Con te non ho paura

By ilariadellapigna

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{Completa} Alexandra Morrison è acida, testarda e diffidente nei confronti del mondo esterno. Figlia del bos... More

Copyright
Dedica
Prologo
1-Safety issues!?
2-New encounters
3-I dirve
4-Come you too?
5-Fuck you, I'll shoot!
6-Blacklist
7-Guilt feelings
8-Come here
9-Thoughts to be canceled
10-I won't let you win
11-Kayla
12-We bring you home
13-Unexpected help
14-Modest atside!
15-I thought badly
16-You won, but the game is still long
17-I'm happy
18- Katherine!?
19-Nothing
20-The old me
21-Give her another chance
22-Explanation
23- Many questions, zero answers
24- Silence
25-What happened?
26-You fucking beautiful
27- Too proud to admit reality...
28-Questions and memories
29-We know who attacked us
30-Would be proud of you
10k❤
31-You are softening, Ivanov
32-Everyone deserves a second chance
33-Bad dreams
34-I will tell you the truth
35-Sixteen years ago (pt.1)
36- Sixteen years ago (pt.2)
37-It all hurts so much ...
38- What happened after your birthday?
39-Do it!
40-Confused and angry
41-Stories
42-Now I enjoy it
43-Suspected
44-Stranger
45-The other side of the coin
46-Fair exchange
47- Twenty-first of July
48-What are you afraid of?
49-What are you doing to me?
50-Inconveniences
51-Information
52-Blackjack
54-The truth
55-Certainties crumbled
56-I protect what I love
57-The whole truth
58-I fell in love
59-Keep your eyes open.
60-Has my end come?
61-I love you.
Epilogo.
Ringraziamenti e informazioni sul sequel
Sequel disponibile!!
Vendita copie cartacee

53-I love to play

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By ilariadellapigna

Leggete lo spazio autrice, è davvero importante

Salii a bordo dell'auto, sbattendo lo sportello poco dopo. Passai un fazzolettino sulle nocche spaccate e feci attenzione a rimuovere il sangue. Concentrata sulle mani, non feci caso alla persona che si stava avvicinando, pertanto, quando sentii qualcuno picchiettare sul vetro del lato passeggero, sobbalzai. Notato il volto di Dylan, schiarito dai raggi lunari, però, rilassai i muscoli e sbloccai la sicura, permettendogli di entrare nella vettura.

«Stai bene?» Domandò, indugiando sulle mie mani tremolanti.

«Il piano è, ovviamente, riuscito.» Commentai, invece, soddisfatta. «I soldi sono sui sedili posteriori e Murray è privo di sensi nella sua camera. Non resta che andarcene, prima che si svegli e avvisi i suoi uomini.» Asserii e lo vidi annuire.

«Passerò domani a prendere la Lamborghini. L'idea di lasciare la tua auto fuori dal parcheggio, così da nasconderla dalle telecamere si è rivelata ottima: non mi ha visto nessuno.» Ci scambiammo di posto e lui mise in moto la Ferrari.

****

«Dylan, non serve tutta questa cura. Non è la prima volta!» Esclamai risoluta, riferendomi alle mani, che erano sotto il getto dell'acqua gelida.

«La smetto.» Pronunciò e io sospirai, grata che si fosse arreso. «Però, metti almeno questo.»

Sbuffai, stanca di sentirlo lamentarsi, afferrai il ghiaccio, che mi stava porgendo, e lo posai sulle nocche.

«Ora puoi spiegarmi cos'è successo dentro quella stanza?» Mi chiese, quando uscimmo dal bagno e ci stendemmo sul letto matrimoniale, con le schiene appoggiate alla spalliera.

Qualche ora prima,

Hippodrome Casinò, stanza di Alexander Murray.

Camminammo lungo il corridoio deserto, tappezzato con un tappeto rosso che riempiva tutta l'area della stanza, finché non ci fermammo davanti alla porta nera di una camera. Su di questa era presente una targhetta d'oro su cui, a sua volta, spiccava il nome del mio accompagnatore. L'ingresso era protetto da un codice che Alexander inserì con le sue dita veloci.

Quando la porta si aprì, potei vedere un ambiente molto raffinato a particolare.

«Accomodati, Jane.» Mentre mi sedevo sul divano di pelle, come mi aveva chiesto, Murray si avvicinò a una vetrina contenente vari alcolici e prese una bottiglia sigillata di champagne. La aprì e riempì due calici.

