Io senza Te

By a_dreaming

2.6K 151 5

Disponibile su Amazon Kindle (gratis fino al 7 dicembre) https://amzn.eu/7laUnqu Se ti innamori della person... More

1* Incontri imprevisti
2* Numeri di telefono
3* Il terzo incomodo
4*Bmi e altri contrattempi
5* Intrugli
6* Sensi di colpa
7* Facciamo il punto
8* Scambi
9*Chiarimenti
10* Filosofia
11* Euforia
12* Disco
13* Un invito inaspettato
14* Diversivo
15* Messaggi
16* Allenatore
17* Fragilità
18* Serata inaspettata
19. Chiarimenti
20* Il piano
21. Amicizia
22. Punti deboli
23* Scelte
25* Confessioni
26* Occhi
27* A fine partita
28* Indecisioni
29* Uscita di gruppo
30* Tradimenti
31* Scontro all'alba
32* Cuori spezzati
33* Di male in peggio
34* Rivelazioni
35* Addii
36* Partita
37* Prove
38* Ex
39* Amici illuminati
40* Una canzone dolcissima

24* Grigliata

35 1 0
By a_dreaming

Alla domenica pomeriggio, mi ritrovo dietro la panchina di Pietro, ad aiutarlo a preparare i ragazzi con le divise per la partita.

Non mi dispiace essere qui, in realtà, grazie a questo impegno ho saltato uno di quei pranzi di famiglia di cinquanta persone, con parenti che fanno parte del mio albero genealogico solo per strizzare guance e lasciare baci umidicci sulle guance un paio di volte l'anno. L'occasione erano i sessant'anni di una prozia di mia nonna, una di quelle che va dal parrucchiere tutti i sabati e ha la casa al lido per i mesi estivi, ma non ci invita mai nemmeno i suoi figli.

Ho visto un lampo di invidia negli occhi di mio padre, quando ho scartato la carta "ogginonposso" con mia madre, e gli ho sorriso comprensiva. Già, perché non siamo obbligati ad andare, se abbiamo un altro impegno, ma se non ci sono altri programmi, non si può disertare.

Sorrido a Pietro, che mi guarda incuriosito, ovviamente ignaro di tutta la situazione e continuo a sistemare le belve una accanto all'altro, in una fila che ha poco della retta, ma continua più ad assumere la forma di poligoni diversi a seconda di chi deve prendersela con qualcun altro.

Quando la partita comincia, torno a sedermi sulle gradinate accanto a Rodda e a Bea, che mi hanno concesso la loro compagnia, soprattutto per vedere se Pietro ha intenzione di fare la sua mossa. Credo che Marco stia già organizzando il matrimonio.

«Ho appena sentito Parini. Sta arrivando», mi informa non appena mi siedo.

Felice come non lo avevo mai visto, sorride con la mano di Bea stretta tra le sue, mentre lei gli sta accoccolata sulla spalla. Anche se continua a ripetere di volere Logan, sembra proprio stare bene con Marco. È come se riuscisse a muovere tutte le corde giuste per farla brillare ancora di più, per fare emergere le sue qualità. È rilassata, dolce, bellissima perché ha gli occhi sorridenti e un sorriso tranquillo, di pace, che finalmente è riuscito a spodestare quello di predatrice.

Chissà, se anche io troverò la persona che riesce a farmi splendere. Quella che mi farà sentire bene, felice, completa.

Fisso lo schermo del cellulare e mi metto a giocare con la cover. Solo un paio di giorni senza nemmeno un segno, una delle sue apparizioni, e già non riesco a smetter di cercarlo ovunque. Di sperare che arrivi, faccia una delle sue facce incazzate, per poi ritrovarmelo davanti a rubarmi i battiti del cuore e i sorrisi.

Non mi ha più cercato, ha rispettato veramente il mio volere, è completamente sparito.

«Sol, io ripenserei al ruolo di allenatore, questi ragazzi stanno prendendo una batosta epica!» mi rimprovera Marco, alzandosi in piedi e riportandomi con la mente al presente.

«Io li ho visti una volta sola...» tento di giustificarmi.

«Già, ma forse hai passato tutto il tempo a fare la svenevole con Pietro e ora i ragazzini sono allo sbaraglio!» continua, scendendo i gradini e raggiungendo la panchina.

«Cosa fai?» urlo.

«Prendo in mano la situazione, come sempre del resto!» mi fa un occhiolino e Bea scoppia a ridere.

«Che scemo!» dice sorridendo, ripassando il lucida labbra.

