Io senza Te

By a_dreaming

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Disponibile su Amazon Kindle (gratis fino al 7 dicembre) https://amzn.eu/7laUnqu Se ti innamori della person... More

1* Incontri imprevisti
2* Numeri di telefono
3* Il terzo incomodo
4*Bmi e altri contrattempi
5* Intrugli
6* Sensi di colpa
7* Facciamo il punto
8* Scambi
9*Chiarimenti
10* Filosofia
11* Euforia
12* Disco
13* Un invito inaspettato
14* Diversivo
15* Messaggi
16* Allenatore
17* Fragilità
18* Serata inaspettata
19. Chiarimenti
20* Il piano
21. Amicizia
23* Scelte
24* Grigliata
25* Confessioni
26* Occhi
27* A fine partita
28* Indecisioni
29* Uscita di gruppo
30* Tradimenti
31* Scontro all'alba
32* Cuori spezzati
33* Di male in peggio
34* Rivelazioni
35* Addii
36* Partita
37* Prove
38* Ex
39* Amici illuminati
40* Una canzone dolcissima

22. Punti deboli

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By a_dreaming

Logan mi ha portato a casa perché potessi lasciarci il borsone, ma abbiamo scoperto che i miei genitori non ci sono, quindi si è infilato in cucina e non sembra avere intenzione di uscire.

Mia madre ha sempre avuto un debole per le fotografie. Non quelle belle, gli scatti d'autore, ma quelle che immortalano dei momenti di vita, testimonianze delle tappe raggiunte, ricordi che ti stimolino a cercare di fare sempre del tuo meglio. Per questo motivo, casa nostra è praticamente rivestita di cornici di tutte le forme e colori, con dimensioni variabili dal piccolo quadretto tascabile al poster che occupa mezza parete. Ognuna custode di un piccolo pezzo di vita di questa famiglia. I miei genitori prima di essere sposati, il loro matrimonio, il primo mobile costruito da papà, la ristrutturazione del fienile, i pranzi con tavolate che escono dall'inquadratura e piccoli momenti rubati alla quotidianità. Le mie preferite, ad esempio, sono quella dove mia madre legge sdraiata sulla panchina in giardino e quella dove mio padre suona la chitarra davanti al camino, mentre mia madre gli sorride innamorata. Ho scattato quella foto accidentalmente quando avevo otto anni, infatti l'inquadratura è strana e l'immagine è parecchio buia, ma mia madre se n'è innamorata all'istante e ha voluto stamparla.

Ho imparato che, quando lei e papà hanno dei litigi, le piace riguardare le loro foto, rimuginare per ore davanti ai vetri e ritrovare la serenità che le appartiene normalmente.

Logan sta guardando queste immagini una ad una, cercandomi in ogni foto, domandandomi spiegazioni e annuendo ammirato.

«Non avevo mai visto una cosa del genere!» dice, mentre mi osserva il primo giorno di scuola. «È una follia, ma anche una cosa pazzesca. Voi avete una storia, una storia vera, e non avete paura di raccontarla.»

Sento il rossore salire al volto e mi ritorco le mani per controllarne il leggero tremore.

«In casa mia ci sono solo quadri di altri, paesaggi o fotografie d'autore che arredano, ma non lasciano il segno. Qui è quasi inquietante. È come se mi avessi invitato a conoscere i tuoi!» prosegue stupito.

«Non lo so, io ci sono cresciuta. Immagino non mi faccia tanto effetto», rispondo andando verso il frigo per versarmi dell'acqua e impegnare le mani.

«Ti ho messo a disagio, scusa», dice avvicinandosi. «Avevo capito che fossi strana, ora capisco perché...» scherza.

Gli concedo un accenno di sorriso.

«Dobbiamo andare?» gli chiedo notando che ha guardato l'orologio sulla credenza.

«La proiezione è tra dieci minuti, io ci sono, se vuoi.»

Mi guarda sereno, aspettando che io prenda una decisione.

«Lo so che non ci conosciamo, ma insomma, la situazione tra Marco e Bea mi mette in difficoltà. Potrei andare un po' fuori di testa...» ammetto, bevendo l'acqua per nascondere il viso.

«Hai paura di spaventarmi, o che me ne vada?» domanda divertito.

Appoggio il bicchiere sul tavolo e prendo il toast che mi hanno lasciato per cena, non ho voglia dell'insalata, quindi la lascio di proposito in frigo. Mi siedo al tavolo e scarto l'involucro, poi, con tutta la calma, accendo il grill e infilo il pane.

