Io senza Te

a_dreaming

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Disponibile su Amazon Kindle (gratis fino al 7 dicembre) https://amzn.eu/7laUnqu Se ti innamori della person... Еще

1* Incontri imprevisti
2* Numeri di telefono
3* Il terzo incomodo
4*Bmi e altri contrattempi
5* Intrugli
6* Sensi di colpa
7* Facciamo il punto
8* Scambi
9*Chiarimenti
10* Filosofia
11* Euforia
12* Disco
13* Un invito inaspettato
14* Diversivo
15* Messaggi
16* Allenatore
17* Fragilità
18* Serata inaspettata
19. Chiarimenti
20* Il piano
21. Amicizia
22. Punti deboli
23* Scelte
24* Grigliata
25* Confessioni
26* Occhi
27* A fine partita
29* Uscita di gruppo
30* Tradimenti
31* Scontro all'alba
32* Cuori spezzati
33* Di male in peggio
34* Rivelazioni
35* Addii
36* Partita
37* Prove
38* Ex
39* Amici illuminati
40* Una canzone dolcissima

28* Indecisioni

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a_dreaming

Non pensavo che stare tra le braccia di qualcuno potesse farmi sentire tanto bene. È come avvolgersi una coperta calda in inverno, sotto il piumone alla domenica mattina, oppure stare distesi al sole caldo dei mesi primaverili.

Da quando siamo arrivati a casa mia, dopo che Logan mi ha letteralmente trascinato di corsa sul dondolo, mi ha avvolto con le sue braccia e non mi ha più lasciata andare. Non ha sentito ragioni, ha voluto che mi sedessi sulle sue gambe e lentamente, mentre torturava le mie labbra, ci siamo ritrovati sdraiati e abbracciati, aggrovigliati. Abbiamo rischiato di cadere diverse volte, una perché il cuscino continuava a scivolare, una per un'oscillazione improvvisa a causa di un calcio che ho dato al palo, perché Logan mi aveva toccato il retro del ginocchio facendomi il solletico.

Non mi sono ancora guardata allo specchio, ma sento la pelle in fiamme e credo che non ci sia un solo centimetro scoperto che, l'adorabile ragazzo biondo che mi tiene tra le sue braccia, non abbia ricoperto di baci.

Proprio nel momento in cui la sua mano acquista audacia e le sue dita si insinuano sotto il bordo della mia maglia, la portafinestra si apre ed esce mia madre con la sua tazza di the.

«Avrei preferito incontrarti ufficialmente, ma sono almeno due ore che siete qui e nessuno mi ha chiamata, perciò...» esclama, prendendo posto al tavolo in ferro battuto, mentre io e Logan balziamo a sedere, lui sbattendo rumorosamente la testa, io scivolando per terra.

«Mamma!» le sorrido, senza smettere di sentirmi comunque in paradiso, «lui è Logan, Davide in realtà.»

«Salve», dice solamente lui, sistemandosi capelli e maglia.

«Davide... sbaglio, o sei lo stesso del motorino di qualche sera fa?» indaga con gli occhi socchiusi.

Spalanco gli occhi per la vergogna e mi copro il viso con le mani.

«Non saprei, ce ne sono molti?» domanda ironico, alzandosi in piedi.

«Più di quanti ce ne siano mai stati...» risponde vaga mia madre, cercando il mio sguardo.

«Beh, allora vado, così cedo il mio posto a qualcun altro», sorride tranquillo, passando accanto a mia madre.

«Immagino che ci rivedremo spesso...» continua mia madre, seguendolo con lo sguardo, mentre sorseggia il the.

«Fino a quando Sol vorrà», conferma, cercando il mio sguardo e strappandomi un sorriso.

Nello sguardo compiaciuto e ammiccante di mia madre, leggo la mia stessa sorpresa.

«Vado a salutarlo», le dico inseguendo il ragazzo meraviglioso che è scomparso dietro la casa.

«Entra in fretta, domani c'è scuola», dice annuendo, mentre rientra soddisfatta.

Sorrido tra me, al mondo, alle stelle, forse anche al buio che mi ha sempre trasmesso qualche inquietudine. In questo momento non mi importa di niente che non riguardi quegli occhi azzurri, appena coperti dai capelli spettinati, che mi stanno fissando come se non avessero mai visto niente di più bello prima.

Un po' meno spavalda di prima, con le mani ancora tremanti, mi avvicino e lascio che sia lui a guidarmi in questa nostra cosa. Ho il terrore di dire o fare qualcosa di sbagliato e non riesco a muovere nemmeno un passo senza che il mio stomaco si contragga.

Baciarlo è stato più semplice. Ora, al momento dei saluti, non so se sto per svegliarmi da un bellissimo sogno, o se quanto è appena accaduto sia reale.

«Vieni qui», mi tira al petto, appoggiando un bacio sulla fronte, «domani sarà così, vero?» sussurra tra i miei capelli.