«È un bel tipo! E ti vuole un bene infinito», le faccio notare.

Annuisce beata, senza staccargli gli occhi di dosso. Forse dovrei provare a parlarle adesso, smettere di aspettare e tentare il tutto per tutto.

«Anche tu sembri piuttosto innamorata...» comincio.

Mi guarda senza dire niente per qualche secondo, poi avvolge una ciocca intorno alle dita.

«Sai che Logan ha una ragazza? O meglio, è un paio di giorni che va in giro con Elena, quella della tua squadra con la maglietta diversa.

Elena?? E perché non sono girate le voci nello spogliatoio. Magari l'hanno detto, ma io ero troppo concentrata a pensare ad altro per accorgermene.

Elena... come dargli torto. Logan ha buon gusto. Non perché sia bellissima, o super sexy, ma è una ragazza allegra, solare e intelligente. Cavolo, mi piace molto. Non riuscirò mai ad avercela con lei.

«Quindi hai deciso di lasciar perdere?»

«Cosa?», chiede spostando gli occhiali da sole, «non se ne parla. Però è un osso duro.»

Sbuffo sonoramente e lei mi guarda stupita.

«Tutto ok?» chiede un po' acida.

«Non capisco perché tu non possa lasciar perdere», dico semplicemente. «Hai un ragazzo meraviglioso e sei felice. Perché devi rincorrere lui?»

Si guarda le unghie e poi torna a guardare me con compatimento. Non finirà bene.

«Tata, io e Logan siamo destinati a stare insieme. Siamo uguali, capisci? Non vedi come mi guarda, quando sono con Marco? È solo questione di tempo. Devo solo aspettare che si decida ad ammetterlo a sé stesso», mi dice sognante.

«Hai detto che sta uscendo con un'altra, non mi sembra che si strugga d'amore...» sussurro, più arrabbiata con lui che con Bea, in realtà.

«Abbi fede, Sol», chiude il discorso rimettendo gli occhiali sul naso e rivolgendosi verso il campo.

Non ho concluso niente. Prima mi sono pietrificata per la notizia della nuova fiamma di Logan, poi per la dichiarazione senza senso di Bea.

Ma da quando Logan ha una ragazza, la stessa, per più di un'ora?? Mi aveva detto che ero io ad avergli dato la scossa, non può lasciarsi fulminare da chiunque. Ok. Sto delirando.

Ludo

15.15 Logan ha una ragazza.

15.15 tu lo sapevi?

15.20 Lo so che stai pensando a come indorare la pillola.

15.21 Potrei averlo visto con una ragazza ieri pomeriggio.

15.21 Ho pensato di non dirti niente fino a quando non li avrei visti baciarsi.

15.21 E?

15.22 Non li ho più visti.

15.25 Hai parlato con Bea?

15.26 Sì, ma non c'è speranza.

15.26 Mi dispiace, allora forse è meglio così.

Chiudo la conversazione e lascio che la tristezza mi mescoli gli organi interni. Lascio naufragare i pensieri felici, uno alla volta, crogiolandomi nella sensazione di perdita per qualche minuto.

Vedo Rodda e Pietro, sorrido e mi alzo in piedi per allontanarmi, ma vengo intercettata da Parini.

«Ciao Capo!» mi saluta allegro, con la sigaretta in bocca un cappellino dell'NBA sulla testa rasata. «Cercavo te. In realtà anche Marco, ma mi sembra di capire che sia preso, quindi mi accontento.»

Seguo il suo sguardo e vedo Rodda sbracciarsi dalla panchina, tutto preso dalla partita.

«Lascia perdere, pensa di poter vincere. Non sanno nemmeno allacciarsi le scarpe...» sorrido.

«Ok, sarò breve e sfacciato», mi anticipa, sfregandosi le mani. «Sara, la tipa della festa, ecco non è che sia proprio una di noi...» continua indicando me e lui, «quindi, per ringraziarla pensavamo sarebbe bello includerla nel nostro gruppo.»

«Nemmeno io sono una di voi!» gli ricordo.

«Non lo eri, ma adesso non potrei vivere senza i tuoi schemi e le tue tabelle...» mi sfotte, per poi posarmi un bacio sulla fronte.

«Idiota. E cosa vuoi da me, non sono io che decido. Invitala e basta. Non siamo una setta con un rito di iniziazione, o cose simili», spiego.

«Bene!! Perché l'ho invitata alla grigliata di stasera!» sorride allegro.

«Quale grigliata?» domando terrorizzata.