«Spero sia di tuo gradimento, è uno dei miei preferiti.» Mi disse Alexander, porgendomi la coppa trasparente.

«Sicuramente, ti ringrazio, Alexander.» Abbozzai un sorriso, poggiando una mano sulla sua.

«Permettimi di dirti che sei meravigliosa, cara.» Posò anche lui una mano sulla coscia che avevo volontariamente lasciato scoperta, fissando i miei occhi scuri.

«Lusingata dal complimento.» Sorrisi. «Soprattutto se a farlo, è un uomo di classe come te.» Sussurrai, mentre mi guardava strisciare verso di lui.

Mi sporsi, mi accomodai sulle sue gambe e bevvi un sorso del mio champagne. Le sue mani scivolarono sui miei fianchi, per poi scendere e raggiungere le mie natiche. Poggiai il bicchiere vuoto e mi appropriai delle sue labbra. Ricambiò subito il mio bacio, sviluppando qualcosa di passionale e travolgente, per lui, ovviamente. Il mio pensiero, invece, era saettato a Dylan. Passai le mani tra i capelli scuri di Alexander, immaginando che al suo posto ci fosse il mio russo.

Finsi un sospiro, quando avvertii la sua eccitazione spingere verso la mia femminilità. Aveva cominciato a baciare il mio mento, per poi scendere fino al collo. Buttai la testa all'indietro, permettendogli di mordicchiare la pelle vicino alla clavicola.

«Ci spostiamo nella stanza da letto, Jane?» Domandò facendo scorrere le mani sui miei fianchi.

«Sì.» Mi sollevai, lasciando la sua mano intrecciarsi con la mia e lo seguii.

Chiuse la porta a chiave e si collocò di fronte a me. Lo spinsi con poca delicatezza sul letto ordinato e, gattonando, lo raggiunsi. Feci scorrere le mie mani sulle sue spalle e gli tolsi la giacca, per poi passare alla camicia. Lui, soddisfatto, poggiò le mani sul mio sedere sodo, affidandosi completamente ai miei gesti provocanti ed espliciti.

Povero illuso, da me non riceverai nulla. Pensai.

Legai con la cravatta le sue braccia alla tastiera del letto e gli morsi le labbra con forza, facendolo gemere. Con la stoffa pregiata avevo creato un nodo stretto, ero certa che, in quel modo, non sarebbe riuscito a muovere i due arti superiori. Alexander non sembrava turbato dai miei gesti, trovava la situazione frizzante, come intuivo dai sospiri rochi e soddisfatti che uscivano dalla sua bocca e dal rigonfiamento pronunciato che spuntava dai suoi pantaloni.

«Amo giocare quando faccio sesso.» Spiegai, accarezzandogli il petto.

«Lo noto, dolcezza.» Evitai di sollevare gli occhi al cielo davanti a quel soprannome sgradevole che mi aveva affibbiato.

«Mi dispiace, però.» Asserii e lo vidi corrugare le sopracciglia, confuso, ma ancora divertito.

«Non dirmi che hai intenzione di frustarmi.» Ridacchiò.

«No, mi dispiace che non sia questo il caso.» Afferrai la mia calibro ventidue, nascosta nella fondina che avevo appeso alla coscia e gliela puntai contro.

«Jane, che cosa stai facendo?» Mi chiese socchiudendo gli occhi e osservandomi con serietà.

«Alexander, voglio i soldi, ho perso abbastanza tempo con questa sceneggiata.» Iniziai a cercare nel suo ufficio, fingendo molta fugacità nei miei movimenti.

«Non hai idea del guaio in cui ti stai cacciando Jane, sei ancora in tempo per fermarti.» Tentò di convincermi.

«Tu mi dai i soldi e questa situazione si conclude qui, che ne pensi?» Mi voltai e gli puntai l'arma contro.

«Non avrai i miei soldi, Jane.»

Serrai la mascella, fingendomi infuriata, e mi avvicinai a lui. Gli afferrai il mento e lo strinsi tra le mie dita, guardandolo con gli occhi stretti, poi, chiusi il pugno e lo feci scontrare con la sua mascella sbarbata.

«Sparandomi condannerai anche te.» Rise, minacciandomi.

«La pistola è silenziata, Murray. Nessuno se ne accorgerà per almeno un'ora, e io avrò il tempo per scappare.» Affermai e gli tirai un altro pugno. «Posso ucciderti, Alexander, non sono una sprovveduta, tuttavia, se tu mi dessi i soldi, andrei via senza macchiare di sangue queste belle lenzuola.» Ribadii, tirandogli un altro pungo, però, quella volta in pieno stomaco.

