitano posta al centro della sala, si presentarono sullo schermo di fronte alcune riprese delle telecamere.

-Ada, fammi vedere l'esterno della cabina di residenza della donna e il deposito dei moduli.

Centinaia di scene si riversarono dinanzi a lei, piccoli quadratini in tempo reale che mostravano angolature della Nave. Poi, con estrema rapidità e in successione, molti di questi cominciarono ad oscurarsi e sparire.
I rimanenti si fecero più grandi e le immagini ivi impresse iniziarono a tornare indietro velocemente.

-Eccola là... - mormorò non appena la vide - Adesso, metti in play e mostrami tutti gli avvenimenti in ordine cronologico.

Un rettangolo vicino all'altro, i vari scenari vennero riprodotti sullo schermo: nel primo era mostrata la porta della cabina della donna, nel secondo quella di Kasumi e nel terzo l'hangar navette.
In sequenza si vedeva la donna uscire col figlio dalla sua stanza, abbandonarlo vicino a quella dell'Ammiraglio e infine andarsene con una navetta.

-Ada, aiutami un attimo capire... in tutto questo non hai fatto nulla? - chiese la donna con un accenno di nervosismo nella voce, mettendosi una mano in fronte e così scompigliando ulteriormente la frangetta.

-I miei sensori non si sono attivati. Tutto ciò è come se non fosse mai accaduto nel mio sistema.

Prima che la piratessa potesse dire altro, una spia si illuminò su uno dei braccioli della poltrona. Premuto un pulsante, l'immagine di un ragazzo assonnato dalle evidenti occhiaie si venne a creare sullo schermo, oscurando le tre registrazioni sotto, le quali intanto continuavano a replicare a rotazione gli avvenimenti precedentemente mostrati.

-Ammiraglio Kasumi, qua è Miki dall'armeria! - esclamò l'altro mettendosi a fatica sull'attenti - Come da lei sospettato, manca una pistola ad energia oscura dal magazzino. Mi dia ordini su cosa fare.

-Ada, com'è che questa registrazione non è nei tuoi file?

-Non ho abbastanza informazioni per darle una risposta.

-Mmm - mugugnò la donna.

Si mise una mano sotto al mento e chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi meglio su ciò che stava accadendo. Non era normale che Ada si facesse fregare... forse una volta era possibile, mettiamo anche due, ma ben quattro volte di seguito assolutamente no!
La Sole Nero era come una fortezza semovente, niente di ciò che succedeva al suo interno o all'esterno poteva sfuggire al suo equipaggio o al suo computer, né tanto meno al Capitano, eppure quella notte qualcosa era successo... sì, ma cosa?

-Secondo me è uno switch.

A quelle parole Kasumi voltò la testa, incrociando lo sguardo di Jii che la fissava a sua volta, aspettandosi una risposta.

-Da quando sei qua?

-Da ora, ma Ada mi ha avvertito di tutto mentre arrivavo. Allora, che ne dici?

-Uno switch, quindi... Intendi non rilevato da Ada?

-È possibile, - rispose la diretta interessata - gli switch possono eludere il mio sistema.

[Dal database di ADHA-s] Come accennato in precedenza, ma troppo brevemente per farci attenzione, ho parlato degli switch, elaborati orologi da polso.

Donati sia agli Ammiragli dell'Alleanza degli Oort sia ai Generali dell'Impero, si collegano con sofisticate interfacce digitali alla mente del possessore, amplificando così le sue capacità grazie anche a una connessione diretta con la rete internet galattica: abilità come quelle combattive, di calcolo, di conoscenza, di riflessi, aumentate e potenziate per rendere il proprietario una perfetta macchina da usare per compiacere ora l'Imperatore ora il Gran Ammiraglio.

Ma non è un sistema esente da difetti.

La coscienza del possessore, se troppo utilizzato, viene sopraffatta dallo switch, frammentata e annientata poco alla volta, affinché questi non se ne renda conto e ne diventi sempre più dipendente, finché di lui rimarrà solo un vuoto guscio, una marionetta controllata dal sistema.

È più o meno quello che successe al Dr. Dark, il capo della Dodicesima Flotta: ossessionato dal potere, si era lasciato corrompere da quel dolce miele tentatore che era lo switch. Diceva che nei giorni in cui aveva cercato di liberarsene, ogni tanto sentiva la sua voce melliflua che gli sussurrava nella mente e lo invitava a prenderlo, a diventare più forte.
"Non vuoi superare i tuoi limiti, Dark? Non vuoi sapere cosa c'è dopo l'Universo? Non vuoi assaporare l'Eternità?", parole vuote a cui egli alla fine aveva dato ascolto, illuso dall'avere finalmente nel palmo della mano tutta la Verità dell'Esistenza. Eppure anche lui, ben presto, aveva finito per corrompersi e non passava giorno in cui lentamente e inesorabilmente diventava sempre più folle e contorto, tanto da avere sviluppato per Kasumi una vera e propria ossessione.

Ormai sia Kasumi sia il resto degli Ammiragli si erano abituati a Dark e alle sue follie, senza più farci caso, come se fosse un qualcosa di normale e routinario, e la sua triste parabola veniva ricordata nei Pirati come un monito: mai usare lo switch più del dovuto.