«Quella che faremo a casa tua, in quel giardino mistico.»

Sgrano gli occhi e respiro profondamente, una, due, fino a dieci volte.

«I miei mi uccidono», sospiro.

Guardo il ragazzo di fronte a me, alto come un gigante, con le spalle toniche e il sorriso sveglio. Penso a lui, a Valla, a Pietro, a Rodda e a come tutto sia diverso da quando mi hanno costretto a lavorare con loro. Mi accorgo che mi hanno aiutato sul serio, anche per la vera manifestazione e penso che, se non vale la pena far arrabbiare i tuoi per gli amici, allora non ho capito niente.

Annuisco e gli sorrido, mentre lui mi stritola in un abbraccio.

«Ma solo il nostro gruppo ristretto», lo avverto, «niente inviti allargati. Non voglio casini!»

«Sei il mio capo preferito! Io e Valla pensiamo a tutto. Ci vediamo da te appena finisce la partita!» mi grida, scomparendo dietro un edificio.

A fine incontro, dopo una vittoria inaspettata, Marco e Pietro mi accompagnano a casa senza smettere di parlare di schemi, o tattiche efficaci. Bea è tornata a casa per un impegno di famiglia e Ludo ci raggiunge con Alec per partecipare alla serata.

I miei si sono dimostrati disponibili, quindi possiamo goderci la serata senza problemi.

O, almeno, lo spero.

Una volta a casa, vista la serata abbastanza mite, decidiamo di imbandire il tavolo per mangiare all'aperto, con piatti e bicchieri di carta e birra scadente.

Parini, Valla e Rodda si buttano sulla griglia, mentre io e Ludo sistemiamo delle luci natalizie attaccato alla pergola, per dare un tono all'ambiente.

Alec chiacchiera con Pietro sul dondolo e tutto sembra tranquillo e perfetto.

Almeno fino a quando non sentiamo il rumore di un motorino nel cortile davanti.

Dopo un primo momento di panico, mi rilasso pensando che ancora manca il capro espiatorio della serata, quindi deve essere lei. Da brava padrona di casa, costeggio la casa per raggiungere la nuova arrivata e fare gli onori di casa.

Non riesco a svoltare l'angolo, però, perché resto bloccata da quella voce. La voce. L'unica in grado di annientare le mie difese e di trasformare la mia colonna vertebrale in polvere.

«Tranquilla, sono a posto. Ti troverai bene», sta dicendo a qualcuno. «Ci sono con te.»

Le mie gambe cedono e mi ritrovo chinata per terra, con un rumore sordo che rimbomba nella testa. Resto ferma, accovacciata su me stessa, fino a quando non riesco a schiacciarlo e a respirare normalmente.

Ho la fronte imperlata di sudore e le mani che tremano, ma riesco a stare in piedi.

Sento Ludo prodigarsi in convenevoli con la ragazza per qualche minuto, fino a quando non cambia decisamente tono.

«Perché sei qui?»

«Sono stato invitato. Elena e Sara sono amiche, Sara era a disagio a venire da sola, Elena ha chiesto a me.»

Posso immaginarlo sorridere, strafottente e dannato. Irriverente e bellissimo.

«Non dovresti essere qui, Logan», chiarisce Ludo, senza mezzi termini.

«E perché, no? Non eri tu a volere che stessi lontano da Sol? E poi, sai una cosa, forse è ora che cominci a farti i cazzi tuoi», conclude avviandosi sulla ghiaia.

«La farai stare male...»

Nel tono di Ludo avverto una nota implorante, che mi stupisce per la sua preoccupazione.

«Non sono cazzi tuoi, Ludo. Te lo ripeto.»

I suoi passi vengono nella mia direzione e io mi devo spostare. Non so perché non sia passato da dentro casa, ma ora mi trovo tra lui e il giardino con gli occhi gonfi e il fiato corto. Mi sposto sull'erba il più velocemente possibile e mi chino dietro a un cespuglio di rose della mia mamma.

Forse sembra un comportamento infantile, ma non sono pronta a parlare con lui. Sarà già difficile non parlargli per tutta la sera.

Vedo le sue scarpe sul marciapiede, mi siedo sull'erba, respiro a ogni passo.

Ludo arriva poco dopo, guardandosi intorno, cercando me, che non sono da nessuna parte, se non qui.

Mi alzo, la saluto con un sorriso bagnato di lacrime e lascio che mi trascini in casa, passando dal portone di ingresso. Mi chiude in bagno, mi lava la faccia, mi lava le lacrime e mi stringe forte.