«Ti stai mettendo contro la persona sbagliata! Sei fottuta, Jane.» Ritentò e io, annoiata, caricai la pistola. Sparai un colpo che, silenzioso, affondò nella spalliera, vicino al suo viso un po' rugoso a causa dell'età.

«Non m'importa, Murray, io voglio i soldi.» Lo colpii ancora, ripetutamente, innervosita dal suo mutismo, eppure determinata a portare avanti il piano.

Subì in silenzio, senza mai mostrare cenni di cedimento, eppure quando caricai nuovamente la pistola e posai la canna fredda sulla sua fronte, vidi i suoi occhi arrendersi.

«Senza quei soldi per me sei inutile. Lo sai cosa si fa con la spazzatura?» Chiesi e mostrai un sorriso maligno. «Si elimina.» Affermai.

«Tre... due...»

«Sono nella cassaforte dietro alla libreria.» Ammise rapidamente, con gli occhi lividi a causa delle mie percosse.

«Finalmente!» Esclamai soddisfatta e mi affrettai a verificare che avesse detto il vero.

«Cosa devo fare?» Domandai, dandogli le spalle.

«Tira il primo libro a destra e inserisci il codice che ti sto per dettare.»

Annuii alle sue parole e feci come mi aveva detto, poi con un cenno lo invitai a rivelarmi il codice.

«908519.»

Pigiai le dita sui tasti e la cassaforte si aprì, rivelando una valigetta nera che conteneva circa dieci mila sterline, sistemate ordinatamente in pezzi da cinquecento.

Attenta a esaminare i soldi, non mi accorsi che era riuscito a slegare il nodo della cravatta e che aveva impugnato una pistola. Avvolse la mia gola con il suo braccio e premette la pistola sulla mia tempia.

«Getta l'arma.» Mi minacciò e lo lasciai fare, sorridendo. Un brivido di eccitazione corse sulla mia pelle quando lanciai lontano la mia pistola e sollevai le mani in alto, in segno di resa.

«Non trovi tutto questo eccitante?» Gli domandai e mossi il bacino sulla sua zona più sensibile.

«Non ti muovere, Jane.» Borbottò, stringendo la presa sul mio collo.

«Insomma, Alexander, non c'è gusto senza un po' di pericolo.» Lo schernii ridacchiando e tossii quando aumentò nuovamente la stretta.

«Dì un'altra parola e finirai in una bara, donna.» Concluse, infuriato.

«Amo giocare.» Ammisi. «Però non posso sprecare altro tempo, mi dispiace.» Affermai e, in un istante, senza che potesse reagire, si trovò disarmato. Lo colpii violentemente sulla nuca e lo osservai cadere a terra, senza sensi.

Feci una smorfia leggera, guardando le mie nocche spaccate, tuttavia, non ci pensai troppo. Raccolsi la valigetta e la pistola e andai via.

Tutto è andato come previsto, ora non resta che attendere che la mia sospettata si palesi.


Ciao ragazzi, parto col dire che spero che questo messaggio sia letto da quante più persone possibili, ma che soprattutto, capiate il mio punto di vista. Sono sempre stata una di quelle autrici attive, che ogni settimana, almeno un capitolo doveva postarlo. Purtroppo ora i tempi sono cambiati. 

Con l'inizio della scuola, e la situazione Covid-19 che sembra essere tornata tale e quale a quella di maggio, è aumentato anche lo stress e la preoccupazione continua, che spesso porta ad avere momenti di ansia.

Trovare la concentrazione giusta per scrivere ultimamente sta diventando un vero e proprio problema, quindi vi chiedo di essere clementi e pazienti.

Questo significa che non posterò più? Assolutamente no!

Tengo a voi e al mio operato, e penso che scrivere significhi anche scappare dalla realtà, anche se solo per qualche istante, quindi MAI, e poi MAI, abbandonerò voi e il piccolo mondo che ho creato.

Volevo semplicemente essere onesta, e chiedervi di capirmi e supportarmi anche in questo momento particolare. 

Ovviamente in caso di necessità, quindi in caso voi abbiate voglia di sfogarvi, o semplicemente parlare con qualcuno, vi ricordo che il mio instagram è sempre disponibile!

Vi voglio un mondo di bene, scusate ancora,

La vostra Ilaria. 

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