Posso sentire il suo cuore, battere forte come il mio.

Sorrido, di quei sorrisi che ti fanno sentire felice, mentre capisco che lui, nonostante la sua maggiore esperienza, è agitato tanto quanto me.

Mi scosto appena il necessario per riuscire a guardarlo negli occhi e scrollo le spalle.

«Perché ridi?» indaga, spostandomi i capelli dal viso.

«Mi piace l'idea che anche tu non sappia cosa fare», gli dico con la voce che ancora trema per la sua presenza.

Non so se mi abituerò mai alle emozioni che mi fa sentire.

«E perché dovrei? Te l'ho detto. Sei l'unica che abbia dovuto inseguire...» sorride a sua volta. «Di solito devo scacciare la folla a manate...» si vanta con espressione scocciata.

«Divertente» rispondo, allontanandomi, ma intrecciando le nostre mani. «A questo proposito... forse dovremmo prendere le cose con calma. Insomma, in questo periodo il mio mondo si è ribaltato, una delle mie migliori amiche non mi parla più e tu...» arrossisco di scatto e abbasso la testa per non farglielo notare.

«Piccola, guardami», dice mettendomi una mano sotto al viso. «Non abbiamo nessuna fretta. Farò quello che vuoi, a una condizione.»

Alzo le sopracciglia scettica, ma lascio che continui perché desidero capire dove vuole arrivare.

«Non mi piace l'idea che tu frequenti altre persone. Se ne senti il bisogno, allora finisce qui, perché io, con te, voglio fare sul serio. Quindi ti lascerò il tuo spazio, ma devo sapere che se pensi a qualcuno, quello sono io.»

Mi mordo il labbro e mi infilo tra le sue braccia, avvolgendo la sua schiena.

«Sei arrossito!» lo prendo in giro, mentre lui sbuffa.

«Deve essere la luce», si giustifica, prima di tornare a guardarmi ansioso di sapere cosa penso della sua condizione.

«Non lo so, sai. Pietro non è male come ragazzo...» comincio arricciando le labbra, ma senza riuscire a finire perché Logan mi ha zittito con un bacio che mi ha tolto il fiato.

«Questa si chiama corruzione», sottolineo divertita, quando mi lascia parlare.

«No, solo un piccolo incentivo»¸ sorride accarezzandomi il viso.

Mia madre bussa alla finestra della cucina e ci saluta con la mano, non dice niente, ma è chiaro che sia veramente tardi.

«Devo andare», sussurro sulle sue labbra, spingendomi in punta di piedi.

«Passo a prenderti domani mattina?» domanda con voce roca.

«Meglio se vengo in autobus», sorrido appena. «Un po' per volta», gli ricordo.

«Farò il bravo!» promette, indossando il casco e accendendo il motorino.

«Buona notte, piccolina», dice partendo veloce.

Sospiro, sorrido, mi commuovo, saltello, danzo e mi sento svenire. Poi entro in casa e crollo a letto.

Logan

7.55 Buongiorno piccolina. Ho una verifica alla prima ora. Entro adesso, non so niente.

7.55 Buongiorno! Sono ancora in autobus. Buona fortuna.

7.55 Dovevo venire a prenderti.

7.55 Un passo alla volta.

7.55 Sono rimasto senza bacio porta fortuna.

7.56 Chiedilo a Rodda.

7.56 Lo chiedo a qualcuna delle mie fan.

7.57 Fai pure. Stai diventando troppo sdolcinato.

Il cortile è pieno di gente, l'autobus ha tardato di soli dieci minuti, ma sono bastati perché tutti gli studenti riuscissero ad arrivare prima di me e a impedirmi di raggiungere il parcheggio dei motorini davanti al campo da calcio.

Logan è in classe, ma potrebbero esserci gli altri e magari anche Luca. Non sono ancora riuscita a parlare con Ludo, quindi ho bisogno di raccontare tutto a qualcuno e sapere cosa devo fare. La serata di ieri sera è stata epica, la più bella della mia vita, ma ora non ho idea di come gestire quella furia di Bea.

La mia idea di andarci piano è nata anche a causa sua. Vorrei davvero provare a uscire con Logan per un po' prima che lei abbia uno dei suoi attacchi isterici, o si inventi qualcosa per mandare tutto all'aria.

Mantenere un basso profilo è la scelta migliore. E anche non dirlo a troppe persone, almeno non a quelle che potrebbero dirlo a Bea.

In pieno delirio mentale, mi avvio per le scale, inglobata nella transumanza adolescenziale verso i piani superiori, e scorgo Bea a braccetto con Marika qualche gradino più in alto.

Probabilmente adesso sono amiche, chissà se anche lei è venuta a sapere che è la sorellastra di Logan.

Sorrido solo a pensare al suo nome, sono proprio un caso disperato.