«Io non sto capendo la maggior parte delle cose che mi sono successe nell'ultimo periodo», ammetto, guardandolo negli occhi. «Sembra tutto così diverso da prima, tanto poco plausibile da sembrare irreale.»

«Plausibile...» ripete, allargando il sorriso.

«Convincente, credibile. Io mi sento cambiata, ma non credo sia possibile in così poco tempo. Fino a un mese fa il mio mondo ruotava intorno a due cose e una manciata di persone. Ora sono qui, con il ragazzo che piace a una delle mie migliori amiche e mento a un amico per coprirla...», continuo senza preoccuparmi che capisca.

Mi lascio cadere sulla sedia e sospiro, nelle foto che ho intorno non c'è nessuna risposta per me. E se andassi in camera mia, non troverei altro che Ludo, Bea, Luca e le compagne di squadra. Non sono preparata a questo, è un pezzo nuovo che mi terrorizza.

«Perché voi ragazze non riuscite a godervi il momento, e basta? Non è questo quello che ti dicono queste pareti? Scattiamo una foto, perché ci sono momenti che non tornano e devi goderteli per poterli ricordare», sbotta sedendosi di fronte a me. «Non sono uno che da delle risposte, in genere la gente si fa un sacco di domande con me, ma posso dirti che non c'è niente di più elettrizzante che vivere qualcosa di nuovo, scoprire cose che non conoscevi. Non sentivo questa scossa da un po', poi a Bea è venuta la triste idea di usarti come diversivo e io ti ho sentito.»

Allunga una mano verso di me e china il capo.

«È l'unica cosa a cui ho pensato da allora. Non al tuo aspetto fisico per il quale sei tanto giù di corda, non alla tua amica e ai suoi modi appiccicosi. Ho pensato alla scossa che mi hai dato.»

Lo guardo rapita, dopo aver memorizzato ogni parola e ogni pausa del suo discorso, con l'istinto irrefrenabile di annullare ogni distanza per trovare un contatto con la sua bocca meravigliosa, che dice cose tanto diverse da farmi sorridere.

Il toast esce di scatto dal grill e salto letteralmente sulla sedia, scoppiando a ridere. Senza parlare prendo due piatti e lo condivido con Logan, nel silenzio più magico che abbia mai sperimentato, con gli occhi incollati ai suoi e un sorriso frizzante accennato agli angoli della bocca.

Questo ragazzo è un casino totale, ma mi ha definitivamente stregato.

Quando salgo dietro di lui, lo abbraccio forte in vita e mi appoggio alla sua schiena.

Arriviamo al cinema a proiezione iniziata, hanno scelto un thriller che non ho mai sentito nominare, ma non mi importa, perché Logan mi trascina a sedere qualche fila più in basso rispetto agli altri e, sotto le nostre giacche, mi tiene la mano per tutto il tempo risvegliando quella sensazione sconosciuta che fa contrarre lo stomaco. A film finito, vorrei non dovermi alzare.

«Ce ne avete messo di tempo!» mi fa notare Marco, mano nella mano con una Bea mozzafiato e vestita in modo molto appariscente per un cinema.

«Venite a mangiare una pizza?» chiede sbattendo le ciglia, guardando solo Logan da sotto le ciglia finte.

«Sì, perché no», risponde lui, abbandonando il tono gentile, ritornando a quello scazzato.

Ci avviamo dietro di loro, spalla a spalla, in completo silenzio, mentre gli altri parlano dei momenti salienti del film.

Logan non mi guarda mai, fissa davanti a sé senza espressione.

«Ehi, Sol. Ti avevo tenuto il posto! Come va?»

Pietro si affianca a me, con il suo sorriso gentile e i capelli scompigliati.

«Ciao Peter, tutto ok. Ho dovuto sistemare la palestra perché sono arrivata tardi», spiego sorridendo in risposta, evitando di accennare al posto che ha tenuto per me.

Marco si gira divertito, deve aver sentito la nostra conversazione perché annuisce e mima il gesto dell'ok con la mano.

Quando vuole è proprio un idiota.

Mi giro per sbirciare Logan, ma mi accorgo che sta parlando con Vallauri e un suo compagno di squadra, ignorando completamente la situazione.

Peccato, speravo che mi aiutasse a uscire da questa situazione, ma non posso pretendere niente, sono io che gli ho detto che ho bisogno di tempo per parlare con Bea. Lui ha preso la scossa. Gongolo ripensando alla sua spiegazione e sorrido da sola.