«Ora ci diamo una sistemata, perché la cosa più fastidiosa che tu possa fare è ignorarlo e fingere che non ti importi», spiega, mentre mi porge l'asciugamano.

Lascio che si prenda cura di me, affogo nelle sue attenzioni e, solo alla fine, apprezzo il risultato allo specchio. Non mi ha truccato, o meglio, è tutto molto naturale e poco appariscente, ma mi da un'aria normale.

«È perfetto», sussurro scambiando uno sguardo con lei.

«Mettici un sorriso che ce la facciamo», mi sprona.

In giardino l'atmosfera è tranquilla, porgiamo un paio di pirofile ai cuochi, per confondere sulla vera natura della nostra assenza e raggiungiamo Pietro e Alec sul dondolo.

«Non hai chiamato Luca, mi piace. Lo porterò con me alla giornata della filosofia», mi dice Alec, avvicinandosi a Ludo, ma senza sfiorarla davvero.

Devo ricordarmi di chiedere a che punto sono, loro due.

«Non ci ho pensato. Alla domenica sera ha il calcetto con i suoi amici», rispondo sorridendo al meglio che posso.

«Mi manca l'ultima parte del dibattito, poi possiamo stampare tutto», continua il filosofo.

«Stampare?? E dove dovrei stampare?» chiedo tentando di non affogarmi.

«Su dei cartelloni. Come facciamo a leggere, altrimenti?» chiede con tutto lo stupore di questo mondo.

«Pensavo aveste dei computer, uno schermo, siamo nel 2020!» mi lamento.

«Mia zia lavora in una copisteria, posso chiederle un favore», mi sorride Pietro, affabile.

«Dici sul serio?» domando senza parole.

«Certo, ma se accetta, esci con me», propone.

Uomini. Non fanno mai niente per niente. Mi volto verso Rodda, per vedere se ha sentito la proposta, ma mi accorgo che sta tentando di girare un pezzo di carne.

Accanto a lui, l'altro. Sorridente, rilassato, con una sigaretta nella mano destra e la birra nella mano sinistra.

«Un appuntamento senza impegno», rispondo per non umiliarlo davanti a Ludo e Alec.

«Andata!»

I ragazzi annunciano l'arrivo della cena e mi salvano da un abbraccio felice. Mi accomodo accanto a Ludo ben lontano da lui e scopro che, se non guardo in quella direzione, le cose non vanno così male. Parini è l'anima della festa. Coinvolge Sara, facendola arrossire spesso, chiacchiera con tutti e si rivela particolarmente spiritoso.

Rodda, accanto a me, continua a parlare con Pietro della partita, citando spesso le mie mancanze come allenatore.

È una serata tranquilla. Ma il mio cuore continua a battere ogni volta che sento il suo sguardo su di me, in tutte le occasioni che chiamano il mio nome, o mentre sorrido per qualche battuta che non ho sentito.

Lui vuole che io lo percepisca. E non mollerà, fino a quando non l'avrò guardato.

Approfitto della confusione generale, prendo il bicchiere e volto lo sguardo nella sua direzione, un istante solo.

Non sorride, non parla, mi osserva solamente, con gli occhi attenti e vivi.

Appoggio il bicchiere immediatamente, tornando a guardarmi le mani. Stringo una gamba a Ludo e lei mi prende la mano. Sorrido a Pietro e Marco e fingo di non aver mai perso il filo.

Mi obbligo a ignorarlo, una parola alla volta.

La sua accompagnatrice lo chiama, gli chiede di tornare a casa.

Finalmente torno a respirare, quando si alzano e vanno via. Mi abbandono sul dondolo, tra Ludo e Rodda e lascio che la mia pressione torni regolare, il sangue scorra e gli altri concludano la serata soddisfatti.

Continue Reading

You'll Also Like

9.6K 646 21
Vi è mai capitato di vivere una situazione talmente coinvolgente, per poi rendervi conto,soltanto a posteriori, che tutto ciò che credevate reale era...
57.2K 2.2K 58
Chissà perchè la vita attrae sempre ciò che all'apparenza sembra così lontano. Due mondi opposti. Due vite opposte. Due nazionalità opposte. Due inte...
5.7K 229 20
Emma, una famosa rapper napoletana emergente. Una ragazza di 22 anni, con talento da vendere e pronta a tutto, imparerà cosa vuol dire amare ed esser...
144K 4.1K 89
@charles_leclerc ha iniziato a seguirti