Amelia.
Arriviamo a casa dopo un lungo e stancante viaggio in aereo e una estenuante attesa all'aeroporto di Parigi. E presto dovremo viaggiare di nuovo per andare a trovare le nostre famiglie e dire loro la novità. Non vogliamo farlo per telefono o videochiamata. Mi domando come reagirà Nina, la sorella di Ignazio. Con gli anni si è abituata alla mia presenza, ma ho il sospetto che continui a vedermi come colei che le ha rubato il fratello. Mio fratello mi prenderà di sicuro in giro, i miei genitori immagino saranno contenti, lo adorano.
-senti, ma non possiamo sposarci solo col rito civile?
Mi guarda-Amelia...
-che c'è?
-ho cantato davanti al papa. Come posso sposarmi solo col rito civile?
-e pensi che il papa ci tenga a celebrare le tue nozze?
-simpatica.
-e dai, è noioso dover fare il corso prematrimoniale. E poi né tu né io siamo frequentatori assidui della chiesa.
-ma poi non potremmo battezzare i nostri figli.
-a parte che adesso le regole non sono più così rigide, ma poi chi ha parlato di figli?
-lo so che non ne abbiamo parlato. Non intendevo provarci il giorno dopo il matrimonio. Ma se prima o poi dovessimo averne...
-cominci a mettermi ansia.
Ridacchia -c'è tempo per queste cose.
-decisamente.-rispondo, ma qualcosa mi dice che sto sbagliando a far decadere così il discorso, che dovrei discuterne con lui, subito.
-prendiamo i biglietti per la Sicilia?
-si. Io adesso faccio un paio di lavatrici, ma poi devo scappare. Ci pensi tu?
Annuisce- si certo. Ma lascia stare le valigie, ci pensa Marta.
Marta, la signora che si occupa delle pulizie, fa le lavatrici senza seguire il mio metodo pazzoide.
-preferisco farlo io, lo sai.
Alza gli occhi al cielo-questa mania della lavatrice deve finire.
-Marta mischia tutti i colori!
-divide bianchi e colorati esattamente come fanno tutti.
-si ma mischia anche colori chiari e scuri e questo rovina i tessuti. Diventano grigi.
-e tu dille di non farlo.
-lo farebbe comunque senza dirmelo e tu le daresti ragione, ammettilo.
-assolutamente no, moglie batte Marta.
-non sono ancora tua moglie.
Mi sorride- mi piace sentirti usare questa parola.
-a me fa strano invece. Mi sento una bambina. Una bambina che gioca a far sposare le Barbie.
Ride -però invece che Ken ci sono io.
Gli avvolgo le braccia al collo-tu sei molto meglio di Ken.
Sorride-questo complimento ha un secondo fine?
Rido-guarda che sei tu quello con i secondi fini.
-ce li hai dieci minuti liberi?
-dieci minuti? Questa velocità mi preoccupa.
-tranquilla, è solo la modalità veloce. -mi percorre il busto con le mani, io sussulto.
- Piano, il tatuaggio è ancora fresco.
Lui si ricorda improvvisamente della mia pazzia parigina.-scusaa. Faccio piano.
Un po' più di dieci minuti dopo sono in macchina e sto dirigendomi ad un incontro con il mio editore italiano.
È stato vago al telefono e mi chiedo quale sia il suo annuncio così importante.
Parcheggio al solito posto e quando salgo mi dicono che mi aspetta.
Entro nel suo ufficio e lui è lí -Buon giorno!-esclama.-come é andato il suo viaggio?-chiede alzandosi e porgendomi la mano.
La stringo e gli sorrido - molto bene, grazie.
- mi fa piacere, prego si sieda. L'ho fatta venire qui così di corsa perché ho una proposta per lei.
-sono tutta orecchie.
Lui ride - abbiamo intenzione di lanciare una nuova serie, delle raccolte di fiabe dal mondo. E per farlo vorremmo iniziare alla grande, con uno dei nostri scrittori di punta. E ciò, ovviamente, ci porta a lei.
Lo guardo, sono interdetta.
- cioè mi sta proponendo un libro su commissione?
Annuisce - esattamente. Il compenso è molto buono, l'azienda non sta badando a spese pur di fare un lancio come si deve. Se il primo libro cattura l'attenzione, allora è fatta. - mi porge un plico -qui trova il contratto e il compenso, tra due giorni potrà avere tutte le info.
Sbircio i fogli, e quasi mi viene un colpo. Il compenso è davvero buono. E i libri su commissione sono sempre pagati bene, ma questo batte gli standard.
- diceva che si tratta di una raccolta di fiabe?
- si. Fiabe dal mondo. Ogni volume raccoglierà quelle di una tradizione. Ma il primo dovrebbe essere un misto, capitoli alternati che contengono culture diverse, una fiaba a capitolo, una cultura a capitolo. Chiaro il meccanismo?
-si molto. E mi sembra molto interessante. Quando sarebbe la scadenza?
Alza le sopracciglia - il compenso è così alto anche per questo. Sei settimane.
Cooosa?
-sei settimane? Ma sei settimane sono un mese e mezzo!
Lui annuisce - purtroppo i tempi sono stretti. Ma deve sapere che non sarebbe da sola a fare tutto il lavoro. Sarebbe affiancata da un coautore.
Corrugo la fronte-se avete pensato a me per il lancio perché c'è un coautore?
-perché questo rende il libro più variegato, e poi so quanto lei è competente, ma una mano non fa mai male, e questa persona ha una laurea in filologia oltre che in letteratura.
-e di chi si tratta?
- non posso ancora fare nomi, non è ufficiale, ma è una persona competente, glielo assicuro. Ad ogni modo al prossimo incontro tra due giorni scoprirà tutti i dettagli.
Annuisco - va bene. La ringrazio. E vi sono grata per aver pensato a me.
Lui sorride mentre si alza per accompagnarmi alla porta -è sempre un piacere lavorare con lei. E spero stia per accadere di nuovo.
Gli sorrido anche io - vedremo. A presto e buona giornata.
- Buona giornata. - dice mentre mi stringe la mano e io mi avvio di sotto.
Quando arrivo in auto riguardo i fogli inebetita per capire se mi sono sbagliata, ma no, la cifra è sempre esorbitante.
Certo che un mese e mezzo é proprio poco, e il pensiero di collaborare mi preoccupa un po', sono abituata a fare tutto da sola.
Mi ricordo di colpo di una cosa.
Chiamo Ignazio, lui risponde al terzo squillo.
-dove sei? -chiedo.
- a casa, sto disfacendo i bagagli e divido i colori col tuo metodo.
Sopprimo una risata. Bravo bambino.
- hai già preso i biglietti?
- no, non ancora. Perché?
-non prenderli.
C'é un attimo di silenzio, poi dice -hai cambiato idea sul dirglielo? O sul matrimonio proprio?
Mi affretto a negare -ma no, che vai a pensare. Perché non ci vediamo a pranzo fuori così ti spiego?
Silenzio.
-Ignazio, non ho cambiato idea. Mi hanno fatto una proposta di lavoro. Se mi raggiungi ne parliamo. Non c'è niente a casa da mangiare.
-va bene.-dice con un tono sollevato ma non troppo. -al solito posto tra venti minuti?
-perfetto, a dopo.
-ciao.- riattacca.
E ho l'impressione che sarà un pranzo complicato.
Holaa! Che mi dite? Amelia pare preoccupata o sbaglio? E poi, chi sarà il nuovo coautore o la nuova coautrice? Chi indovina? Sbizzarritevi nei commenti. Prossimo capitolo Mercoledì. Un bacione.