«Come prosegue la nostra telenovelas sudamericana, oggi?» indaga Luca, quando mi siedo accanto a lui in classe, ammiccando in direzione della mia amica mora.

«Niente da segnalare», dico tirando fuori il libro di biologia.

Sto per aggiungere la notizia a effetto, quando decido di aspettare e prendere tempo. Forse non è una cattiva idea vedere come va, prima che la cosa diventi di dominio pubblico.

«Ah, l'amore. Gioie e dolori!» sospira, aprendo il suo astuccio per infilarci il cellulare. «Però oggi sembri stare meglio...» nota allegro.

«Ho fatto una maschera, ieri sera», sorrido cercando di autoconvincermi. «E stamattina frullato energetico.»

Annuisce soddisfatto e si mette a prendere appunti.

«Ben fatto. Fagli vedere che non sei una che aspetta i tipi come lui!» mi incoraggia.

Guardo fuori dalla finestra e mi passo una mano tra i capelli, potrebbe essere più difficile di quanto non sembri.

Per l'intervallo ormai ci troviamo tutti in cortile. Sara ha cominciato a venire spesso e ho notato che sembra ricambiare l'attrazione per Parini. Stanno sempre a parlottare vicini, testa contro testa, mentre si sfiorano con ogni scusa.

Bea passa tutto il tempo in giro, tra un gruppo e l'altro, tornando di tanto in tanto per dare un bacio casto a Rodda, il quale, invece non si muove dalla sua postazione seduta, infilato sotto la tettoia, esattamente tra il suo motorino e quello di Logan.

Io sono di fronte a lui, con Luca, mentre ripasso, o lo ascolto chiacchierare con gli altri.

Di solito non faccio caso a Logan, ma oggi me lo sono ritrovato alle spalle, senza che nemmeno me ne accorgessi.

«Ehi», lo saluto raggiante.

«Ciao piccola»¸ sussurra perché possa sentirlo solo io.

«La verifica?»

«Lascia perdere. Se non l'avessi copiata tutta, avrei offerto il mio corpo alla prof di meccanica», sbuffa.

Alzo gli occhi al cielo, ma lui mi sorride, mentre accende una sigaretta.

«Sei gelosa?» scherza.

«Se tu offri il tuo corpo, io offro il mio...» improvviso, con una malizia che non mi appartiene, con le guance in fiamme.

«Logan, bello. Oggi non riesco a portare a casa Bea. Riesci a darle uno strappo?»

Lo sguardo blu si smarrisce per un secondo, cercandomi istintivamente tra la gente. Vorrei dirgli di non farlo, ma devo fidarmi di lui e Rodda è suo amico, non è la prima volta che gli chiede questo favore.

«È per la partita di rugby?» chiedo allegra a Marco, sperando che Logan si tranquillizzi. «Dobbiamo andare al campo prima, vero? Cosa mi fai fare oggi?»

«Tu non fai niente. Vesti i bambini e ti alleni con loro, se vuoi. Io e Pietro discutiamo di schemi tattici», risponde solenne, puntandomi contro l'indice.

«Molto divertente», dico incrociando le braccia al petto, proprio mentre mi arriva una notifica.

Logan

11.12 Io e te. Scala. Subito.

Alzo gli occhi per rassicurarlo, ma mi accorgo che è già sparito.

Mi congedo dagli altri, dopo aver strappato un passaggio a Rodda per la partita, e mi avvio verso le scale, passando dall'esterno. Non arrivo nemmeno all'edificio, perché Logan mi intercetta e ci ritroviamo dietro gli spogliatoi della squadra ospite, appena a ridosso del campo da calcio.

Si butta sulle mie labbra, sciogliendomi lo stomaco, spingendomi dolcemente verso il muro.

«Sei un idiota» gli dico, non appena si allontana.

«Avevo paura che ti arrabbiassi per la storia di Bea», mi dice dolce.

«Sono tranquilla. Non c'è bisogno che ti trasformi in un uomo delle caverne», gli spiego. «Oggi vado con Marco all'allenamento dei piccoli del rugby», continuo cercando il suo sguardo. «Mi vieni a prendere?»

Mi scruta per qualche secondo, poi annuisce contento.

«Sei incredibile», dice appoggiando le labbra sulle mie. «Sono solo così stranito da tutto questo», spiega indicandoci.

«È strano. Ma non voglio che cambi per stare con me. A me piaci così come sei», ammetto arrossendo.

Infila il viso nel mio collo e prende un lungo respiro, prima di lasciare un bacio veloce e dolcissimo.

«Ok. A dopo.»

Torno in classe alla svelta, prima che i bidelli chiudano le porte, cercando di evitare lo sguardo indagatore di Luca.

«Adesso vi parlate», mi fa notare. «Siete amici?»

«Noi... proviamo a fare i bravi», gli rispondo vaga.

E per la prima volta in tutta la mia carriera scolastica, sono felice di fare una verifica di inglese. 

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