Kasumi, da parte sua, non era mai arrivata a sfruttare appieno il suo potere.
Un giorno ce l'aveva al polso e il giorno dopo era scomparso, volatilizzato. Sulle prime se ne era preoccupata, ma ben presto smise di dar peso alla vicenda e mi installò sulla Nave come rimpiazzo.

Ora, premesso tutto ciò, la domanda che ci si faceva a quel punto era una sola: com'era possibile che uno switch fosse finito nelle mani di una persona comune? [Fine informazioni]

-Poniamo il caso che lei abbia uno di quei orologi, com'è possibile? - chiese Kasumi rivolgendosi ai sui tre interlocutori.

-Furto, quasi sicuramente - rispose Miki con sicurezza. In effetti la gente avrebbe fatto carte false per impadronirsi di uno, compreso lui stesso.

-Eredità - disse Jii con una scrollata di spalle, per niente interessato a sapere o meno la verità sulla faccenda.

-L'avrà trovato, dopotutto la Galassia è piena di switch - aggiunse infine Ada.

-Ehi, la mia domanda era retorica, geni... - rispose seccata Kasumi - Chi se ne frega da dove l'ha ottenuto, l'importante è beccarla.

-A me però non sembrava retorica... - commentò Miki.

Non fece in tempo a finire la frase, che un'occhiataccia dell'Ammiraglio lo raggelò.

-Scherzavo! Lo giuro, scherzavo! La prego, non mi ammazzi... - iniziò a supplicare piagnucolando.

L'altra scosse la testa sconsolata.

-Lasciamo stare... avanti, Ada, cerca di beccare quella navetta.

-Inizio una ricerca ad ampio spettro di eventuali turbamenti dello spazio attorno alla Nave. Se ci sono novità, la avverto subito.

-Ottimo. Miki, raggiungici in sala controllo, abbiamo bisogno anche di te.

Trovammo la ricercata dopo un paio d'ore. Era finita su un pianeta di lusso off-limits creato esclusivamente per gli uomini più ricchi della Galassia: il Lux. Si trovava nel Sistema Solare vicino, un posto dove solo l'avvicinarsi costava molte centinaia di astro-dollari.

Ironicamente parlando, il mondo più povero era vicino al mondo più ricco che non lo aveva mai aiutato davvero, ignorando i suoi problemi e abbandonandolo a sé stesso per secoli. Ovviamente prima i residenti del Lux avevano preso molti degli abitanti del mondo senza nome per renderli perfetti servitori.

Per tornare indietro nel tempo, fu un po' come il ripetersi della storia, di come gli umani fecero con gli alieni, rendendoli prima schiavi e poi sterminando quelli che non riuscivano a addomesticare.
E l'uomo, quando si rese conto di essere rimasto solo, dall'alto della sua divinità cercò qualcuno da dominare, ripiegando sui suoi simili.

Questa era l'ironica parabola che avvolgeva due Sistemi, così lontani eppur così vicini.

Kasumi intanto, dopo aver litigato un po' con l'esercito privato del Lux, riuscì finalmente a far avvicinare la Sole Nero al pianeta.

-Capo, - disse Miki - le sue capacità diplomatiche mi sorprendono sempre...

La donna non gli rispose, limitandosi a guardarlo male con la coda dell'occhio, non avendo alcuna intenzione di perdere altro tempo dietro a quell'idiota.

-Ah mi scusi! Mi scusi! - iniziò quello sentendo un brivido freddo corrergli sulla schiena - La prego, non mi uccida! Non voglio morire! - e si accasciò al suolo cominciando a piangere e prendendole con le mani una gamba.

-Ma che schifo, levati! Mi stai tutta insozzando del tuo muco! - esclamò l'altra cercando di spingerlo via - Jii, fa qualcosa! Scacciami da dosso il tuo amico.

-Non è mio amico - rispose quest'ultimo perentorio, non volendo alcuna giustificazione da loro e osservando quella patetica scena senza scomporsi troppo, impassibile. Ma dietro quello sguardo essi sapevano, silenziosamente, che li stava giudicando.

-Ti prego, Jii... - iniziò a piagnucolare questa volta Kasumi - Non mi giudicare...

Ma questi scosse la testa, vergognandosi per entrambi.


(continua...)

********

Bene, la domanda adesso è: che cavolo ho scritto??
No dai, parlando seriamente, ho voluto un po' sbizzarrirmi su ciò che è l'ambientazione della storia e presentare a grandi linee il contesto generale nel quale si colloca.

Sì, mi sono dilungata tantissimo e... sì, faccio capitoli decisamente troppo lunghi xd pian piano cercherò di rimediare!

Ma quando finisce questa parte? Dai che manca pochissimo, prossimo capitolo con "Epilogo" !
Cosa succederà? Kasumi riuscirà a trovare la donna? E cosa starà facendo? Come ha fatto ad ottenere una IA? Ma soprattutto, chi l'avrebbe mai detto che Kasumi è in affari con questo famoso Jack??

Alla prossima!

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