Devo raccontarlo a Ludo.

Ludo

9.40 Logan ha preso la scossa.

9.41 Oddio, sta bene?

Scoppio a ridere divertita, scusandomi con gli altri e accennando allo schermo del telefono.

9.42 Io gli ho dato la scossa.

9.42 Ok, non capisco. È tutto ok?

9.42 Sì. Ma mi sa che ho preso la scossa anche io.

9.43 Quello deve essere successo da piccola. Forse eravamo all'asilo, non ricordo.

9.43 Ah.

9.44 Hai parlato con Bea?

9.45 No, mamma. Ho paura che lei me la dia sul serio, la scossa.

9.46 Ne rimarrei scossa.

9.48 Addio.

9.50 Ti voglio bene.

9.51 Anche secondo me, Logan ha preso la scossa. 😊

Rimetto il telefono in tasca e mi affretto a raggiungere gli altri che hanno preso posto nei tavoli di una pizzeria d'asporto. Come per il cinema, Pietro mi ha tenuto il posto e ha ordinato una coca, mentre Logan si trova defilato sulla destra tra Parini e Bea.

Per tutta la cena, non faccio altro che evitare di incrociare il suo sguardo, tentando di conversare gentilmente con Pietro e con un tizio che non conosco, ma non posso evitare di notare che, mentre Rodda va in bagno, Bea sporge in avanti il decolté poco coperto e appoggia una mano sulla coscia di Logan.

Sento una stretta al petto, insieme all'impulso di rovesciare il tavolo come farebbe un wrestler, ma respiro e tento di contare fino a dieci, mentre Pietro mi invita alla partita dei piccoli di domenica pomeriggio.

Accetto l'invito senza pensare, con un tono di voce più alto del voluto, abbozzando una scusa con un cenno del capo quando si girano tutti nella mia direzione.

Per fortuna, Marco torna e la situazione rientra.

«Domani dobbiamo vederci per finire di organizzare i tornei e distribuire i volontari agli stand», mi dice mentre si siede. «Riesci?»

Evito di guardare Logan e annuisco decisa.

«Ok. Potete venire da me, se volete», propongo.

La proposta viene accolta con un entusiasmo inaspettato e decido di alzarmi per congedarmi. Devo andare a casa, la situazione sta diventando difficile da gestire.

«Io vado, sono stanca.»

«Ti porto a casa, se non hai un passaggio», si offre Pietro cordiale.

«Grazie Bello, ma ho promesso ai suoi che l'avrei riportata sana e salva. Sai, suo padre è un tipo all'antica», improvvisa Logan alzandosi sempre senza guardarmi.

Mi congedo in fretta, scrollando la testa e mimando un "lascia perdere" con le labbra, mentre mi affretto a seguire Logan fuori dal centro commerciale.

Non dice una parola, niente di niente, facciamo tutto il viaggio in silenzio fino a casa mia con l'ansia che mi ribolle nello stomaco. Il toast di qualche ora fa è un ricordo e vorrei aver mangiato la pizza che mi avevano offerto per non sentire la nausea.

Quando arriva davanti nel mio giardino, noto che le luci in casa sono accese.

Scendo piano, guardandolo di sottecchi, intanto che lui fissa dritto davanti a sé con lo sguardo in tumulto.

«Logan», lo chiamo per salutarlo prima di entrare. «Grazie di tutto», continuo non ricevendo risposta.

Si gira a guardarmi, stringendo le labbra fino a farle sbiancare. Scuote il capo e sembra parecchio infastidito.

Vorrei chiedergli che cosa è successo, ma non faccio in tempo, perché mi ritrovo tra le sue braccia in men che non si dica, con la sua bocca sulla mia e la lingua che rivendica una sete che non gli avevo concesso.

Non provo nemmeno a respingerlo, ho sognato che accadesse più volte, solo questa sera, e non posso lasciare che il resto che non è qui, ora, influisca sul bacio più passionale che mi sia mai stato dato.

Dura un'eternità, o troppo poco, ma mi lascia senza fiato con i nasi che si sfiorano, e il volto nelle sue mani.

«Non avresti dovuto», sorrido tentando di ricordargli tutti i nostri discorsi.

«Nessuno ci vede. Non potevo più aspettare», dice, appoggiando le labbra ancora.

«Buona notte», sussurro sulle sue labbra arrossate dal bacio.

«Buona notte, piccola.»

Alzo gli occhi al cielo, ma decido di vivere l'attimo e lascio che mi baci ancora. 

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